venerdì 1 marzo 2019

Nuova proiezione sul voto di maggio in Europa

Il Parlamento Europeo ha diffuso oggi la seconda proiezione dei seggi per le elezioni del prossimo maggio. Rispetto alla precedente, pubblicata due settimane fa, le differenze sono poche. Calano di un seggio i popolari e restano stabili i socialisti, i due gruppi maggiori che hanno una coalizione di maggioranza nel parlamento attuale. I liberali di ALDE restano la terza forza e lo saranno ancora di più se nel gruppo liberale confluiranno i 22 probabili eletti di En Marche in Francia. Il partito di Macron è quello che fa registrare la variazione più corposa, ben quattro eletti in più rispetto a 15 giorni fa.
Socialisti, liberali e popolari avrebbero una larga maggioranza nel nuovo parlamento, che scende da 750 a 705 seggi per l'uscita della Gran Bretagna. E la manterrebbero anche se il partito ungherese di Orban fosse esplulso dal gruppo popolare, come alcune delegazioni nazionali del PPE hanno chiesto (secondo i sondaggi FIDESZ, seppure dato al 53% in Ungheria, eleggerebbe 13 deputati).
Il blocco sovranista-populista di ECR, EFDD e ENF avrebbe 144 seggi (il 20.4% del totale), contro i 153 attuali. Se infatti da un lato c'è la robusta crescita della Lega in Italia, che diventerebbe il secondo partito europeo su scala nazionale, dall'altra c'è la perdita secca della componente dei conservatori britannici in ECR e il calo dei 5 stelle orfani di UKIP e Farage. ENF, il gruppo europeo della Lega, non arriva a 60 eletti (28 solo di Salvini, 19 di Le Pen in Francia, il resto briciole). EFDD, il gruppo dei M5S, è a quota 39.
La maggioranza a Strasburgo sarà di 353 deputati, quindi è evidente che non c'è alcuna possibilità che la destra sovranista europea possa raggiungerla, anche con un improbabile accordo con i popolari. Malgrado i proclami di Salvini.

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