martedì 30 marzo 2010

Arrivano le elettriche

Mentre la Chevrolet Volt continua i test e secondo la GM il lancio ufficiale della vettura resta fissato per il prossimo novembre, la Nissan ha presentato ufficialmente il listino americano della LEAF, che dal prossimo 20 aprile sarà prenotabile in USA in vista del lancio previsto per il 2011. Il prezzo finale, al netto degli incentivi, sarà poco superiore ai 25mila dollari, cioè circa 18.800 €.
In California, dove sono in vigore ulteriori incentivi statali, la Leaf costerà meno di 15mila Euro. La Nissan conta di introdurre 50.000 auto nel 2011 e di iniziare la produzione della Leaf nelle fabbriche americane l'anno successivo.
A differenza della Chevrolet Volt, che è dotata di un piccolo motore a scoppio che ricarica le batterie di bordo quando sono esaurite, la Nissan Leaf ha solamente alimentazione elettrica, ma molta più autonomia della Volt (sembra attorno ai 200 Km). Ambedue si ricaricano collegandole alla rete elettrica, anche da casa.
Il problema delle auto elettriche resta la loro fonte di energia, che non è un combustibile come siamo abituati con i nostri veicoli a scoppio ma una serie di poderose batterie, che nel caso della Leaf sono progettate da Nissan e NEC. Basate su una tecnologia a polimeri di litio hanno una potenza di 24Kw. Oggi un Kw di batterie standard agli ioni di litio costa 900 dollari, ma sembra che la ricerca Nissan abbia già abbassato questa cifra attorno ai 500 dollari. E certamente scenderà ancora, visto che altre grandi marche, da Ford a Toyota, stanno lavorando su nuovi modelli elettrici.

Estrema destra - commento finale

Passata la notte continuo a pensare che l'unico vincitore delle elezioni regionali 2010 sia la Lega di Umberto Bossi, che aumenta il suo consenso ovunque e conquista la presidenza di due regioni.
Non ha vinto certo il PD, ma neppure il PdL, che perde voti e sembra sempre meno un partito e sempre più un fan club del presidente del consiglio.
Non ha vinto l'IDV, anche se stabilizza i consensi delle europee dello scorso anno, nè la sinistra radicale, che a parte il fenomeno Vendola resta moribonda. Non ha vinto l'UDC, che esce dalle elezioni confusa e in calo di consensi, anche se potrà rivendicare il ruolo avuto in Lazio, Liguria e Campania (e, volendo, Puglia).
Comunque la valutazione resta fortemente vincolata agli esiti finali dei duelli in Piemonte e Lazio. Se la destra avesse perso in ambedue oggi il centrosinistra suonerebbe le fanfare e si proclamerebbe indiscusso vincitore. Se, anche perdendo il Lazio, il Piemonte fosse rimasto alla Bresso quasi tutti i commentatori neutrali parlerebbero di un sostanziale pareggio, di un argine all'avanzata leghista, di un Nord ancora diviso, di una inversione di tendenza, ecc. ecc.
In estrema sintesi l'esito delle elezioni regionali 2010 è dipeso dai 9372 voti che dividono Cota e Bresso. Del resto nel 2000 George W. Bush superò Al Gore di molto meno (537 voti) e imbrogliando molto di più.
La differenza è che Mercedes Bresso probabilmente non vincerà mai un Nobel.

Estrema destra - Update

Ecco l'unico vincitore delle elezioni regionali del 2010.

domenica 28 marzo 2010

Estrema destra

In Italia si vota per le regionali e la Lega Nord è candidata alla presidenza in Veneto e Piemonte. con l'appoggio incondizionato di tutto il centro destra nazionale.
Per la maggior parte degli Italiani la Lega è ancora folklore. Una ex presidente della camera (Irene Pivetti) che oggi fa imbarazzanti comparsate televisive. Elementi di spicco convertiti e pentiti, come l'ex sindaco milanese Formentini, di cui resta memorabile la celebrazione del matrimonio di Umberto Bossi. Ministri più (Maroni) o meno (Calderoli) presentabili. Un leader carismatico (Bossi) con la faccia e le limitazioni espressive di un sopravvissuto.
Forse in Italia non c'è la percezione che la Lega è un partito di estrema destra. Ce lo ricorda Presseurop, che ha dedicato tre puntate a "La estrema destra in Europa". La prima si intitolava "L'età d'oro del populismo" e rimbalzava un pezzo di Le Monde. La seconda riprendeva un articolo di Liberation sul risorgimento del Fronte Nazionale di Le Pen alle elezioni regionali francesi. La terza, dal titolo "Quei bravi ragazzi padani", torna a citare Le Monde e si occupa della Lega e in particolare del candidato presidente in Veneto, il ministro Luca Zaia.

FDG 100328 #495

A primavera tornano le upupe

sabato 27 marzo 2010

Earth Hour, l'ora del pianeta

Partendo dalla Nuova Zelanda e seguendo i fusi orari, oggi la terra alle 20:30 era molto più buia del solito.
Noi Italiani siamo abituati da anni al grande, encomiabile lavoro fatto dai ragazzi di Caterpillar con M'illumino di meno, ma The Earth Hour è un evento mondiale che merita attenzione.
Può essere seguito in diretta attraverso le immagini di Flickr o guardando i filmati su You Tube.

FDG 100328 #494

379!

Ecco a voi le centrali nucleari

I Verdi sono convinti che il governo di destra abbia deciso da un pezzo quali sono i siti scelti per le centrali atomiche tanto bramate dal ministro Scajola e ieri hanno inscenato una manifestazione davanti a Montecitorio mostrando anche una mappa (foto sopra) con l'indicazione dei tredici luoghi che avrebbero la "fortuna" di ospitare gli impianti nucleari.
Tra le 13 sedi c'è anche San Benedetto del Tronto, nelle mie Marche, location sempre smentita dalla destra in campagna elettorale.
Il deposito delle scorie radioattive sarebbe invece localizzato nel Garigliano, tra le provincie di Latina e Caserta.
''Il governo non ha avuto il coraggio di rivelare prima delle elezioni regionali i luoghi in cui verranno costruite le centrali'' ha commentato il presidente dei Verdi Angelo Bonelli. I primi cantieri dovrebbero aprirsi nei siti che ospitavano le vecchie centrali chiuse negli anni '80: Montalto di Castro (VT), Caorso (PC) e Trino Vercellese.

venerdì 26 marzo 2010

Vendesi



Malgrado la crisi siete riusciti a mettere qualcosa da parte e state cercando un buon investimento? Nell'American Thread Building di Tribeca, a New York, è in vendita un appartamento/studio/galleria con tanto di murale originale firmato Keith Haring.
Il prezzo? Adeguato, ma molto meno di Villa Certosa.

Tra un reggicalze e uno slip

Non volevo crederci, anche se l'ho letto su tre diversi quotidiani. Mi sembrava una battuta greve di qualcuno di sinistra.
La conferma definitiva è arrivata direttamente dal sito del candidato presidente del centrodestra nelle Marche, Erminio Marinelli.
Daniela Santanchè è stata appena nominata sottosegretaria di stato all'attuazione del programma e nella foto la vedete alla manifestazione di San Giovanni di sabato scorso, assieme al ministro più inutile della Repubblica.
La signora Santanchè è venuta a fare campagna elettorale ad Ancona ed ha scelto di incontrare la stampa locale, assieme all'ottimo candidato alla presidenza Marinelli, in un negozio di biancheria intima.
Guzzanti, Cornacchione, Luttazzi e Vergassola non avrebbero saputo immaginare di meglio.

giovedì 25 marzo 2010

E adesso per Obama c'è il clima

Barack Obama ha incassato l'approvazione della riforma sanitaria, anche se delle irregolarità procedurali obbligheranno alla ripetizione del voto. Questo potrebbe essere un problema nella volubile e mercantile Italia, ma negli USA è considerato solo un passaggio formale.
Il prossimo momento cruciale è rappresentato dalla presentazione in senato del Climate Bill, che permetterebbe agli Stati Uniti di presentarsi ai prossimi negoziati ONU con una chiara posizione politica, al contrario di quanto successo al summit di Copenhagen 2009.
Sembrava possibile che il testo di legge fosse diffuso in senato prima delle due settimane di pausa primaverile che avranno inizio il prossimo sabato, ma non sarà così. I senatori torneranno ai loro collegi senza una bozza da valutare, anche se le anticipazioni confermano una ipotesi di riduzione delle emissioni di CO2 al 2020 del 17% rispetto ai valori del 2005. Il senatore John Kerry ha tenuto a precisare che le proposte "non saranno scolpite nella pietra", lasciando aperti gli spazi di mediazione. Oltre al tetto di emissioni il provvedimento si occupa di altre questioni importanti, quali le trivellazioni offshore. Per raggiungere la quota di 60 voti favorevoli il Climate Bill dovrà incassare l'approvazione di alcuni senatori repubblicani.
Resta il dubbio se la vittoria di Obama sul fronte della sanità aiuterà o complicherà il percorso del Climate Bill. Le opinioni sono discordanti.

mercoledì 24 marzo 2010

Il network dell'odio

Ho dedicato cinque minuti alla lettura di "Ecco il network dell'odio che affossa il paese", pubblicato oggi su Il Giornale di famiglia da Fabrizio Cicchitto, capogruppo PdL alla camera dei deputati. Ho trovato l'articolo istruttivo e lo raccomando, anche se può suonare masochistico.
Cicchitto (tessera P2 numero 2232, data di inziazione 12 dicembre 1980) spiega come dovrebbe essere l'opposizione ideale per un governo di destra populista e conservatore quale quello guidato da Berlù : una entità garbata e passiva, che non dia fastidio, non interferisca e non osi criticare il primo ministro e la sua corte. Non basta, Cicchitto spiega anche come deve comportarsi la minoranza interna del PdL (Fini): niente critiche alla linea del leader, nessuna possibile alternativa politica.
Altro spunto interessante è l'incipit dell'articolo, in cui Cicchito scrive "quando alcune centinaia di migliaia di persone - diversamente dalle cifre date dalla questura - si recano a Roma a una manifestazione organizzata dal PdL già di per sé ciò ha un notevole significato politico". Quindi il famoso "milione" è già diventato "alcune centinaia di migliaia". C'è un minimo ravvedimento, anche se la questura resta bugiarda. "Accorcia quell'anguilla" diceva la famosa barzelletta.

Le prime nuvole sopra Cancun

Mancano poco più di otto mesi all'inizio della COP-16 di Cancun, la prossima conferenza mondiale sul clima dopo Copenhagen.
Dopo la delusione danese le aspettative sembrano per ora molto basse. Kunihiko Shimada, capo negoziatore per il Giappone, ha già dichiarato di ritenere un accordo a Cancun "quasi impossibile", spalleggiato dal direttore generale per le politiche climatiche UE Jos Delbeke che raccomanda di "non ripetere gli errori di Copenhagen".
La scorsa settimana il ministro dell'ambiente messicano Juan Rafael Elvira Quesada ha partecipato all'incontro dei 27 ministri europei a Bruxelles, illustrando le intenzioni del governo del Messico. Secondo il ministro Quesada la strada verso Cancun non deve essere centrata su un trattato legalmente vincolante, ma su azioni concrete che permettano di avviare i finanziamenti per i paesi in via di sviluppo, come previsto dal Copenhagen Accord. Quesada ritiene importante la definizione di accordi su temi cruciali come la deforestazione nei paesi in via di sviluppo (REDD), la quantificazione dei finanziamenti a lungo termine, gli obiettvi di riduzione delle emissioni.
Il Messico fa parte dei paesi in via di sviluppo e intende garantire attenzione e priorità per le loro esigenze. Il mese scorso il ministro Quesada è stato in India e sta organizzando per giugno un summit con i 56 paesi africani.
Nel frattempo l'incertezza politica si riflette sui mercati finanziari, dove tutte le grandi aziende del settore delle energie rinnovabili hanno subito cali considerevoli dopo Copenhagen. Anche il credito di carbonio europeo, che regola il mercato mondiale del CO2, è sceso del 3% attestandosi a 13.14 € a tonnellata.
Il prossimo round di negoziati ONU è previsto a Bonn dal 9 all'11 aprile.

martedì 23 marzo 2010

FDG 100323 #493

Puntelli

Le streghe son tornate

Che l'Italia sia un paese fortemente anomalo ce lo ricordano ogni tanto le ingerenze della chiesa cattolica nella temporalissima politica. Ieri il portavoce dei vescovi ha detto che "i valori non negoziabili" debbono guidare il voto (ecco il testo integrale della prolusione). I valori "non negoziabili" elencati da Bagnasco sono "la dignità della persona umana, incomprimibile rispetto a qualsiasi condizionamento; l'indisponibilità della vita, dal concepimento fino alla morte naturale; la libertà religiosa e la libertà educativa e scolastica; la famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna". A seguire parole molto dure sull'aborto, definito "ecatombe progressiva".
Come scrivevo ieri notte su facebook non trovo strano nè deplorevole che il portavoce dei vescovi sia contro l'aborto, fa solo il suo mestiere. Come Feltri quando inneggia a Berlù o come le multinazionali del tabacco quando negano la correlazione tra sigarette e cancro ai polmoni.
Certo, la litanìa sull'aborto sembra un disco rotto nelle democrazie occidentali del terzo millennio, ma l'Italia è un paese fortemente anomalo, come scrivevo sopra. Certo, la famiglia "fondata sul matrimonio tra uomo e donna" non sembra rappresentata in modo particolarmente efficace dalla vita affettiva e sessuale del presidente del consiglio o di quello della camera, del ministro della cultura o dell'ultima sottosegretaria nominata. Ma se non interessa a Bagnasco figuriamoci a noi.
Resta l'inopportunità di una dichiarazione così politica, e in cui si cita espressamente il voto, alla vigilia di una consultazione elettorale regionale. Stefano Folli scrive oggi su Il Sole che Bagnasco intende influenzare l'esito delle regionali in Piemonte e Lazio, confermando quindi l'intervento diretto della Chiesa nelle questioni politiche locali.
Ma davvero Mercedes Bresso e Emma Bonino fanno così paura in Vaticano? Sono queste due donne il pericolo che mina i "valori non negoziabili? Non si abortisce anche nella Lombardia di Formigoni? E perché Mercedes ed Emma e non Catiuscia o Nichi o Gian Mario?
Fabio Martini su La Stampa ricorda che nel Lazio ci sono 18.123 suore e 5.138 preti, quasi tutti residenti in Gran Pretagna, che sarebbe il quartiere Aurelio di Roma. La loro esistenza sarebbe minacciata dalla presidente Bonino? E quale pericolo porterebbe la presidente Bresso al popolo cattolico piemontese?
Non ho una passione particolare per i radicali. Non ho mai condiviso alcune loro posizioni, quali il liberismo sfrenato e la politica filo-israeliana. Ma i diritti civili sono la base della democrazia e della società, mentre i divieti e gli anatemi riportano al medioevo. Emma Bonino, nel ruolo di commissario europeo e ministro della repubblica, ha dato prova di grande capacità ed equilibrio.
Mercedes Bresso, che è appena stata eletta presidente del Comitato delle Regioni, è di una tenacia e di una determinazione persino eccessiva. Una donna che ha sempre fortemente sostenuto la libertà delle scelte personali e la laicità delle istituzioni.
Se riusciremo a diventare un paese che garantisce davvero la parità e i diritti civili, se saremo finalmente in grado di legiferare su temi come il testamento biologico, le unioni di fatto e la lotta all'omofobia sarà per merito di persone come Mercedes e Emma. E anche di Catiuscia, Nichi, Gian Mario e gli altri.
Quindi votiamoli con convinzione, da laici e da cattolici. Per cambiare l'Italia.
Bagnasco se ne farà una ragione.

lunedì 22 marzo 2010

Il giorno dell'acqua

Yes we can

Visit msnbc.com for breaking news, world news, and news about the economy

In Italia siamo costretti ad occuparci di impedimenti più o meno legittimi, di catalogazioni di giudici più o meno buoni e più o meno comunisti. Dobbiamo ascoltare ministri che se la prendono con la questura perché non conferma le veline di regime. Non possiamo vedere programmi di approfondimento politico in TV e ci sciroppiamo deliranti proclami di odio contro amore.
Nel frattempo a Washington Barack Obama ottiene i voti per introdurre l'assistenza sanitaria gratuita in America, un diritto che quella nazione non aveva mai garantito ai suoi abitanti. Theodore Roosevelt ci aveva provato invano nel 1912.
Il voto di ieri sera non basterà per fornire assistenza sanitaria gratuita a tutti gli Americani. Secondo le stime il numero dei non assistiti scenderà nei prossimi dieci anni dal 17% al 6% della popolazione. Ci vorranno altre leggi, i conservatori daranno battaglia con ricorsi e referendum abrogativi. Ma la strada ormai è aperta.
Nella ancora breve storia degli USA il 21 marzo 2010 resterà una data fondamentale.

Cassette, che passione

Ogni settimana pubblica una rubrica sul New York Times che si chiama Consumed dove disquisisce sul mercato, le merci e i consumatori visti in una prospettiva laicamente antropologica.
Rob Walker è uno scrittore brillante e pubblica anche il blog Murketing dove nell'ultimo post si è occupato della nostalgia per le cassette, uno dei primi oggetti che stiamo perdendo in questo inizio di terzo millennio.
Nel 2009 sono state vendute solo 34.000 cassette. Cinque anni prima, nel 2004, erano 8,6 milioni.
Chi legge l'inglese senza troppa fatica troverà il post delizioso.

domenica 21 marzo 2010

New Economy

In quali settori investire per la formazione professionale dei ragazzi del terzo millennio?
Pannelli solari ed etilismo.

sabato 20 marzo 2010

Il cancro è di sinistra

Dal palco di Piazza San Giovanni, tra un anatema verso i giudici e facezie tipo "Bossi è un uomo di grande equilibrio e di grande misura" Berlù ha detto "vogliamo anche vincere il cancro".
Oncologia elettorale o c'è un premio Nobel per la medicina in arrivo?

venerdì 19 marzo 2010

Benvenuta Primavera

Dimenticate le nozioni scolastiche, la primavera non cominicia sempre il 21 marzo.
Qest'anno l'equinozio di primavera sarà domani, sabato 20 marzo, alle 17:32 italiane. Anzi, negli ultimi dieci anni la primavera è cominciata il 21 marzo solo due volte, nel 2003 e nel 2007. E nel prossimo decennio l'equinozio è in programma sempre il 20 marzo.
L'equinozio è un latinismo che rappresenta la data in cui il giorno e la notte sono uguali in tutte le zone del pianeta, anche se i pignoli obiettano che non è esattamente così. Nel 2010 il secondo equinozio accadrà alle 03:09 del 23 settembre, segnando l'inizio dell'autunno.

giovedì 18 marzo 2010

Smart Grid, parliamone

Oggi sul Corriere della Sera si parla di reti intelligenti di distribuzione di energia o smart grid. Le reti intelligenti permettono di utilizzare al meglio l'energia prodotta, rendendola disponibile ai vari utilizzatori secondo le loro necessità (con un esempio banale, alle attività produttive di giorno e alle utenze domestiche nelle ore notturne).
Le Smart Grid cercano di ovviare alla nostra lacuna tecnologica principale, ovvero l'incapacita di stoccare energia quando la produzione supera il consumo. Oggi l'energia in surplus viene sprecata e la sfida è trasferirla dove serve risparmiando denaro ed emissioni di CO2. Più ampia è la Smart Grid più alta la sua efficienza. I progetti che si stanno sviluppando in Europa ragionano su una rete che vada dal circolo polare artico al Sahara, in grado di raccogliere l'energia prodotta dall'eolico del nord Europa, dal solare a concentrazione africano e da tutto quanto c'è in mezzo.
Le Smart Grid possono ricavare il massimo non solo dalle grandi centrali di produzione energetica ma anche dai piccoli impianti a scala domestica e urbana. I terminali della rete sono contatori intelligenti in grado di valutare i consumi e trasferire in tempo reale l'energia dove serve.
Secondo molti scienziati il modello delle Smart Grid assomiglia molto a internet: reti aperte, flessibili, tecnologicamente in continuo progresso. E le nuove reti rappresenteranno una rivoluzione economica, creando nuovi posti di lavoro e opportunità di sviluppo.
Altro che new cleare.

mercoledì 17 marzo 2010

FDG 100317 #492

Ma non i coperchi

Nessuno tocchi i furgoni

L'Europa continua a considerare l'obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 dell'80% al 2050, cercando di individuare i settori più critici in cui intervenire.
Tra le priorità c'è il sistema di trasporto delle merci, con particolare riferimento ai trasporti marittimi e ai veicoli commerciali. Lunedì scorso i ministri dell'ambiente dei 27, riuniti nel 3002imo incontro del Consiglio Europeo, hanno risposto picche alle sollecitazioni della Commissione di Bruxelles, che aveva proposto un piano per limitare le emissioni di CO2 dei furgoni a 175g/Km entro il 2016. Non si tratta di una riduzione drastica, ma solo di un 13% in meno rispetto alla media 2007 di 203g/km. La riduzione sarebbe graduale e la Commissione prevede che i costruttori di automobili debbano adeguare il 75% dei loro modelli entro il 2014. L'obiettivo finale fissato dalla Commissione è di limitare le emissioni a 135g/Km entro il 2020.
I furgoni costituiscono il 12% del parco autoveicoli europeo e il loro numero è aumentato del 50% dal 1997 al 2007.
In apertura di discussione il commissario Connie Hedegaard aveva ribadito come la scadenza del 2014 sia decisamente fattibile e come i progressi dei produttori siano stati molto bassi. Secondo Hedegaard "l'industria non si adopererà per migliorare le emissioni fino a quando non sarà costretta a farlo".
L'Italia, che era presente con il ministro invisibile dell'ambiente Prestigiacomo, si è fieramente opposta alle scadenze proposte, guidando il gruppo dei paesi contrari (oltre all'Italia hanno espresso pareri negativi Germania, Polonia e Regno Unito).
Prestigiacomo ha riportato la posizione del governo che esprime "forti dubbi" sulla praticabilità della proposta, sottolinea come il settore dei furgoni offra "limitate potenzialità per la riduzione delle emissioni". Infine Presty ha chiesto una dilazione di tre-quattro anni dei tempi previsti dal piano della Commissione.
Quando c'è da rimandare qualcosa siamo sempre in prima linea.

martedì 16 marzo 2010

Esperto in pippe

Devo confessare che questa mi era sfuggita. Venerdì scorso Renato Brunetta è intervenuto al Forum di Cernobbio di Confcommercio analizzando con il consueto garbo e la sua indiscussa competenza il tema delle energie rinnovabili.
Secondo Brunetta gli impianti eolici e fotovoltaici per la produzione di energia elettrica sono "pippe" a "costi inaccettabili", che servono solo alla Germania che produce 'pippe' per chi compra le 'pippe'".
Chapeau.

Moda glaciale

Ironizzando sul tema del riscaldamento globale Karl Lagerfeld ha spedito dal nord della Svezia a Parigi un blocco di ghiaccio da 265 tonnellate che 35 scultori hanno modellato per sei giorni fino a renderlo lo scenario della presentazione della collezione autunno/inverno 2010 di Chanel al Grand Palais, che per aumentare l'effetto polare era stato raffreddato fino a una temperatura di -4°.
Il reportage fotografico di Reuters è qui.

lunedì 15 marzo 2010

39.672 € di un ministro a caso

Il ministro dell'economia Giulio Tremonti, che io chiamo da molto tempo il capoclasse per meriti guadagnati sul campo, ha dichiarato un reddito imponibile di 39.672 €. Lo scorso anno il capoclasse aveva un reddito di oltre 4 milioni di Euro.
Visto il soggetto, il ruolo e la sua formazione professionale nessuno può dubitare che il dato sia veritiero. Una nota ministeriale chiarisce che per 3monti hanno pesato la chiusura del suo studio da tributarista e un contributo previdenziale riferito ai redditi dell'anno precedente.
Resta il problema di immagine di come il ministro che ha spergiurato di "non mettere mai le mani nelle tasche degli italiani" possa avere un reddito più basso di un artigiano o di un professionista di provincia.
Nella "Italia che lavora", tanto cara alla destra e a 3monti, un reddito sotto i 40 mila Euro per un ministro non sembra un dato credibile. Difficile poi proclamare la lotta spietata all'evasione, esaltare lo scudo fiscale, dichiarare che una riforma delle tasse è alle porte. Impossibile prendersela con il ristoratore che dichiara 15mila o il parrucchiere che non supera i novemila.
Nei 39mila Euro dichiarati da 3monti io leggo la filosofia e l'ideologia del governo della destra, ovvero la prevalenza dell'interesse personale su quello pubblico. La volontà di avvalersi di ogni possibile meccanismo ed artificio fiscale per dichiarare il reddito più basso possibile, anche a costo di mettere in discussione la propria credibilità.
Io avrei consigliato ad un ministro in carica, specialmente se con una delega all'economia, di diluire le potenziali detrazioni per evitare di dichiarare un reddito da funzionario (neppure dirigente) pubblico. Ma la tentazione per il capoclasse è troppo forte, stiamo parlando del suo mestiere e soprattutto dei suoi soldi.
L'immagine e la reputazione vengono dopo. E anche l'Italia, purtroppo.

Europa e stipendi di genere

In Europa le donne sono ancora pagate il 18% in meno degli uomini. Questi sono i dati illustrati dalla vicepresidente della Commissione Viviane Reding (foto), che ha sottolineato come "in tempi di crisi non possiamo permetterci questo gap di genere".
Il dato del 18% è medio, con il record dell'Estonia dove la forbice si allarga fino al 30.3%. Stupiscono anche i valori dei tre mercati del lavoro più importanti dell'Unione: in Francia, Gran Bretagna e Germania il divario è superiore alla media e si attesta sul 23.2 per cento. Questi dati in realtà andrebbero interpretati con cautela, perché non tengono conto del fatto che molte donne hanno scelto impieghi part-time. In Germania ad esempio, dove il divario è del 23.8, il 69% delle madri ha fatto questa scelta (erano solo il 53 per cento dieci anni fa). Che qualcosa nei dati non quadri lo si deduce dalla tabella comparativa pubblicata dalla UE dove l'Italia sarebbe una improbabile eccellenza, con solo il 4.9% di divario.
La commissaria Reding ha commentato queste cifre alla presentazione della Carta delle Donne, che sarà seguita da una nuova strategia per la parità fra uomini e donne che la Commissione adotterà a metà 2010. La strategia fornirà un quadro d'azione coordinato per tutte le politiche dell'Unione europea. La parità salariale è uno dei cinque punti fondamentali della Carta.
La Commissione Europea ha anche messo a punto un calcolatore per quantificare il divario di retribuzione tra donne e uomini.

domenica 14 marzo 2010

Finale alternativo

Lo scrittore Ian McEwan ha confessato al Guardian di avere cambiato alcune pagine finali del suo prossimo romanzo Solar dopo l'esito della COP 15 di Copenhagen.
Il protagonista del nuovo romanzo di McEwan è Michael Beard, uno scienziato premio Nobel che sta cercando di mettere a punto una tecnologia per combattere il riscaldamento globale. Il libro termina nel'estate del 2009 ed è allora che, nella nuova stesura, il protagonista riceve una email con la richiesta di illustrare le sue teorie alla COP 15 di Copenhagen ad un meeting di ministri degli esteri.
Secondo McEwan queste modifiche servono a illustrare "la sensazione di tristezza" per gli esiti del meeting di Copenhagen. Se il summit si fosse concluso in modo più positivo McEwan non avrebbe spedito a Copenhagen il suo protagonista. "Credetemi, non avrei mai voluto mandarlo lì" aggiunge lo scrittore.
Secondo Dan Franklin, editor inglese di McEwan, Solar "è un romanzo centrato su una delle minacce più serie al nostro mondo - il riscaldamento globale - ma è anche molto, molto divertente. Ci mostra un lato inedito del lavoro di Ian McEwan, mettendo in luce le sue qualità di geniale scrittore comico". Il libro è disponibile in Europa e su Amazon da giovedì prossimo, mentre uscirà negli USA il 30 marzo.

venerdì 12 marzo 2010

Colpo, anzi colpetto di scena

Con una mossa a sorpresa Cina e India hanno formalmente comunicato alla United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC) la loro adesione al Copenhagen Accord, il documento finale della COP 15. Nei mesi precedenti i due giganti asiatici avevano ripetuto che le loro azioni per la riduzione dei gas serra erano "unilaterali" e non conseguenza di quanto previsto dal documento di Copenhagen. Il Copenhagen Accord non era stato approvato per l'opposizione di Venezuela, Bolivia, Cuba, Nicaragua, Guatemala, Sudan e Tuvalu (le regole UNFCCC prevedono l'unanimità). La COP 15 si era limitata a "prendere atto" della risoluzione. Alcune interpretazioni dietrologiche avevano individuato dietro al veto del Sudan la longa mano cinese, che avrebbe utilizzato il paese africano come sicario per uccidere sul nascere l'accordo.
Invece la Cina ora accetta di fare parte dell'intesa con una lettera laconica che non pone condizioni. Più articolata la posizione dell'India che nella sua lettera comunica l'adesione ma ricorda come l'accordo sia "un documento politico non vincolante". Secondo l'India il Copenhagen Accord può rappresentare uno strumento utile per il lavoro dei due gruppi negoziali delle Nazioni Unite, ma "non è un nuovo percorso di negoziazione nè un schema da seguire".
Nel frattempo l'UNFCCC ha annunciato che una prima sessione di negoziati si svolgera a Bonn dal 9 all'11 aprile, anticipando quella già prevista per il 30 maggio.

mercoledì 10 marzo 2010

Tar Wars

Da Pippo Civati su segnalazione di Andrea Mollica.

Peter Van Wood, 1927-2010

Peter Van Wood nel 1949 aveva fatto parte con Gegè Di Giacomo del trio originale di Renato Carosone, era stato uno dei pionieri della chitarra elettrica in Europa e dagli anni '60 era anche l'autore di oroscopi molto seguiti.
E' morto oggi al Policlinico Gemelli di Roma, era malato da tempo.
Tra i suoi successi musicali come solista Butta la chiave, Tre numeri al lotto e Via Montenapoleone, ripresa nell'omonimo film di Carlo Vanzina del 1987.

martedì 9 marzo 2010

Clima e Denaro

Il 12 febbraio il segretario ONU Ban Ki-moon aveva annunciato la costituzione di un Advisory Group sul tema delle risorse finanziarie per il cambiamento climatico. Alla conferenza stampa erano presenti in video anche il primo ministro inglese Gordon Brown e quello etiope Meles Zenawi, che guideranno il gruppo. Ban aveva assicurato che nella composizione del gruppo sarebbero stato garantito un bilanciamento tra paesi occidentali e in via di sviluppo.
Ban Ki-moon aveva aggiunto che impegnare risorse nell'adattamento ai cambiamenti climatici è "un imperativo morale" oltre che "un investimento intelligente in un mondo più sicuro e più sostenibile per tutti".
Pochi giorni fa la composizione del gruppo è stata formalizzata. Oltre a Brown e Zenawi ci sono altri due capi di stato, il presidente di Guinea Bharrat Jagdeo e il primo ministro norvegese Jens Stoltenberg. Tra gli altri 15 componenti spiccano i nomi di George Soros e Nicholas Stern, oltre a molti ministri e alti funzionari di paesi come Messico, Singapore, Sud Africa, Cina, Giappone, India, Australia e Usa. Ci sono anche il vicepresidente di Deutsche Bank Caio Koch-Weser e il vicegovernatore della Banca di Francia Jean-Pierre Landau. L'Italia è assente.
Il compito di queste 19 personalità sarà quello di fornire proposte concrete sul reperimento e l'utilizzo dei finanziamenti destinati all'aiuto dei paesi in via di sviluppo. Il punto 8 del Copenhagen Accord siglato lo scorso dicembre prevede un fondo di 30 miliardi di dollari fino al 2012, che dovranno diventare poi 100 miliardi all'anno entro 2020.
Il gruppo si riunirà per la prima volta il 29 marzo a Londra e dovrebbe presentare già un documento ai Climate Talks di Bonn, la prima seduta di negoziati UNFCCC dopo Copenhagen, prevista dal 31 maggio all'11 giugno. Il report finale sarà divulgato alla COP 16 di Cancun.

lunedì 8 marzo 2010

Si chiama nemesi

La decisione del TAR Lazio di confermare l'esclusione della lista PdL dalle regionali sarebbe stato un argomento perfetto per Vespa.
Avremmo visto ospiti di Porta a Porta i maggiorenti del PdL a cominciare dai tre coordinatori, Larussa, James Bondi e l'indagato Verdini. Feltri e/o Belpietro solennemente in collegamento dalle redazioni milanesi.
Di Pietro in studio perché fa tanto estremismo di sinistra e un pacato PD (Finocchiaro? Letta? Fassino?) a fare la parte di chi non vuole infierire.
Invece niente, zero, Vespa a casa o a presentare per la duecentesima volta il suo libro.
Perché la destra ha votato con entusiasmo la decisione di cancellare i talk show politici dalla programmazione RAI.
Si chiama nemesi.

L'architetto e la Maddalena

Il coordinatore del gruppo di progettazione che ha lavorato alla riconversione della Maddalena per il G8 trasferito poi a L'Aquila era Stefano Boeri.
Sul sito web di Abitare, di cui Stefano è direttore, ecco la sua versione dei fatti.

domenica 7 marzo 2010

Niente sarà più come prima

Ci sarebbe molto da dire, ma lo hanno già fatto in troppi, decisamente più autorevoli di Sostenibilitalia.
Resta molto da pensare.
Mercoledì scorso, nel post Forma e sostanza, etica ed estetica avevo riassunto citazioni ed opinioni che oggi sembrano ancora attuali.
Dopo è successo molto, ma forse era già tutto previsto. Le certezze sono un presidente della repubblica che ha il complesso di essere di sinistra e un presidente del consiglio che non ha nessuno scrupolo e per il quale il fine giustifica comunque i mezzi.
Tutto questo è accaduto nel fine settimana, quindi nella sostanziale indifferenza della stampa internazionale. Da domani aspettiamoci l'ironia sferzante del resto del mondo, nel quale le regole stranamente hanno ancora un valore (pensate alle elezioni in Afghanistan, tanto per citare un paese civile).
Adesso la partita si sposta di nuovo nelle aule giudiziarie, con i ricorsi al consiglio di stato, l'udienza di domattina del TAR Lazio, le pronunciazioni della corte costituzionale. Ambienti familiari a Berlù, che male che vada potrà dire che la colpa è dei giudici schierati e della sinistra cattiva che, come ha detto oggi, "è il partito dell'odio e dell'invidia sociale, vuole fare dell'Italia uno Stato di polizia dominato dall'oppressione tributaria e dall'oppressione giudiziaria".
La constatazione finale, tristemente, è solo una: niente sarà più come prima.

giovedì 4 marzo 2010

Italian version

Oggi su La Repubblica c'è la traduzione italiana dell'articolo di Al Gore uscito giorni fa sul New York Times. Ne avevamo parlato qui su Sostenibilitalia domenica scorsa.

mercoledì 3 marzo 2010

We Are the World for Polverini

La differenza con la destra è anche questa, loro queste cose non le sanno fare.

Servitori dello stato

Forma e sostanza, etica ed estetica

Il presidente del Senato Schifani, riferendosi ai pasticci combinati dalla destra con le liste elettorali, ha voluto commentare: "Mi auguro fortemente che, nel rispetto delle regole, la sostanza prevalga sulla forma, quando la forma non è essenziale, garantendo il diritto sacrosanto di voto a tutti i cittadini".
Opinione piuttosto irrituale per essere espressa dalla seconda carica dello stato e da un uomo che, malgrado abbia avuto successo professionale nel settore del recupero crediti, prima si era laureato in giurisprudenza e aveva fatto anche l'avvocato.
La destra sta cercando di far passare la sciatteria e l'incapacità organizzativa dei suoi uomini come un dettaglio, un problema formale. La teoria non regge ed è vergognoso che la sostenga il presidente del Senato.
Sul blog di Pippo Civati è riportata questa dichiarazione di un imprenditore: "A proposito della vicenda firme, è esperienza diffusa che quando si partecipa ad una gara per un incarico o appalto - se l'offerta non è perfettamente conforme (manca un timbro, una firma, un certificato oppure si consegna in ritardo...) - si viene buttati fuori dalla gara. Il rispetto delle regole vale solo per noi?".
Nell'insofferenza alle regole che la destra rivendica e ama ostentare, persino quando si ricoprono cariche come la presidenza del Senato, ci sono l'assenza di valori e l'incapacità di confrontarsi con il mondo reale, matrici della cosmogonia berlusconiana.
Scrive Luca Sofri su Wittgenstein: "La sostanza è che sono una manica di cialtroni. La sostanza è che il partito di maggioranza relativa e di governo non è in grado di dedicarsi con efficienza e attenzione nemmeno alle più elementari e semplici regole di funzionamento della democrazia e di se stesso, la sostanza è che la sproporzione tra le sue forze e i suoi risultati è imbarazzante su ogni scala. E questa sostanza bisogna che prevalga, ha ragione Schifani, per il bene di tutti, PdL compreso, e cominci a contare. Magari imparano qualcosa, e sarebbe meglio per tutti."
E oggi il Corriere pubblica l'editoriale di quell'estremista di Galli della Loggia che definisce il PdL non un partito ma una corte e aggiunge: "La politica, infatti, non è vincere le elezioni e poi comandare, come sembra credere il nostro presidente del Consiglio ; è prima avere un’idea, poi certo vincere le elezioni, ma dopo anche convincere un paese e infine avere il gusto e la capacità di governare: tutte cose a cui Berlusconi, invece, non sembra particolarmente interessato e per le quali, forse, un partito non è inutile."
E proviamo ad immaginare come avrebbero commentato Schifani & Co. se le liste non ammesse fossero state del centrosinistra.

martedì 2 marzo 2010

I pasticci della destra romana
















Piovono Rane
rilancia le foto pubblicate su facebook sulla manifestazione "di popolo" indetta oggi a Piazza Farnese dai seguaci di Renata Polverini per "manifestare tutta la rabbia dei cittadini" come aveva proclamato il sindaco Alemanno.
Non esattamente una adunata oceanica.

L'Europa e le patate mutanti

Avevo già raccontato qualche settimana fa come la nuova Commissione Europea avesse dato subito dopo il suo insediamento segnali favorevoli all'introduzione degli OGM nell'agricoltura del continente.
Oggi la Commissione ha dato il benestare alla coltivazione della patata Amflora, una mutazione genetica prodotta dalla tedesca Basf che ne aveva chiesto l'approvazione nel 2003. Il tubero Amflora non è destinato all'alimentazione umana ma alla produzione di amido, da utilizzare nell'industria della carta (ma i sottoprodotti potranno essere usati anche nei mangimi animali). La Basf ha fatto sapere che già nel 2010 Amflora sarà coltivata in almeno 350 ettari, di cui 250 in Cekia. A regime la Basf prevede di ricavare dalla coltivazione di Amflora dai 20 ai 30 milioni di € l'anno.
La decisione di oggi chiude dodici anni di moratoria in cui l'Europa aveva mantenuto una posizione ferma di rifiuto all'introduzione degli OGM, malgrado le crescenti pressioni delle multinazionali. La commissione ha anche approvato l'introduzione di tre specie di mais OGM della Monsanto, MON863xMON810, MON863xMON810xNK603 e MON863xNK603. Questi non potranno essere coltivati in Europa ma ne viene concessa l'importazione e la lavorazione, anche per scopi alimentari umani.
La decisione di Bruxelles vede la ferma opposizione di ambientalisti e verdi di tutto il continente. Secondo Greenpeace la patata Amflora contiene un gene che aumenta la resistenza agli antibiotici. Gli Amici della Terra hanno dichiarato che esistono rischi che questo gene possa entrare nella catena alimentare.
Contrario anche il ministro dell'agricoltura Zaia, attualmente candidato della destra alla presidenza della regione Veneto. "Non permetteremo che questo metta in dubbio la sovranità degli Stati membri in tale materia. Da parte nostra proseguiremo nella politica di difesa e salvaguardia dell'agricoltura tradizionale e della salute dei cittadini. Non consentiremo che un simile provvedimento, calato dall'alto - ha dichiarato il ministro - comprometta la nostra agricoltura. Per questo valuteremo la possibilità di promuovere un fronte comune di tutti i Paesi che vorranno unirsi a noi nella difesa della salute dei cittadini e delle agricolture identitarie europee''.
"L'innovazione responsabile sarà la mia linea guida nelle questioni che riguardano le tecnologie innovative" ha commentato il Commissario Europeo alla salute e alla protezione dei consumatori, il maltese John Dalli. Secondo Dalli le ricerche scientifiche già svolte sugli OGM approvati oggi "non richiedono ulteriori valutazioni".

FDG 100302 #490

Green St, NYC

lunedì 1 marzo 2010

Le batterie che aspettavamo

Le obiezioni mosse ai motori elettrici o ibridi nascono in genere dal problema delle batterie: troppo grandi e pesanti, costose e lente a ricaricarsi.
Toshiba ha aperto ad Houston un centro per la commercializzazione in USA delle sue Super Charge Ion Battery (SCiB), accumulatori di ridotte dimensioni in grado di ricaricarsi al 90% in soli cinque minuti e garantiti per 6000 cicli o dieci anni. Inoltre le batterie funzionano bene fino a -30 gradi, superando la tradizionale inefficienza alle basse temperature.
Il centro americano di Toshiba lavorerà sulla realizzazione di prototipi e sul perfezionamento delle fasi di assemblaggio, supporto tecnico e assistenza.
Le prime applicazioni saranno nel settore dei veicoli elettrici e ibridi e nella conservazione dell'energia prodotta dalle smart grid della rete elettrica e dagli impianti eolici e solari.