giovedì 12 marzo 2020

Coronavirus, i numeri e le soglie. "Facciamo 500"

Non sono un matematico e non ho alcuna passione per i numeri. Evito di usare Excel, detesto le tabelle. Ma in tempi di emergenza virus i numeri contano. Incrementi, curve, prospetti. E soglie.
In questo post non parlerò della crescita dei contagi, delle percentuali di morti e guariti e di altri dati matematici inconfutabili. Parlerò di soglie, perché il concetto di soglia - o di limite - è affatto inconfutabile. Decidere un limite è una scelta, non una operazione matematica.
Il Coronavirus sta facendo il suo corso come era facile prevedere. Altre nazioni stanno vivendo la progressione già vista in Italia, altre seguiranno. Decidere quando e come intervenire per cercare di rallentare questo contagio è compito dei decisori politici, consigliati dagli scienziati. Oggi ho letto due notizie coincidenti che mi hanno invogliato a scrivere della aleatorietà delle soglie. Ovviamente in tema di azioni per contrastare il Coronavirus.
La Scozia ha deciso di vietare gli assembramenti (brutto termine, concordo) sopra le 500 persone. La stessa cosa ha fatto poco dopo Andrew Cuomo, il governatore di New York. Qual è la ratio dietro questa soglia? Nessuna, ovvio. Il contagio non si propaga se si è in 499? Lasciamo perdere.
Sono decisioni prese senza alcuna logica scientifica. Sono decisioni politiche. La soglia è stabilita sul presupposto de "fino a che punto posso rompere le scatole a chi va a un funerale, a giocare a bingo, a messa?".
Se le scelte continueranno a essere fatte su queste basi il Coronavirus giocherà senza avversari.


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