mercoledì 31 dicembre 2008

I miei auguri preferiti

Di tutti gli auguri ricevuti, dai giurassici biglietti spediti per posta agli sms, dalle e-mail ai post su facebook e gli altri social network, i miei preferiti di questo capodanno sono arrivati stamattina via e-mail da Edi Rama, sindaco di Tirana e candidato socialista alla presidenza dell'Albania.
Edi Rama non è un politico normale, né un personaggio semplice. Pittore e scultore con uno studio a Parigi, Rama tornò in Albania nel 1998 e fu eletto sindaco di Tirana nel 2000, carica che ricopre anche oggi. Con le sue iniziative per il recupero e la riqualificazione della città è stato il simbolo mondiale della rinascita albanese, fino ad essere eletto sindaco mondiale dell'anno nel 2004.
Rama oggi guida il partito socialista albanese e si candida a leader nelle prossime elezioni politiche. Ha già dichiarato che se non vincerà lascerà la politica per tornare alla carriera artistica. Come tutti i leader è un personaggio discusso e sotto stretta osservazione, ma conoscendolo di persona rivela una personalità molto ricca e interessante, oltre che una visione decisamente originale.
I suoi auguri sono arrivati sotto forma di una foto di gruppo, con lui in alto al centro, che si attiva cliccandoci sopra e apre una pagina web. Non sono riuscito a trasportare il fotolink su questo post, ma potete arrivarci cliccando qui.
Purtroppo non capisco una parola di albanese è non ho idea di cosa dica Edi Rama. Ma l'idea di questo gruppo di persone normali che si mette assieme per un augurio di buon anno nuovo mi sembra molto fresca e divertente.
Senza cercare di inventarmi altro lo pubblico su Sostenibilitalia con i miei auguri personali a tutti i lettori e agli amici di ogni stagione.
Buon Anno, davvero.

martedì 30 dicembre 2008

Botti sostenibili?

Se, come me, amate i fuochi d'artificio e i botti di capodanno, domani sera sarete tormentati dai sensi di colpa. Dobbiamo infatti ricordarci che ogni cosa che spariamo in aria torna inevitabilmente giù: ossidanti, propellenti, combustibili, agenti coloranti e altri composti chimici generalmente tossici o comunque pericolosi.
Il Codacons è arrivato a chiedere che i botti siano proibiti nelle città più grandi e inquinate come Milano e Roma, dichiarando (non senza approssimazione) che "ogni anno i botti di Capodanno fanno mediamente raddoppiare le polveri sottili". In realtà qualche fondamento c'è, se è vero che due anni fa il Corriere della Sera riportava come il livello del PM10 registrato la notte del 31 dicembre a Milano in via Juvara era pari a 131 microgrammi contro i 74 del giorno precedente, con condizioni meteo sostanzialmente invariate.
Chi ha preso i botti molto sul serio è Venezia, dove un'ordinanza del sindaco Cacciari per la prima volta vieta i petardi in tutta la città (dal 2005 erano stati vietati solo a San Marco e negli altri campi della laguna).
I fuochi d'artificio sono colorati da sostanze chimiche come stronzio e litio per il rosso, bario e rame per il verde, sodio per i toni dorati. Il calcio accentua i colori, lo zinco crea nuvole di fumo, l'alluminio le scintille e l'antimonio i riflessi. Cliccando sugli elementi di questa tavola potete scoprire il loro effetto pirotecnico. Normalmente i botti bruciano una miscela di nitrato di potassio, zolfo e carbone. Il nitrato di potassio ossida zolfo e carbone producendo bagliore e gas. Poi si aggiungono altri componenti come quelli elencati sopra per ottenere scintille ed effetti di colore. Tempo fa venivano utilizzati anche metalli più pericolosi come piombo e mercurio. Per eliminare la polvere da sparo la Disney ha sviluppato un sistema per sparare i fuochi con aria compressa ed ha aperto la propria compagnia pirotecnica, la DMD Systems.
Nella fabricazione dei fuochi d'artificio tradizionali negli ultimi tempi l'ossidante più diffuso è il perclorato di potassio, che però è un elemento pericoloso per la salute umana, particolarmente perché inibisce la capacità della tiroide di estrarre lo iodio dal sangue. Il perclorato è estremamente solubile e raggiunge facilmente le acque di falda, quindi i tentativi di produrre "botti sostenibili" sono concentrati sulla sostituzione del perclorato di potassio con qualcosa di meno pericoloso. L'alternativa più praticabile sembra la nitrocellulosa, che a parità di potenza produce quantità ridotte di fumo e di PM10. Ma un fuoco d'artificio alla nitrocellulosa costerebbe il doppio di quelli attualmente sul mercato, monopolio quasi esclusivo dei fabbricanti cinesi. Per adesso quindi nessuna speranza di trovare qualcosa del genere nei negozi o nelle armerie.

Happy 2009 from Gaza

Photo: Abid Katib/Getty Images

lunedì 29 dicembre 2008

Architettura sostenibile

Il sito Inhabitat ha pubblicato la classifica dei dieci progetti architettonici più innovativi e sostenibili del 2008, scegliendo come vincitore la scuola di arte, design e media della Università Tecnologica di Nanyang a Singapore.
L'edificio, progettato da CPG Corporation, è composto da tre diversi corpi di fabbrica che si intersecano sviluppandosi su cinque piani con una corte interna e un sinuoso tetto-giardino praticabile.
Si tratta di un progetto interessante e a misura d'uomo, preferito ad altri più tecnologicamente innovativi o a maggiore scala. Tra i dieci classificati anche la prima porta girevole che produce energia, progettata in Olanda da RAU e installata nel Natuuracafe La Porte di Utrecht.

2009, l'Euro arriva in Slovacchia

Il nuovo anno porterà l'Euro a Bratislava, rendendo la Slovacchia il sedicesimo paese dell'Unione Europea che adotta la moneta comune. Il sindaco di Bratislava Andrej Durkovsky ha annunciato una notte di capodanno con grandi celebrazioni per festeggiare l'evento.
La Slovacchia è il quarto tra i paesi recentemente entrati nell'Unione che utilizza l'Euro dopo Malta, Cipro e Slovenia. Anche la Lituania avrebbe voluto introdurre la moneta unita, ma gli occhiuti ministri delle finanze dell'area Euro hanno rinviato l'ingresso a causa della inflazione del paese baltico che supera il limite massimo consentito, seppure di un misero 0,1%.
Le monete slovacche avranno tre diversi disegni: i piccoli cent rossi un panorama dei monti Tatra, i cent dorati il castello di Bratislava e le monete da uno e due Euro (foto) lo stemma della repubblica.

sabato 27 dicembre 2008

Ecco il nuovo Routemaster

Il concorso per il nuovo bus a due piani di Londra è stato vinto ex-aequo dal consorzio Foster+Partners/Aston Martin e dalla Capoco Design.
Ambedue i progetti ripristinano l'ingresso aperto nella coda del bus, tanto rimpianto dai Londinesi, e presentano soluzioni innovative per la riduzione delle emissioni. Esteticamente la proposta di Richard Foster e della Aston Martin (foto) sembra più innovativa, mentre il design della Capoco richiama alcuni elementi estetici dei vecchi routemaster. Il bus di Foster coniuga un design aggressivo con elementi estetici tradizionali quali i pavimenti in legno e i sedili rivestiti in pelle ricostruita. Il tetto è ovviamente in pannelli fotovoltaici, ormai un must.
Sul sito della Transport for London sono pubblicati gli 11 progetti che la giuria ha scelto, tra vincitori e segnalati.
Ora l'azienda di trasporti dovrebbe scegliere il modello definitivo (scommetto su Foster/Aston Martin) e avviare una procedura concorsuale di appalto per affidare la produzione del bus, i cui primi prototipi dovrebbero fare la loro comparsa a Piccadilly Circus entro il 2011.

FDG 081227 #400

Ritz-Carlton, Doha

venerdì 26 dicembre 2008

Litro e metro non passano la Manica

La scorsa settimana il Parlamento Europeo ha approvato all'unanimità una risoluzione che permetterà a Gran Bretagna e Irlanda di continuare a usare il sistema di misurazione imperiale a tempo indeterminato. Oltre la Manica la birra si ordinerà ancora a pinte e l'altezza si calcolerà con i piedi e pollici. I tentativi di introdurre nel mondo anglosassone il sistema metrico decimale non sono mai riusciti a scalzare le misure imperiali, che sono la norma anche negli Stati Uniti.
Il voto di Strasburgo cancella la decisione precedente, che imponeva a Regno Unito e Irlanda di indicare entro la fine del 2009 una data ultimativa in cui i paesi sarebero passati al sistema metrico decimale. Ora invece questo obbligo è saltato e la misurazione è libera, nel senso che prezzi ed etichette dei prodotti possono indicare ambedue le quantità, facendo risparmiare ai produttori il lavoro di doppia etichettatura a seconda dei mercati di destinazione.
Il commissario all'industria e vicepresidente della Commissione Europea Guenther Verheugen ha approvato la risoluzione, sottolineando come sia "una buona notizia per Inglesi e Irlandesi". Gli inglesi sono tenacemente aggrappati al sistema imperiale che altri paesi come Australia, Sud Africa e Nuova Zelanda hanno deciso da tempo di eliminare. Anche in Irlanda le indicazioni stradali sono state convertite in chilometri, ma Londra è ancora molte miglia lontano dal resto d'Europa. E ci resterà.

giovedì 25 dicembre 2008

Note di Natale

All'estero, particolarmente in America, le canzoni natalizie sono un genere ben definito, con una classifica dedicata su Billboard e largo spazio negli scaffali dei negozi e nelle vendite online. In Italia il settore non ha mai attecchito e i tentativi di ravvivarlo restano sporadici. Ci ha provato quest'anno con coraggio Irene Grandi con un album (Canzoni per Nataleche sta anche vendendo bene, complimenti a lei.

Io confesso una particolare debolezza per le canzoni a tema natalizio e nella mia discoteca ho una bella collezione di dischi da Holiday Season. Le canzoni natalizie sono difficili da inventare, tanto che anche gli artisti più affermati preferiscono indulgere sugli standard, di cui esistono decine o centinaia di versioni. Riuscire a imporre una canzone natalizia inedita è davvero difficile e negli ultimi quaranta anni ci sono riusciti in pochi. Direi gli Eagles con Please come home for Christmas, George Michael con la Last Christmas degli Wham! e naturalmente John Lennon con Happy Xmas (War is over). Senza contare Do they know it's Christmas dei Band Aid di Bob Geldorf.
Tra i classici il mio disco preferito è Christmas with the Rat Pack (foto), una compilation di Frank Sinatra, Dean Martin e Sammy Davis che piacerà a Michele Monina. Ma i pezzi più divertenti sono nelle raccolte lounge della Capitol Christmas Cocktails, a tempo di mambo e cha cha cha. Di italiano prediligo un singolo del 1995 di Elio e le Storie Tese con la banda di Radio DJ che si intitola "Natale con i tuoi" o meglio Christmas with the yours (video). Superbo.

domenica 21 dicembre 2008

Galeotta fu la brocca

Chi ha partecipato a qualche meeting a Bruxelles o in giro per l'Europa ricorda come l'acqua da bere sia sempre rigorosamente tap water, cioè acqua del rubinetto, servita invariabilmente in bicchieri di vetro. Niente a che vedere con il trionfo di plastica e minerale presente sui tavoli direzionali italiani. Del resto gli Italiani sono i maggiori consumatori di acqua in bottiglia del mondo, con una quota annuale di 194 litri a testa (erano 65 nel 1985). La crisi economica non sembra intaccare un mercato in costante espansione che produce oltre sei miliardi di bottiglie di plastica l'anno, una quantita mostruosa.
Le aziende municipalizzate spendono somme ingenti per spiegare alla gente che spesso l'acqua del rubinetto ha caratteristiche chimiche e organolettiche migliori di quella in bottiglia, ma invano. Gli Italiani continuano a caricare i loro carrelli di pesantissime bottiglie di acqua di cui spesso non controllano neanche la provenienza e la composizione.
La potente lobby delle acque minerali non poteva sperare in uno spot migliore del malore occorso alla presidenta di Confindustria Emma Marcegaglia dopo avere bevuto acqua da una brocca nel corso di un incontro al ministero degli esteri. Niente di serio, ma molto scalpore mediatico e la conclusione dei NAS che hanno accertato che l'acqua conteneva una modesta quantita di ipoclorito di sodio, ovvero varechina.
Marcegaglia per fortuna si è subito ripresa, ma l'acqua del rubinetto ci metterà mesi a riguadagnare il rispetto e degli italiani e l'abitudine ad essere messa in tavola al posto di quelle inutili, costose e inquinanti bottiglie di plastica.
L'incidente alla varechina occorso al ministero degli esteri ha provocato commenti di ogni tipo, culminati nel gesto plateale di Berlù che ha bevuto acqua davanti alla platea degli ambasciatori. Notevole anche Massimo D'Alema, ascoltato alla direzione nazionale del PD dire: "Ero al telefono con la Marcegaglia, volevo sapere come stava... Certo, quando c'ero io al ministero degli Esteri queste cose non succedevano".

Il Montenegro bussa in Europa

La Repubblica del Montenegro ha formalmente richiesto l'ingresso nell'Unione Europea. La proposta è stata formulata dal premier montenegrino Milo Djukanovic nel corso di un incontro con il presidente di turno UE Nicholas Sarkozy a Parigi lunedì scorso.
Il Montenegro (680.000 abitanti) si è separato dalla Serbia due anni fa e nell'ottobre 2007 aveva sottoscritto lo "Stabilisation and Association Agreement", il primo passaggio del lento processo di negoziazione per l'entrata in Europa.
Oltre al Montenegro la UE sta attualmente negoziando anche con Croazia, Macedonia e Turchia.
La Croazia dovrebbe concludere per prima i negoziati, anche se i tempi previsit (fine 2009) sembrano destinati ad allungarsi. Giovedì scorso infatti la Slovenia ha posto il suo veto sull'apertuta di nuovi protocolli con la Croazia a causa di vecchie dispute di confine che risalgono al 1991, quando le due nazioni dichiararono l'indipendenza separandosi dalla Yugoslavia.
Il veto sloveno ha impedito l'apertura di nove nuovi protocolli e le negoziazioni dell'Unione con la Croazia sono aperte ancora solo su 22 dei 35 capitoli. I negoziati tra Croazia e UE hanno avuto inizio nell'ottobre 2005, stessa data in cui sono cominciati quelli con la Turchia, che fino ad oggi ha aperto solo dieci dei 35 capitoli.

giovedì 18 dicembre 2008

Il 2009? Sarà l'anno del clima

Nella sua ultima conferenza stampa del 2008 il segretario generale ONU Ban Ki-moon ha annunciato che il 2009 sarà l'anno del clima.
Secondo Ban Ki-moon il prossimo anno non sarà più semplice di quello che sta per finire, che ha chiamato "l'anno delle crisi multiple", ricordando Iraq, Medio Oriente, Somalia, Zimbabwe e Afghanistan.
Il segretario ONU ha rimarcato che il 2009 sarà l'anno dei cambiamenti climatici, con la sua conclusione nel vertice di dicembre 2009 a Copenhagen dove dovrà essere approvato il nuovo protocollo per limitare le emissioni di gas serra. Ha anche annunciato una sessione straordinaria delle Nazioni Unite sul tema dei cambiamenti climatici per il prossimo settembre.
"Mancano solo dodici mesi al vertice di Copenhagen e non abbiamo tempo da perdere. Dobbiamo raggiungere un accordo prima della fine del prossimo anno. Un protocollo ponderato, di ampio respiro e che possa essere sottoscritto da tutti gli stati. Lo storico accordo raggiunto la scorsa settimana dai paesi dell'Unione Europea testimonia il loro impegno e mi congratulo con i presidenti Sarkozy e Barroso. Anche il neo-presidente americano Obama ha garantito il suo interessamento" ha aggiunto Ban Ki-moon.

Lo farà davvero?

Eco dalle Città rilancia una dichiarazione del ministro dell'ambiente Prestigiacomo sul colpo di spugna del governo della destra alle detrazioni per gli interventi di risparmio energetico. "Mi batterò in Parlamento perché venga ripristinata la misura sulla detrazione degli interventi negli edifici privati per il risparmio energetico perché comunque questo deve essere un obbiettivo di tutti: quello di contribuire ad un risparmio energetico e di inquinare meno" ha affermato la ministra in un programma TV di Canale 5.
Il testo del "decreto anticrisi" che ha messo in discussione le detrazioni andrà in commissione il 9 gennaio e in aula parlamentare il 12, ma le previsioni non sono così rosee. Il ministro Prestigiacomo vorrebbe cancellare l'articolo 29 del DL 185/2008, quello dedicato agli incentivi per gli interventi di risparmio energetico. Il decreto ha già iscritti nelle commissioni bilancio e finanze della Camera più di mille emendamenti, ma nessuno di questi è firmato dal governo o dai relatori. Secondo alcune revisioni contabili dei tecnici del ministero dell'economia le detrazioni potrebbero essere reintrodotte, ma per una quota minore che non dovrebbe superare il 40-45%.
Gli incentivi, più che dagli ecologisti, sono fortemente richiesti dagli artigiani e dalle imprese, per i quali rappresentano un volano irrinunciabile nell'attuale periodo di crisi del settore dell'edilizia.

2008, un altro anno caldo

L'Organizzazione metereologica mondiale ha confermato con un comunicato ufficiale che il 2008 si avvia ad essere il decimo anno più caldo in assoluto dal 1850, anno in cui sono cominciate le rilevazioni. Nel corso del 2008 la temperatura è stata di 0.34° superiore al valore medio di 14° misurato nel periodo 1961-1990.
Il 2008 è stato leggermente meno caldo degli altri anni di questo inizio millennio per l'influenza de La Niña, che si è formata alla fine del 2007.
Nel nord Europa l'inverno 2007/2008 è stato particolarmente caldo, con temperature in alcuni casi superiori di sette gradi alle medie stagionali. Nella maggior parte di Svezia, Norvegia e Finlandia l'inverno è stato il più caldo dal 1850. Al contrario il freddo ha colpito la fascia eurasiatica dalla Turchia alla Cina, con il gennaio più freddo degli ultimi 50 anni.
La Niña, come il fratello maschio, provoca una anomalia nelle temperature dell'oceano che si riperquote a livello mondiale. In questo caso il fenomeno, che è durato fino a maggio 2008, è stato causato da un raffredamento nella zona equatoriale dell'oceano Pacifico orientale e centrale e un riscaldamento di quella occidentale.
Nel 2008 la calotta artica ha raggiunto il secondo minimo storico da quando nel 1979 sono iniziate le rilevazioni satellitari. Il minimo annuale si è registrato lo scorso 14 settembre e il record assoluto resta il dato del 2007. Tuttavia, alla luce della riduzione dello spessore, il volume totale di ghiaccio del 2008 è il più basso della storia.

mercoledì 17 dicembre 2008

A Londra venerdì arriva il nuovo bus

Il nuovo sindaco Boris Johnson ne aveva fatto uno dei pilastri del suo programma e poco dopo essere eletto aveva lanciato un concorso di design per il nuovo autobus urbano di Londra.
L'obiettivo è quello di rimpiazzare il glorioso routemaster a due piani, pensionato nel 2005 dopo cinquanta anni di onorato servizio. Il routemaster, vera icona londinese, fu costruito fino al 1968 e nel suo momernto di massimo fulgore ne giravano 2.760. Fu poi sostituito dai bus a un piano lunghi e snodati, i cosiddetti bendy importati dalla Francia e cordialmente detestati dagli inglesi. E infatti le specifiche del concorso, il cui vincitore riceverà un premio di 25.000 sterline, erano di progettare un bus a due piani e di colore rosso, con 72 posti a sedere, accessibile ai disabili ed ecologicamente innovativo. Il concorso avrebbe dovuto chiudersi alla fine di ottobre, ma tutto è slittato di qualche mese e i vincitori saranno proclamati dopodomani.
Nel frattempo i bendy sono diventati 393 ma verranno gradualmente dismessi, con un piano che va dal prossimo anno al 2012.

Bruxelles approva il pacchetto clima

Oggi il parlamento europeo ha approvato il "pacchetto clima" licenziato venrdì scorso dai 27 capi di stato dell'Unione. Le sei votazioni hanno registrato tutte una largissima maggioranza, da un minimo di 559 a un massimo di 670 sul totale di 785 parlamentari.
Seppure reso meno incisivo dalle mediazioni, il pacchetto è comunque un progetto molto impegnativo e un segnale estremamente importante per tutti i paesi del mondo alla vigilia dell'anno che si concluderà nel dicembre 2009 con l'approvazione del nuovo protocollo globale sul clima.
Il testo integrale in italiano dei sei provvedimenti e di tutti gli allegati è a questo link.

martedì 16 dicembre 2008

Dopo Poznan, aspettando Obama

All'ingresso della conferenza sui cambiamenti climatici di Poznan qualcuno aveva piazzato una sequenza di statue di ghiaccio ornate da fasce su cui era scritto in varie lingue "Europa dove sei?". Nella città polacca, normalmente intirizzita da un rigido clima continentale, faceva più caldo del previsto (cambiamenti climatici?) e le statue tendevano a sciogliersi. Nel frattempo il Consiglio Europeo approvava a Bruxelles il "pacchetto clima 20+20+20", con la soddisfazione di Nicholas Sarkozy che conclude il semestre di presidenza francese della UE con un risultato storico.
E adesso tutti guardano agli USA. Anche il presidente della Commissione Europea Barroso, che per commentare l'accordo sul pacchetto clima ha utilizzato lo slogan di Barack Obama yes we can. "Il nostro messaggio ai partner nel resto del mondo è yes you can" ha detto. "Potete farcela a fare ciò che noi stiamo facendo". E rivolgendosi ad Obama lo ha invitato a "unirsi all'Europa e assieme a noi guidare il mondo".
In realtà Obama, malgrado abbia messo le questioni legate all'ambiente e all'energia al centro del suo programma di governo, ha obiettivi più modesti di quelli europei. Nei suoi progetti c'è una sostanziale stabilizzazione delle emissioni di CO2 degli USA entro il 2020, mentre l'Europa punta a un -20%. E se a Bruxelles alcuni sperano in una "grande coalizione climatica" tra Europa e America molti altri frenano, facendo notare che i segnali che arrivano dal Congresso americano sono per una generale opposizione a stabilire limiti vincolanti per le emissioni. Naturalmente una cosa tira l'altra e, come a Poznan la conclusione tutto sommato positiva della conferenza è dipesa anche da quanto era stato appena deciso a Bruxelles, adesso si conta sull'effetto traino che la scelta europea potrebbe produrre sulle politiche Americane.
I tempi sono molto stretti, manca meno di un anno alla COP-15 di Copenhagen, anche se proprio a Poznan si è deciso di far slittare di una settimana la conferenza, che adesso è in programma dal 7 al 18 dicembre 2009. Il nuovo protocollo sarà presentato nella prima versione già a giugno. Allora Barack Obama sarà presidente degli Stati Uniti solo da cinque mesi. Basterà un periodo così breve a cambiare radicalmente la rotta degli Stati uniti sulle politiche climatiche, abbandonando lo scetticismo cinico dell'era Bush? La scommessa non è semplice, anche alla luce del ribasso dei prezzi petroliferi che ha reso decisamente meno competitive le scelte energetiche alternative. Il prezzo della benzina negli USA si è praticamente dimezzato rispetto ai record di qualche mese fa.
Il discorso di investitura che Barack Obama pronuncerà il 20 gennaio 2009 a Washington potrebbe già chiarire molti dubbi. Gli ottimisti sperano che prevalga l'orgoglio americano e che il neopresidente, per non rimanere a traino dell'Europa, rilanci con progetti ancora più ambiziosi. Staremo a vedere.

FDG 081216 #399

Profugo del clima

domenica 14 dicembre 2008

Nancy e le altre alla corte di Barack

Barack Obama ha nominato il suo staff nel settore ambiente, energia e cambiamenti climatici, istituendo quella che è stata subito definita una trojka tutta al femminile.
Carol Browner, già direttrice della Agenzia Nazionale per la Protezione dell'Ambiente (EPA) assumerà il ruolo di coordinamento per energia, ambiente e cambiamenti climatici trale varie agenzie federali.
Lisa Jackson del New Jersey sarà il nuovo direttore dell'EPA mentre Nancy Sutley (foto), assessore all'ambiente della città di Los Angeles, assumerà la direzione del Consiglio per l'Ambiente della Casa Bianca. Sutley, attivista gay e fervente sostenitrice della campagna presidenziale di Hillary Clinton, crede fermamente nella centralità del ruolo delle città. "Le città sono le prime a dover dare una risposta" disse tempo fa in un'intervista "Se i cambiamenti climatici provocheranno altri incendi boschivi dovremo darci da fare a livello di città. Non possiamo permetterci di aspettare le soluzioni nazionali o internazionali".
Il direttore del Dipartimento per l'Energia sarà invece Stephen Chu, già premio Nobel nel 1997 e direttore del Lawrence Berkeley National Laboratory.

sabato 13 dicembre 2008

Ore piccole per chiudere Poznan

Alle 2:59 di stamattina il ministro polacco dell'ambiente Maciej Nowicki, presidente della conferenza, ha dichiarato ufficialmente chiuso il summit di Poznan (ecco il comunicato stampa ufficiale ONU).
L'appuntamento di quest'anno, a metà strada nel percorso tra Bali e Copenhagen, era stato definito fin dall'inizio una tappa interlocutoria, e tale si è confermato. Tuttavia la strada è segnata e l'accordo raggiunto ieri dai 27 a Bruxelles ha rafforzato l'ipotesi di concludere i negoziati del dopo Kyoto alla COP-15 di Copenhagen, nel dicembre 2009.
"Da adesso in poi si fa sul serio" ha detto il segretario di UNFCC Yvo de Boer commentando la fine dei lavori. Ora le commissioni dovranno cominciare la stesura del nuovo protocollo, redatto a partire dal primo meeting del 2009, in programma a Bonn dal 29 marzo all'8 aprile. Un secondo incontro, previsto sempre a Bonn dal 1 al 12 giugno, dovrebbe vedere la presentazione della prima bozza completa del documento, che poi sarà rivisto e corretto nel terzo ed ultimo pre-meeting verso la fine di agosto/inizio di settembre (data e sede non sono ancora stati decisi).
Sul fronte politico la decisione più importante di Poznan è probabilmente la formalizzazione del progetto di un fondo internazionale per il sostegno economico ai paesi poveri nell'adattamento ai cambiamenti climatici e la prevenzione dei disastri (Adaptation Fund), finanziato con il 2% dei proventi del Clean Development Mechanism. Malgrado questo i paesi in via di sviluppo si aspettavano di più, e i loro commenti finali sono i più amari, a cominciare dall'India che lamenta la mancata adesione dei paesi occidentali a contribuire economicamente in aiuto dei paesi poveri per le calamità naturali. Anche il capo delegazione cinese Su Wei ha lamentato "progressi limitati, se non nulli".
Molto più positivi i commenti occidentali, motivati sia dall'accordo europeo raggiunto a Bruxelles che dalla certezza che la presidenza di Obama cambierà radicalmente la posizione degli Stati Uniti. Generalmente negativi i pareri delle ONG, ma questo è retorico.
Stravolti gli oltre diecimila delegati (foto sotto) che is sono trascinati per due settimane tra tavoli di negoziazione, conferenze tematiche ed eventi paralleli. Secondo le stime la conferenza è costata almeno 30 milioni di Euro.

Il momento di Al Gore

Ieri a Poznan è salito sul palco della plenaria Al Gore, che come lo scorso anno a Bali ha prodotto il contributo più efficace di queste due settimane, almeno sotto il profilo della comunicazione. Lasala era ovviamente gremita e Gore si è guadagnato vari applausi e due standing ovation. Ecco un video non ufficiale del suo discorso, in cui ha definito "sclerotico" il sistema politico del mondo sviluppato. "Dobbiamo superale la paralisi che ci ha impedito di agire e concentrare i nostri sforzi su questa crisi, anziche occuparci di OJ Simpson, Paris Hilton o Anna Nicole Smith" ha aggiunto Gore.
Tuttavia il discorso di Al Gore è stato fondamentalmente ottimista. Ha ricordato il green new deal proposto da Barack Obama, sottolineando come sia un modello destinato ad essere esportato in altri paesi. "Quando (Obama) sarà presidente gli Stati Uniti avranno un ruolo attivo nei negoziati e contribuiranno a guidare il mondo verso una nuova era di cooperazione globale contro i cambiamenti climatici" ha ribadito Gore, scatenando uno degli applausi più vigorosi.
Gore ha anche ricordato il piano della Cina per migliorare l'efficienza energetica, l'intervento del Brasile contro la deforestazione in Amazzonia e i limiti alle emissioni adottati dal Messico. "Nessuno potrà più dire che la Cina si mette di traverso" ha detto.
Berlusconi e il capoclasse Tremonti sono avvisati.

FDG 081213 #398

Il miracolo della croce in cielo
Konin, Polonia

venerdì 12 dicembre 2008

Come non detto

''Non posso opporre nessun veto sulla questione del clima perché non posso fare la figura del cattivo nei confronti di una sinistra che utilizzerebbe questa mia posizione per fare lotta politica''
Silvio Berlusconi, ieri notte.

giovedì 11 dicembre 2008

I tre primati di Penny

Penny Wong (40, con me nella foto) è il ministro australiano per i cambiamenti climatici e l'acqua e ha tre primati nel suo albo d'oro.
1. E' il primo ministro australiano con una delega specifica ai cambiamenti climatici.
2. E' il primo ministro australiano di origine cinese (l'Australia, specialmente il Queensland, ospita una popolosa comunità cinese).
3. E' il primo ministro australiano ad avere dichiarato apertamente la sua omosessualità.

A posto

"Oggi mi tocca fare il cattivo, così divento il più antieuropeista di tutti...Trovo assurdo parlare di emissioni quando c'è una crisi in atto. E' come se chi ha la polmonite pensa di farsi la messa in piega...".
Silvio Berlusconi, oggi.

Difficile replicare. Di messe in piega, traslazioni tricologiche e trapianti se ne intende davvero.

Statements

Oggi alla conferenza ONU sui cambiamenti climatici di Poznan (foto) è cominciato l'High Level Segment, anticipato ieri sera dalla cena di gala ufficiale, dove partecipavano il capodelegazione e un accompagnatore per ogni nazione. Non so chi si sia portata dietro il ministro Prestigiacomo, ma non credo si tratti di Alessandro Bratti. Mi informerò.
Dalle 12 è cominciata la sfilata dei ministri e dei capi delegazione, aperta dai rappresentanti dei gruppi formalmente costituiti in ambito ONU. Il nostro ministro farà il suo statement alle 19 per quarantunesima, dopo il Belgio e prima del Sudan. Potete vederla in webcast qui. Gli interventi previsti sono circa 150 e proseguiranno fino a domani sera.

La sessione dei Governi Locali

Il nostro evento di ieri sera a Poznan è andato davvero bene, con molta gente rimasta fuori per mancanza di spazio.
Nella foto accanto a me c'è Anna Tibaijuka, Tanzaniana sottosegretario generale ONU e direttrice di UN-HABITAT, l'agenzia per gli insediamenti umani. Poi Evelyne Huytebroeck, ministro per l'ambiente, l'acqua e l'energia della regione di Bruxelles in Belgio e infine David Cadman di Vancouver, presidente di ICLEI.
Abbiamo tutti ribadito quanto sia importante, anzi necessario, che le città e i territori siano inseriti a pieno titolo nel prossimo protocollo mondiale sul clima.
Io ho chiuso il mio intervento con una frase di Albert Einstein che mi piace molto: "Non possiamo pretendere di risolvere i problemi con la stessa mentalità che li ha creati".

mercoledì 10 dicembre 2008

Poznan non finirà venerdì sera

A Poznan i negoziati continuano sui quattro tavoli aperti: adattamento, mitigazione, tecnologia e finanziamenti. I progressi non sembrano evidenti.
Intanto stasera arriva Al Gore, direttamente da Milano dove il sindaco Moratti gli ha conferito la cittadinanza onoraria. In arrivo anche il ministro Prestigiacomo e una delegazione di parlamentari italiani, tra i quali Sandro Bratti, che l'aereo di stato dovrebbe portare in Polonia in questi minuti.
Molti analisti hanno presentato la conferenza di Poznan come un momento interlocutorio, in cui non sono previste decisioni importanti. In parte è vero, ma le parti sono chiamate almeno a stabilire come prendere le decisioni future. Sul metodo e i parametri da seguire nel percorso verso Copenhagen le posizioni sono ancora distanti e nei corridoi circola sempre più insistente la voce di un prolungamento del meeting almeno fino alla mattina di sabato 13.
Tra mezz'ora comincia l'evento parallelo ufficiale dedicato alle città e agli enti locali, dove devo parlare anche io.

Oggetti smarriti

Dal programma ufficiale della COP 14 di Poznan, pubblicato ogni giorno dalle Nazioni Unite:
I seguenti oggetti sono stati consegnati all'Ufficio Sicurezza dell'ONU. I proprietari possono recuperarli nel padiglione 15A, accanto all'ingresso principale:
Cappelli 7
Guanti 6
Blocchi per appunti 15
Sciarpe 9
Occhiali da vista 2
Chiavi 3
Penne USB 27
Portafogli 1
Altri oggetti 98

FDG 081210 #397

Ecco come riduce il CO2

Al Gore a Poznan

Oggi ai 10.600 delegati registrati alla conferenza ONU sui cambiamenti climatici si aggiunge Al Gore, che domani riceverà anche una laurea honoris causa dalla università Adam Mickiewitz di Poznan.
Prima di partire per Poznan, che raggiungerà via Milano, Gore ieri ha incontrato a Chicago Barack Obama e Joe Biden (foto). Non sono trapelate indiscrezioni dal colloquio, durato 45 minuti, ma Obama ha confermato di condividere con Gore la visione scientifica sui cambiamenti climatici e la necessità di agire con interventi urgenti ed efficaci per contrastarli. Obama ha anche utilizzato un termine usato correntemente da Gore quando ha detto che bisogna "ricaricare" ("repower") l'America puntando sulle energie rinnovabili e creando una rete efficiente di energia elettrica in grado di servire tutto il paese.

Non c'è più niente da negoziare

Il presidente della Commissione Europea Barroso ha ribadito anche ieri che gli obiettivi fissati nel "pacchetto clima europeo" non sono negoziabili. La precisazione sembra rivolta in modo particolare al governo italiano, che per bocca di vari ministri continua a minacciare la propria opposizione al provvedimento, che è al centro del Consiglio Europeo in programma giovedì e venerdì prossimo.
"Dobbiamo approvare gli obiettivi e guidare il nuovo accordo internazionale il prossimo anno a Copenhagen" ha dichiarato Barroso.
All'Italia è stata concessa una clausola di revisione nel 2014 per verificare l'obiettivo di raggiungere un 20% di rinnovabili nel mix energetico entro il 2020. Il 20% di energia prodotta da fonti rinnovabili è la media europea, l'obiettivo fissato per l'Italia è il 17% (oggi è il 5,2%). La revisione richiesta dall'Italia per il 2014 riguarda in particolare i biocombustibili, sui quali l'Europa aveva puntato con un obiettivo "parallelo" di una percentuale del 10% del totale dei carburanti. La versione approvata ieri non prevede più questa quota, comprendendo nel 10% "alternativo" agli idrocarburi anche i mezzi elettrici, ibridi e il trasporto ferroviario, mentre viene escluso il trasporto aereo.
Nel frattempo in un incontro bilaterale, Germania e Polonia hanno confermato di non avere intenzione di porre veti all'approvazione del pacchetto energia.

martedì 9 dicembre 2008

Gli inviati di Barack a Poznan

Barack Obama ha mandato alla conferenza dui cambiamenti climatici di Poznan il senatore del Massachussetts John Kerry, già candidato alla presidenza degli Stati Uniti nel 2004, e la senatrice del Minnesota Amy Klobuchar (foto), entrambi democratici. In pratica Kerry e Klobuchar formano una seconda delegazione americana oltre a quella ufficiale che rappresenta l'amministrazione Bushe che, come lo scorso anno a Bali, è guidata da Paula Dobriansky, sottosegretario di stato per la democrazia e gli affari globali.

A Poznan si parla di città e clima

Alla conferenza ONU sui cambiamenti climatici di Poznan è arrivato il momento delle città. Comincia oggi la sessione dedicata ai governi locali (programma completo) che si concluderà giovedì. Tutti ormai riconoscono la necessità di includere le città con un capitolo specifico nel nuovo accordo globale sul clima che dovrà sostituire il Protocollo di Kyoto, che scadrà nel 2012. Il nuovo protocollo sarà definito nei prossimi mesi per essere approvato alla COP 15 di Copenhagen nel dicembre 2009. Tra qui e Copenhagen l'agenda è fitta di incontri e occasioni di negoziazione, i temi su cui si è chiamati a decidere sono molti ed estremamente complessi. Il tempo a disposizione in realtà è molto più stretto di quanto possa sembrare, ma tutti i soggetti coinvolti sembrano politicamente molto motivati a trovare un accordo entro la scadenza della conferenza di Copenhagen.
Noi rappresentanti dei governi locali presenteremo all'assemblea dei 190 paesi riuniti a Poznan un documento in cui si chiede formalmente l'inclusione delle città e dei territori nel nuovo protocollo. Questa posizione è condivisa da molti governi e dalla presidenza di turno francese dell'Unione Europea e rappresenta per le città un elemento estremamente importante anche in termini di opportunità di sviluppo economico e innovazione.
La sessione dei governi locali sembra destinata ad avere un successo senza precedenti, con la partecipazione di molti sindaci e leader di tutto il mondo. Le iscrizioni totali superano le 400 presenze.

lunedì 8 dicembre 2008

FDG 081208 #396

Capre Natalizie, Poznan

Europa e Clima, accordo più vicino

Oggi l'agenda della conferenza ONU sul clima di Poznan non prevede incontri e negoziati ufficiali, per rispetto della festività islamica di Eid Al-Adha.
Intanto proseguono i contatti febbrili della presidenza UE francese per raggiungere un accordo europeo per il fine settimana. Dopo l'incontro con gli stati dell'Europa dell'Est, in cui si sono registrati progressi e convergenze ma non un accordo formale, Sarkozy ha telefonato al cancelliere tedesco Angela Merkel. Il colloquio si è concluso con la volontà comune di Francia e Germania di raggiungere una intesa al termine del Consiglio Europeo di giovedì e venerdì prossimo.
Per arrivare all'accordo la Francia ha messo sul tavolo la proposta di estendere la possibilità di superare i limiti di emissioni industriali oltre il 2013, rivolgendosi in particolare ai paesi dell'est la cui economia è ancora principalmente dipendente dal carbone. La strategia sembra pagare, visto che il primo ministro polacco Donald Tusk ha commentato che "alla fine, magari all'ultimo minuto, potremo decidere di accettare questa soluzione".
Resta l'Italia, apparentemente risoluta nel rifiutare compromessi. Anche stamattina il ministro degli esteri Frattini ha ribadito come l'Italia sia disposta ad un accordo, ma "non a tutti i costi". Due giorni fa a Poznan l'Italia ha "vinto" il Fossile del giorno (sotto), il riconoscimento riservato alla nazione che ostacola maggiormente i progressi nella lotta al cambiamento climatico.

domenica 7 dicembre 2008

Il clima del Tibet

In Polonia c'è anche il Dalai Lama, che sabato ha partecipato alle celebrazioni per il 25ennale del Nobel per la pace a Lech Walesa, premio che anche il leader tibetano vinse nel 1989. Ieri ha incontrato Sarkozy, con inevitabili commenti irritati della diplomazia di Pechino. Oggi, in riferimento alla conferenza ONU sui cambiamenti climatici in corso a Poznan, ha invitato i leader mondiali ad agire per contrastare il riscaldamento globale. Ha anche specificato che nell'altopiano del Tibet l'aumento delle temperature è superiore alla media globale e potrebbe portare a una drastica riduzione della portata dei fiumi asiatici, con gravissime conseguenze per tutto il continente e in particolare per India e Cina.

Trame francesi

"I negoziati sono arrivati a una fase cruciale. Abbiamo un accordo al 90 per cento" aveva detto giovedì scorso il ministro dell'ambiente di Francia Jean Louis Borloo.
La Francia vuole portare a casa l'accordo sul pacchetto europeo sul clima entro la fine del suo mandato di presidenza europea, ad ogni costo.
Ieri Nicholas Sarkozy era a Gdansk per un vertice con gli stati dell'Est che fanno resistenza, uniti in un bizzarro cartello con il governo italiano, unico tra i grandi e storici paesi UE ad opporsi all'accordo. Le motivazioni dei paesi dell'ex blocco sovietico sono però molto diverse da quelle di Berlù. A differenza dell'Italia Polonia, Ungheria, Cekia, Slovacchia, Bulgaria, Romania, Lettonia, Lituania ed Estonia hanno ridotto im misura considerevole le emissioni di CO2 rispetto al 1990. Quello che contestano della proposta è che l'anno base per contabilizzare le riduzioni sia il 2005, perchè nel periodo precedente loro sono stati virtuosi, al contrario di noi. Chiedono poi uno slittamento nell'obbligo per l'industria di pagare le emissioni nocive, che dovrebbe gradualmente crescere fino ad arrivare al 100% nel 2020.
Mercoledì scorso il primo ministro polacco Donald Tusk (nella foto con Sarko) aveva detto che un accordo era "vicino". "Credo che siamo vicini a una versione accettabile per la Polonia, che ci permetterà di evitare il veto" aveva aggiunto Tusk. Se la Polonia si allinea l'Italia resterà inesorabilmnte sola.
I colloquoi di Gdansk non sono stati risolutivi, ma l'impressione è che alla fine l'accordo ci sarà. Dovrà ratificarlo il Consiglio Europeo in programma giovedì e venerdì prossimo a Bruxelles. "La notte di venerdì 11 sarà probabilmente molto lunga" ha commentato un membro della delegazione francese.
La Francia punta ad annunciare l'accordo prima della conclusione della COP 14 di Poznan, da dove sto scrivendo. La vecchia capitale polacca sta ospitando diecimila delegati da 192 paesi sui quali la notizia di una presa di posizione ufficiale dell'Europa a 27 avrebbe un grande effetto.
La decisione finale spetterà poi al parlamento europeo, che è chiamato ad approvare o rifiutare il pacchetto clima nella sua interezza nella seduta del 17 dicembre. La Francia, che passerà il 1 gennaio la presidenza alla Cekia, non può e non vuole aspettare.