domenica 29 marzo 2020

200 milioni di guanti al giorno non bastano

La malaysiana Top Glove Corporation è il primo produttore al mondo di guanti in gomma, con un quarto del mercato globale. L'obiettivo aziendale è raggiungere il 30% entro la fine del 2020. Top Glove ha 44 stabilimenti distribuiti tra Malaysia, Thailandia e Cina e una capacità produttiva di 200 milioni di paia di guanti al giorno.
L'improvviso aumento degli ordini dall'Europa e dall'America, praticamente raddoppiati dall'avvio dell'epidemia, supera le disponibilità aziendali. Top Glove ha aumentato la produzione e sta acquistando nuovi macchinari, ma le consegne sono in ritardo.


Song of the Day

venerdì 27 marzo 2020

Song of the Day


Bob Dylan non pubblicava una nuova canzone da otto anni. Ma Murder Lost Foul più che una canzone è un'orazione. Dura 17 minuti, su un arrangiamento minimale di piano, violino e una distante batteria. Il tema è l'omicidio di John F. Kennedy, non esattamente di attualità: “The soul of a nation been torn away/and it’s beginnin’ to go into a slow decay”. Ma le cose con il passare dei minuti si complicano, spuntano un sacco di citazioni musicali. Anzi, alla fine il testo è tutta una citazione di "suonami questo, suonami quello". Da Only The Good Die Young di Billy Joel a Take It To The Limit degli Eagles. E jazzisti come Oscar Peterson, Stan Getz, Art Pepper, Thelonious Monk. Nat King Cole, Lindsey Buckingam e Stevie Nicks di Fleetwood Mac. Molti altri, per completare una lista bizzarra.
Su Twitter Dylan scrive che la canzone è stata registrata "qualche tempo fa". Secondo Rolling Stone, che definisce la canzone "allusiva ed elusiva", lo stile di canto sembra quello dei suoi concerti degli ultimi due anni. E Bob aggiunge un messaggio di attualità: "State al sicuro, seguite le regole e che Dio sia con voi".


Canzoni stupide ma carine in tempi di virus #3


Scritta nel 1981 da Luisa Colombo e David Riondino, Maracaibo è molto meno leggera di quanto faccia pensare il ritmo sudamericano della canzone. Si parla di politica, di contrabbando d'armi e poi sì, anche d'amore. Ma l'uso del brano da parte dei Vanzina in Vacanze di Natale (1983) lo ha marcato a fuoco. Se ne è appropriato anche Jerry Calà.

I turisti prigionieri del Coronavirus

Le restrizioni di molti paesi, in alcuni casi fino alla chiusura totale dei confini, hanno trasformato molte migliaia di turisti in prigionieri. Oggi la Germania ha raccolto alcune centinaia di connazionali bloccati in Nepal. Un volo charter di Qatar Airways è atterrato all'aeroporto Tribhuvan di Katmandu, riaperto per l'occasione, caricando 305 persone (foto sopra).
Si calcola che solo in Nepal ci siano diecimila turisti bloccati. Alcune centinaia volevano cimentarsi nei percorsi di trekking sul monte Everest, aperti da poco dopo la stagione invernale. Un permesso per scalare l'Everest costa 10.000 Euro, ma il Nepal ha interrotto ogni attività fino alla fine di aprile. Finora nel paese, che ha chiuso le frontiere lo scorso martedì, sono stati registrati tre casi di Coronavirus, dei quali solo uno in ricovero ospedaliero.

martedì 24 marzo 2020

Manu Dibango, 1933 - 2020

Emmanuel N’Djoké Dibango era nato il 12 dicembre 1933 a Douala, la capitale del Camerun, allora colonia francese. Suo padre era un dipendende pubblico, sua madre una sarta. Ma a 15 anni fu mandato a Parigi a studiare piano e composizione. Si innamorò del jazz e cominciò a suonare il sassofono nei club. I genitori, delusi, smisero di pagargli le spese di soggiorno.
Nel 1972 arrivò Soul Makossa, un brano a cui non aveva dato molto peso e che era stato pubblicato come lato B di un 45 giri che inneggiava alla squadra del Camerun per la Coppa d'Africa. Ma grazie a qualche radio DJ di New York la canzone diventò un hit mondiale. Soul Makossa aprì a Dibango la scena musicale globale. Iniziarono collaborazioni sontuose con Bill Laswell, con Sly and Robbie, con Serge Gainsbourg, Hugh Masekela. Fela Kuti, Don Cherry, Herbie Hancock. Persino Jovanotti.
Manu Dibango è morto a Parigi per complicazioni da un contagio di Coronavirus.


lunedì 23 marzo 2020

A Hong Kong locali aperti ma senza alcool

La amministratrice di Hong Kong Carrie Lam Cheng Yuet-ngor ha annunciato oggi in una conferenza stampa la chiusura della città per due settimane a tutti i turisti. Inoltre ha proposto che agli 8600 pubblici esercizi sia vietato servire bevande alcooliche agli avventori. Spiegando i motivi del divieto Lam ha detto: "Nei ristoranti si potranno servire i pasti, ma senza alcool. Nei bar a volte la gente dopo aver bevuto alcool indulge all'intimità, aumentando i rischi di contagio".
Hong Kong ad oggi registra 327 casi di Covid-19 e quattro decessi.

domenica 22 marzo 2020

Canzoni stupide ma carine in tempi di virus #2

Il gruppo scozzese The Chimes incise nel 1990 questa cover di I Still Haven't Found What I'm Looking For, un brano dell'album The Joshua Tree di U2 del 1987. La bella voce di Pauline Henry, di origine giamaicana, dà un senso a questa versione dance. Dopo questo disco The Chimes sono subito spariti.


mercoledì 18 marzo 2020

Canzoni stupide ma carine in tempi di virus #1


Norman Greenbaum scrisse Spirit In The Sky nel 1969. Nel 1986 Doctor and the Medics incisero questa cover, che arrivò al numero uno della classifica dei singoli in UK.
Curiosamente Spirit In The Sky è una delle canzoni più suonate nelle cerimonie funebri in America.

lunedì 16 marzo 2020

Vittorio Gregotti, 1927 - 2020

Vittorio Gregotti è la prima vittima illustre italiana del Coronavirus. Architetto e cultore di storia urbana, è stato definito uno dei maestri del Novecento. Io invece penso che chi scrive bene di architettura non dovrebbe progettare, come i critici cinematografici non possono fare i registi.
Gregotti scriveva molto, seguendo teorie consolidate nel secolo scorso sul primato della progettazione dirigista e della committenza pubblica. Fu chiamato nel 1982 a dirigere la prestigiosa rivista Casabella per allontanarla dalle infatuazioni per l'architettura radicale e il nascente postmoderno graditi al precedente direttore Tomás Maldonado, decisamente meno ortodosso. Alessandro Mendini lo definì senza mezzi termini un direttore dannoso.
Gregotti detestava il postmoderno e l'architettura/oggetto. Era un uomo di pianificazione e di ordine. I suoi progetti seguono quasi sempre le categorie classiche dell'architettura, ma i risultati non sono stati sempre entusiasmanti, come lo stadio Marassi a Genova (sotto) e naturalmente il quartiere Zen a Palermo, diventato uno dei simboli della incapacità dell'architettura di risolvere il problema dei grandi complessi di edilizia residenziale pubblica.
La sua avversione per il progetto/oggetto è continuata fino alla morte. La definiva "l'agonia della modernità", rifiutando la spettacolarizzazione degli archistar. La sua visione urbana e architettonica restava centrata sull'ordine e il rigore.

Rispettato e stimato, Gregotti ha continuato a scrivere e progettare anche se minato da una grave artrite. Tra gli ultimi progetti la nuova città cinese di Pujiang, un complesso residenziale per centomila persone a venti Km da Shangai, costruito "all'italiana". Una esperienza da dimenticare, stucchevole e anacronistica.
Vittorio Gregotti ha segnato comunque la storia urbana dell'Italia nella seconda metà del Novecento. Molti lo rimpiangono. Tra questi Massimo Cacciari, che oggi gli ha dedicato un commoso coccodrillo su La Repubblica, che copio qui sotto.


Ieri la Francia ha votato, malgrado il virus

Il primo turno delle elezioni comunali francesi si è svolto regolarmente, anche se l'ombra del Coronavirus ha portato l'astensione oltre il 50 per cento (record a Nizza con il 71% di astenuti) e le precauzioni anti contagio stanno rallentando molto lo scrutinio. Nel precedente turno del 2014 l'astensione era stata del 36 per cento.
A Parigi la sindaca socialista uscente Anne Hidalgo è in testa con il 30% dei voti, un risultato superiore alle attese del suo stesso entourage. Nessun sondaggio la dava sopra il 25. Al secondo posto Rachida Dati, ex ministra di Sarkozy, con il 22 per cento. Terza la macroniana Agnés Buzyn, che ha sostituito in corsa Benjamin Griveaux, con il 17%. Il verde David Belliard si è fermato all'11 per cento.
Nel resto della Francia un'onda verde ha portato i candidati ecologisti a risultati sorprendenti. I Verdi sono in testa a Lyon, Besançon, Strasbourg e Grenoble, con risultati molto buoni anche a Toulouse e Bordeaux.
In Francia non c'è incompatibilità tra cariche di governo e comunali e molti erano i ministri in corsa. Lo stesso premier Edouard Philippe era candidato a Havre, dove dopo il primo turno è in testa con il 43 per cento dei voti.
Il secondo turno dovrebbe svolgersi domenica prossima 22 marzo, ma l'avanzare del virus porta molti espoinenti politic a chiedere un rinvio. Tuttavia secondo alcuni il rinvio sarebbe incostituzionale e annullerebbe i risultati del primo turno, azzerando di fatto le elezioni.


venerdì 13 marzo 2020

La prima presidente della Grecia

Oggi ad Atene si è svolta la cerimonia di insediamento di Katerina Sakellaropoulou, primo presidente donna della Repubblica Greca. Sakellaropoulou (63), che succede a Prokopis Pavlopoulos, ha giurato davanti al primo ministro Kyriakos Mitsotakis e all'arcivescovo di Atene Hieronymos, capo della Chiesa Greca Ortodossa.
La cerimonia è stata molto sobria, come si addice ai tempi del Coronavirus (i casi in Grecia sono 117). Nessuna stretta di mano, evitato ogni contatto fisico.
Katerina Sakellaropoulou era stata eletta dal parlamento il 22 gennaio con la schiacciante maggioranza di 261 voti a favore su 300.


giovedì 12 marzo 2020

Coronavirus, i numeri e le soglie. "Facciamo 500"

Non sono un matematico e non ho alcuna passione per i numeri. Evito di usare Excel, detesto le tabelle. Ma in tempi di emergenza virus i numeri contano. Incrementi, curve, prospetti. E soglie.
In questo post non parlerò della crescita dei contagi, delle percentuali di morti e guariti e di altri dati matematici inconfutabili. Parlerò di soglie, perché il concetto di soglia - o di limite - è affatto inconfutabile. Decidere un limite è una scelta, non una operazione matematica.
Il Coronavirus sta facendo il suo corso come era facile prevedere. Altre nazioni stanno vivendo la progressione già vista in Italia, altre seguiranno. Decidere quando e come intervenire per cercare di rallentare questo contagio è compito dei decisori politici, consigliati dagli scienziati. Oggi ho letto due notizie coincidenti che mi hanno invogliato a scrivere della aleatorietà delle soglie. Ovviamente in tema di azioni per contrastare il Coronavirus.
La Scozia ha deciso di vietare gli assembramenti (brutto termine, concordo) sopra le 500 persone. La stessa cosa ha fatto poco dopo Andrew Cuomo, il governatore di New York. Qual è la ratio dietro questa soglia? Nessuna, ovvio. Il contagio non si propaga se si è in 499? Lasciamo perdere.
Sono decisioni prese senza alcuna logica scientifica. Sono decisioni politiche. La soglia è stabilita sul presupposto de "fino a che punto posso rompere le scatole a chi va a un funerale, a giocare a bingo, a messa?".
Se le scelte continueranno a essere fatte su queste basi il Coronavirus giocherà senza avversari.


Nel 2019 le emissioni di CO2 non sono cresciute

L'Agenzia Internazionale per l'Energia ha pubblicato i dati 2019, che mostrano una stabilità delle emissioni di CO2 rispetto all'anno precedente, dopo due anni di aumento. Il dato è dovuto essenzialmente a una riduzione dell'utilizzo del carbone e ad una crescita delle energie rinnovabili, particolarmente nelle economie avanzate. In occidente le centrali elettriche a carbone sono diminuite del 15 per cento. Le rinnovabili contribuiscono al 28% della produzione globale di energia, con la crescita maggiore nel settore eolico.

mercoledì 11 marzo 2020

Trump vs. Biden

Dopo i risultati di ieri è chiaro che sarà Joe Biden a sfidare Donald Trump nelle elezioni americane di Novembre. Biden, resuscitato dal Super Tuesday, ha vinto nelle tre M (Michigan, Missouri, Mississippi) e in Idaho, lo stato delle patate. Particolarmente pesante per Bernie Sanders la sconfitta nell'operaio Michigan, dove il quasi socialista si impose quattro anni fa con una rimonta all'ultimo minuto su Hillary Clinton.
Joe Biden aveva iniziato le primarie in maniera disastrosa, con risultati imbarazzanti in Iowa e New Hampshire. Per registrare la prima vittoria dell'ex vice di Obama si sono dovute aspettare le primarie di sabato 29 febbraio in South Carolina. Poi sono arrivati gli endorsement di Pete Buttigieg, Amy Klobuchar e Beto O’Rourke e la vittoria in 10 dei 14 stati del Super Tuesday, tra i quali Maine, Minnesota e Oklahoma dove nel 2006 aveva vinto Biden. Quindi il ritiro e l'appoggio a Biden di Michael Bloomberg e l'ulteriore endorsement di Kamala Harris per suggellare una nuova compattezza dei Democratici USA, con la sola Elizabeth Warren ancora alla finestra.
Per Joe Biden la strada sembra spianata, a cominciare dalle primarie del prossimo martedì 17 marzo, quando andranno al voto Arizona, Florida, Illinois e Ohio. In Florida, dove si assegnano 219 delegati, i sondaggi indicano Biden in grande vantaggio, anche per l'ostilità della comunità latino americana verso Sanders.
Joe Biden non partecipò alla campagna elettorale del 2016: aveva appena perso il suo figlio maggiore Beau, morto per un tumore al cervello a 46 anni. Lasciò la corsa a Hillary Clinton, che riusci a vincere la nomination su un Bernie Sanders molto più agguerrito di oggi. Il Sanders del 2020 è tornato ad essere un outsider sgradito alla maggior parte dell'elettorato democratico. Secondo i suoi sostenitori le posizioni radicali di Sanders sono l'unica via per opporsi al populismo di Donald Trump e la moderazione di Joe Biden, candidato sempre più di apparato e certamente non entusiasmante, potrebbe portare l'elettorato a scegliere di nuovo il tycoon con i capelli rossi.
"Mi vedo come un ponte, nient'altro" ha detto lunedì scorso Biden a Detroit. "C'è una intera generazione di leader dietro di me. Sono loro il futuro di questo paese".
Su tutto restano ancora due grandi punti interrogativi: il Coronavirus e Barack Obama.

giovedì 5 marzo 2020

Crescita occupazione, le Marche quarta regione d'Europa

Eurostat ha diffuso oggi i dati sull'occupazione 2018 nelle regioni d'Europa. Spiccano le Marche, al quarto posto assoluto con un incremento del 4.6% rispetto al 2017. Meglio della regione di Ancona solo Malta, la Croazia Adriatica e l'Irlanda Meridionale. Tra le regioni italiane bene anche Abruzzo (+3.5%) e Sardegna (+3.4%). Le peggiori sono Sicilia (-0.8%), Campania (-0.4%), Umbria e Basilicata (-0,1%), Veneto e Lazio con uno zero secco.



Coronavirus, ecco la canzone tutorial


Il ministero della salute del Vietnam ha diffuso un video tutorial di una canzone sul Coronavirus che raccomanda di lavarsi frequentemente le mani. Il pezzo è cantato in vietnamita e i sottotitoli aono in inglese. In realtà non è terribile.

mercoledì 4 marzo 2020

Primarie Dem USA, adesso restano in due


Michael Bloomberg ha fatto la cosa giusta, annunciando oggi il suo ritiro dalle primarie del partito democratico e il suo appoggio alla candidatura di Joe Biden. Bloomberg è un vecchio amico di Biden e la sua discesa in campo tre mesi fa, a primarie già aperte, aveva stupito un po' tutti. Il magnate e filantropo ex sindaco di New York si era convinto che una candidatura estrema come quella di Bernie Sanders avrebbe favorito la rielezione di Donald Trump per un secondo mandato. Giudicava i candidati centristi del Partito Democratico troppo deboli, a partire proprio da Sanders, e quindi aveva deciso di mettersi in gioco. Le sue finanze permettono certi capricci. In tre mesi di campagna elettorale Bloomberg ha speso più di 500 milioni di dollari solo in pubblicità, senza contare le centinaia di persone che ha assoldato nei suoi uffici elettorali sparsi per l'America. Ma il modesto risultato del Super Tuesday ha spento le speranze di Mini Mike, come lo definisce in classico linguaggio da body shaming Donald Trump. E Bloomberg just called it quits.
Contemporaneamente al suo ritro, Michael Bloomberg ha annunciato l'appoggio a Joe Biden, seguendo gli endorsement già pronunciati da Amy Klobuchar e Pete Buttigieg. Ora il campo centrista del partito democratico ha un solo candidato: Joe Biden. Più a sinistra, una ostinata Elizabeth Warren non ha ancora lanciato la spugna, malgrado i modesti risultati di ieri nei 14 stati del Super Tuesday, dove è arrivata terza persino nel suo stato, il Massachusetts.
Con il passo indietro di Bloomberg (78) restano in corsa per la nomination democratica Biden (77) e Sanders (78). Con la mina vagante Warren (70), destinata presto a eclissarsi a sua volta. Questa lotta tra vegliardi sembra destinata a risolversi a favore di Joe Biden, come scrive anche Philip Bump sul Washington Post. Bernie Sanders ha perso il Super Tuesday ma lo ha fatto dignitosamente, vincendo anche in California, lo stato più importante. Nel conteggio dei delegati, aggiungendo anche quelli non assegnati della California, è ancora in testa. Ma il voto di ieri era stato già espresso in anticipo da larga parte degli elettori, quando ancora Buttigieg e Klobuchar non si erano ritirati. E soprattutto prima della rinuncia di Michael Bloomberg. Il suo 14 per cento ottenuto in California ha sostanzialmente fatto perdere Biden, che ha avuto il 25 contro il 33 di Sanders.
Con la convergenza dei centristi del partito democratico su Biden la strada di Sanders si fa molto in salita. E ancora Barack Obama non ha aperto bocca.

lunedì 2 marzo 2020

Il Coronavirus minaccia anche i negoziati sul clima

L'ombra del Coronavirus si staglia anche sui negoziati sul clima e sulla COP26 in programma a Glasgow il prossimo novembre. Lo scrive oggi Fiona Harvey su The Guardian, segnalando come le restrizioni ai viaggi e la "distrazione" di molti governi stiano già pregiudicando la preparazione al meeting di Glasgow.
La COP26 ha grande importanza, perché si svolge a cinque anni di distanza dall'Accordo di Parigi sul clima e ne sancisce l'entrata in vigore. Non tutto quello che l'accordo comporta è stato deciso, la COP25 dello scorso dicembre si è chiusa lasciando ancora molti nodi da sciogliere. Se le decisioni politiche saranno prese a Glasgow, la stesura dei documenti e le scelte tecniche sono compito delle delegazioni scientifiche e degli sherpa diplomatici. Gli incontri informali si susseguono, l'appuntamento ufficiale è per i Climate Talks di Bonn, 1-11 giugno.
Oltre agli intralci logistici, la crisi da Coronavirus influirà sui negoziati climatici anche per le sue conseguenze economiche. La contrazione della crescita globale è ormai conclamata, la OECD-OCSE ha diffuso proprio oggi le sue previsioni al ribasso. In tempi di crisi l'emergenza climatica rischia di passare in secondo piano e qualcosa di simile era già successo alla COP15 di Copenhagen del 2009, quando la recessione globale era appena cominciata.
Il paese che ospita la COP ha sempre un ruolo centrale nella organizzazione politica dei negoziati. Il Regno Unito per ora ha fatto solo confusione, sollevando dal ruolo di presidente della COP26 l'ex ministro dell'energia Claire O' Neill sostituendola con Alok Sharma solo due settimane fa. La nomina è stata molto criticata anche in Gran Bretagna.
C'è poi in gioco il ruolo dell'Italia, paese che si era in un primo momento candidato ad ospitare la COP, poi ha limitato il suo impegno alla organizzazione di incontri preliminari. Attualmente il nostro paese è il più colpito in occidente dall'epidemia e molte nazioni hanno ristretto o cancellato i collegamenti con Roma e Milano. Novembre oggi sembra lontano, ma difficile prevedere l'evoluzione di quanto sta accadendo.