giovedì 13 dicembre 2007

Bali, restano due giorni per trattare

La High Level Session, per la quale mi sono procurato un invito, è stata aperta dal Segretario Generale ONU Ban Ki-moon con un discorso abbastanza generico ed ecumenico. “Questa è la sfida morale della nostra generazione – ha detto. Tutti noi contribuiamo al problema e dovremmo tutti contribuire alle soluzioni. Trasformiamo la crisi del clima nella solidarietà del clima”.
Molto più politico il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono, che ha parlato subito dopo chiedendo apertamente agli USA di contribuire attivamente alla lotta ai cambiamenti climatici. “Gli Stati Uniti hanno il primato delle emissioni e della innovazione scientifica, non possono non essere coinvolti”. Il presidente ha anche ribadito quello che Bush non vuole sentire, ovvero che i paesi più ricchi e sviluppati devono contribuire in misura maggiore. Applausi scroscianti per il neo eletto primo ministro australiano Kevin Rudd, seduto anche lui al tavolo della presidenza. Rudd ha consegnato nelle mani di Ban Ki-moon la ratifica formale del protocollo di Kyoto da parte dell’Australia.
Dopo l'apertura ufficiale sono iniziate le dichiarazioni degli stati. Mercoledì hanno preso la parola 48 nazioni, le altre lo faranno giovedì. Il Ministro Pecoraro Scanio parlerà giovedì mattina, è settimo in scaletta dopo lo Zambia (aspettatevi un ampio resoconto su Sostenibiitalia).
Nei corridoi però si respira una certa delusione. I negoziati procedono a stento, l’accordo su alcuni punti (tra tutti il nodo del trasferimento delle tecnologie ai paesi poveri e le questioni finanziarie) sembra ancora molto lontano. Lo stesso Ban Ki-moon in conferenza stampa ha dichiarato che non ritiene realistico che la conferenza si concluda con un accordo sulla riduzione percentuale dei gas serra. Resta quindi molto difficile credere a un accordo sulla forbice di riduzione del 25-40% entro il 2020, misura gradita alla UE e all'Italia. Giovedì mattina alle 11 dovrebbe essere prodotta una nuova bozza di documento su cui discutere di nuovo.
Intanto tutti aspettano Al Gore, che dovrebbe arrivare oggi.

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