giovedì 30 maggio 2019

Song of the Day


Oggi Bruce Sprinsteen ha diffuso il video di Tucson Train, il terzo brano che anticipa l'album Western Stars che uscirà il 14 giugno. Tucson Train è una canzone molto orchestrata, suonata con una band larga e una sezione orchestrale. Dei tre video usciti finora, questo è il primo in cui Sprinsteen appare (con la moglie). La regia è di Thom Zimny, storico autore anche di lungometraggi sul Boss.

lunedì 27 maggio 2019

Elezioni 2019, il vero vincitore è l'egoismo

Certo, ha stravinto Matteo Salvini, ma perché? Per una campagna elettorale permanente e una ubiquità fisica e virtuale (50 tweet solo nella domenica elettorale di ieri) senza eguali. Ma non solo per questo. Salvini vince perché il suo messaggio è semplice e diretto: io vi tolgo i pensieri, le rotture di scatole, le paure. Io non vi chiedo sacrifici, tantomeno impegni personali o solidarietà per le disgrazie altrui. Io difendo i vostri privilegi, per piccoli che siano.
Gli ideali in politica non esistono più, tantomeno l'anteporre il bene comune al proprio interesse personale. È passata di moda persino l'honestà, che era l'ideale più recente e ha fatto la (breve) fortuna dei 5 stelle. Il partito di Salvini ha amministratori arrestati, membri del governo inquisiti, 49 milioni di Euro spariti nel nulla. Per quell'italiano su tre che ha votato Lega questo non fa alcuna differenza. Per quell'italiano su tre l'importante è che nessuno gli rompa le scatole, dall'immigrato che presidia il supermarket al ministro cattivo che riforma le pensioni, fino all'Europa occhiuta e burocratica. E su questo Salvini garantisce, con un linguaggio semplice e diretto condito da crocifissi e grigliate.
L'elettore italiano del 2019 è fondamentalmente un egoista. Ignora ideali e ideologie e pensa solo ai fatti suoi. In questa chiave va letto anche l'esito apparentemente contrastante delle elezioni comunali, dove i sindaci di sinistra delle grandi città al voto sono stati tutti confermati. A Bari alle Europee il PD ha preso il 17 per cento, ma lo stesso giorno il sindaco Decaro è confermato stravincendo. A Pesaro la Lega alle Europee è primo partito, ma il sindaco uscente PD Ricci non ha problemi. Lo stesso a Bergamo, Firenze e molte altre città. Se un sindaco ha fatto bene l'elettore senza ideali lo vota convintamente, anche contraddicendo il voto appena espresso nell'altra scheda. Anche questa è una scelta di egoismo, di interesse personale.
Appartenenza, ideali e ideologie sono concetti novecenteschi. Per l'elettore contemporaneo l'importante è che nessuno gli rompa le scatole o gli chieda nulla, e magari che chi ha eletto risolva qualche problema. I sindaci riconfermati hanno guadagnato la fiducia sul campo, Salvini deve ancora farlo. Cannibalizzati i 5 stelle, la sua partita vera comincia adesso.

martedì 21 maggio 2019

Brexit, il pasticcio dei seggi italiani a Strasburgo

La Brexit annunciata aveva scombussolato anche il parlamento europeo, perché i 73 seggi della Gran Bretagna erano spariti. Dopo lunghe negoziazioni si era deciso di ridurre il parlamento da 751 a 705 eletti. 46 seggi ex UK sarebbero stati redistribuiti tra i paesi membri e 27 riservati a futuri allargamenti dell'Unione. Ma il rinvio della Brexit e la partecipazione della Gran Bretagna hanno riportato tutto come prima.
L'Italia nel parlamento europeo attuale ha 73 seggi, con la redistribuzione della Brexit salirebbe a 76. Che si fa? Lo ha deciso oggi l'ufficio elettorale della Corte di Cassazione, sentenziando che eleggeremo comunque 76 eurodeputati. Solo che tre resteranno "in panchina". La cassazione ha deciso che i tre "meno eletti" saranno coloro ai piedi della lista, quelli cioè che hanno conquistato il seggio con i resti o con il quoziente pieno più basso. I tre eurodeputati panchinari entreranno nel parlamento di Strasburgo quando la Brexit diventerà effettiva. Il rinvio concesso a Londra prevede che il Regno Unito esca dall'Unione entro il 31 ottobre.

Sarà un'estate normale. Forse

Accuweather ha pubblicato il nuovo outlook sull'estate in Europa. Le previsioni a lungo termine sono sempre un esercizio poco affidabile, ma le tendenze generali solitamente vengono confermate.
Per l'Italia sarà un'estate normale, con fenomeni e temperature in linea con le medie stagionali. Da questa tendenza dovrebbe restare esclusa la zona alpina, che subirà ondate di calore che dalla Spagna si propagheranno verso est sulla Francia e l'Europa centrale, provocando siccità e temperature sopra la media.
Sui Balcani è previsto tempo molto instabile con fenomeni temporaleschi importanti, che in qualche caso potrebbero allargarsi ad ovest e interessare le regioni adriatiche italiane. L'anomalia principale sarà sulle isole britanniche, dove la tradizionale estate bagnata non ci sarà. Sono previste precipitazioni molto sotto la media sia in Irlanda che in Gran Bretagna, ad eccezione della Scozia.

domenica 19 maggio 2019

La Romania e le elezioni europee

In Romania 18.2 milioni di cittadini hanno diritto al voto. Ma circa quattro milioni e mezzo di loro, ovvero un quarto dei votanti, vivono all'estero (circa 1.2 milioni sono in Italia, altri 700mila in Spagna). La Romania ha insediato una fitta rete di seggi all'estero per i suoi emigrati.
Alle elezioni europee potrà votare anche un milione di moldavi che ha la doppia cittadinanza romena.


Un killer di nome Claverina

La popolazione degli orsi nei Pirenei è in costante diminuzione, a causa del bracconaggio. Lo scorso anno erano censiti 40 esemplari nei Pirenei centrali e solo due maschi nei Pirenei occidentali, tra la Navarra spagnola e il Béarn francese. Così il 4 ottobre 2018 la Francia ha reintrodotto in Béarn due orse femmine gentilmente concesse dalla Slovenia, dove la popolazione di orsi supera quota 500. Le due orse hanno cinque anni e si chiamano Claverina e Sorita. I loro spostamenti sono seguiti via GPS e a quanto pare gli piace vagabondare, sconfinando in territorio spagnolo.

Claverina (foto sopra) preferisce la Spagna. È andata in letargo a sud, in Aragona, e continua a spostarsi. Sorita invece è più tranquilla, deve avere incontrato uno dei due orsi maschi scapoli autoctoni e ha partorito due cuccioli. Claverina è anche cacciatrice: sembra abbia ucciso otto pecore in Navarra e una nella regione basca francese, ancora più a nord. Quattro attacchi si sono registrati lo scorso novembre, prima del letargo, e altri tre all'inizio di maggio. Gli orsi non sono generalmente carnivori, ma la scarsità di cibo causata da un autunno siccitoso sembra avere obbligato Claverina a procurarsi le calorie per affrontare il letargo invernale con abbastanza grasso in corpo. E a cercare altro cibo al risveglio.
Gli allevatori spagnoli sono in rivolta e venerdì scorso si è svolto a Madrid un vertice urgente tra i governi francese e spagnolo per affrontare il problema. I due paesi hanno concluso l'incontro con l'impegno di "rafforzare la cooperazione per prevenire gli attacchi".


domenica 12 maggio 2019

C'è davvero un'onda verde in Europa?

La grande esposizione mediatica dei temi ambientali non sembra avere portato molti frutti ai partiti verdi europei. Secondo gli ultimi sondaggi i Verdi avrebbero 55 seggi nel nuovo parlamento, ovvero il 7.3%. Questo malgrado l'iniezione dei nove seggi britannici grazie alla riammissione del Regno Unito alle elezioni europee.
Nelle proiezioni i Verdi sono assenti in 16 dei 28 paesi dell'Unione. Hanno risultati importanti in Germania, Belgio, Olanda, Lussemburgo, UK. In tutta l'Europa orientale sono presenti solo in Lituania. Quanto all'Italia, le prospettive di elezione sembrano davvero scarse, vista anche la polemica scaturita in questi giorni tra le componenti della lista.
Le istanze ambientaliste saranno responsabilità dei gruppi socialisti, liberali, popolari e della sinistra. Senza dimenticare che anche i partiti conservatori di alcuni paesi nordici hanno manifestato sensibilità per la causa dell'ambiente.

giovedì 9 maggio 2019

In Kosovo energia vuol dire ancora carbone

La piccola repubblica del Kosovo ha poco più di 1,8 milioni di abitanti ma oltre 12 miliardi di tonnellate di lignite nel suo sottosuolo, la quinta riserva più grande del mondo. La lignite è il carbone più sporco e inquinante, molto umido e di basso potere calorico. Insomma, il carbone peggiore del mondo. La bassa intensità energetica della lignite e il suo alto peso specifico, dovuto al tasso di umidità, lo rendono un materiale antieconomico per lunghi trasporti. Deve essere bruciato vicino alle miniere, ed è quello che fa il Kosovo, e che continuerà a fare.
Attualmente il 90% dell'energia del Kosovo provenie da due obsolete centrali a lignite: Kosova A (foto sopra), che risale al 1962, e Kosova B, costruita nel 1983. Kosova A è considerata la centrale elettrica più inquinante d'Europa. Lo scorso dicembre la capitale Pristina ha raggiunto il triste record di città più inquinata del mondo, superando le metropoli asiatiche.
La scorsa settimana, a conclusione di una complessa gara di costruzione e gestione, il governo del Kosovo ha annunciato l'affidamento dei lavori per una nuova centrale elettrica ad un consorzio guidato da General Electric. Alla gara avevano partecipato altri raggruppamenti di Cina, Corea, Giappone, Turchia e Spagna. La centrale costerà più di un miliardo di Euro e produrrà 500 Megawatt. Sarà alimentata sempre a lignite e dovrà sostituire la famigerata Kosova A.
La Banca Mondiale si era rifiutata di finanziare il progetto, coerente alla propria linea di non fornire più sussidi ai combustibili fossili, offrendo in cambio di partecipare alla costruzione di impianti fotovoltaici, eolici e a centrali di stoccaggio. Il governo di Pristina sembra abbia trovato altre fonti di finanziamento in fondi privati di investimento. Quanto alle critiche per un sistema di produzione di energia che resta ancorato alla lignite, il Kosovo replica affermando che la nuova centrale abbatterà le emissioni di polveri del 93%, quelle di ossido di zolfo del 85%, quelle di ossido di azoto del 93%. Ma le emissioni di CO2, secondo i dati diffusi dal governo, scenderanno solo del 38%.

mercoledì 8 maggio 2019

I sindaci d'Europa chiedono più azione sul clima

L'Europa deve assumere il ruolo di leader nella lotta ai cambiamenti climatici. Lo chiedono 210 sindaci che hanno sottoscritto una lettera al Consiglio Europeo e agli stati membri (qui il testo). Nel messaggio si chiede di accelerare le iniziative sul clima per attuare l'Accordo di Parigi. L'Unione Europea dovrà raggiungere il suo picco di emissioni di gas climalteranti entro il 2020, per poi dimezzarle al 2030 e raggiungere l'obiettivo di "quasi zero" emissioni nel 2050.
I sindaci, che rappresentano 62 milioni di cittadini europei, chiedono anche di allineare a questa strategia la programmazione economica della UE, di eliminare i sussidi ai combustibili fossili e di considerare la lotta al cambiamento climatico una priorità in tutti gli assi di finanziamento.
La lettera è sottoscritta tra gli altri dai sindaci di Parigi, Stoccolma, Amsterdam, Atene, Bucarest, Barcellona, Copenhagen, Bratisalava, L'Aia, Francoforte, Madrid, Lione, Lisbona, Lubiana, Londra, Monaco di Baviera, Oslo, Riga, Tirana e Zagabria. Tra i firmatari ci sono anche i sindaci italiani di Arezzo, Bologna, Capaci (PA), Firenze, Mantova, Milano, Modena, Senigallia (AN), Torino, Zugliano (VI).

domenica 5 maggio 2019

La Macedonia del Nord sceglie il suo presidente

Oggi in Macedonia del Nord si vota per il ballottaggio delle elezioni presidenziali. Alle 13 l'affluenza era del 20.5 per cento. I seggi sono aperti fino alle 19 (scelta da paese civile) e la consultazione sarà valida con un quorum minimo del 40 per cento. La Macedonia del Nord ha poco più di due milioni di abitanti.
Al primo turno l'affluenza è stata del 41,8% e i due candidati che si contendono la presidenza hanno ricevuto quasi gli stessi consensi: 44.78% per il socialdemocratico e rappresentante della maggioranza di governo Stevo Pendarovski (56) e 44.16% per la leader dell'opposizione nazionalista Gordana Siljanovska-Davkova (63). Escluso dal ballottaggio Blerim Reka, il candidato sostenuto da due partiti della minoranza albanense, che aveva ottenuto l'11.1%.
La Macedonia del Nord è una repubblica parlamentare e il ruolo del presidente è essenzialmente cerimoniale, anche se ha qualche potere di veto sulle proposte legislative. Tuttavia una eventuale vittoria dell'opposizione potrebbe portare ad elezioni anticipate. Se il quorum non sarà raggiunto il ballottaggio dovrà essere ripetuto.

giovedì 2 maggio 2019

Quanta gente prega ogni giorno?

In media il 49 per cento della popolazione del pianeta prega ogni giorno. Ma i dati variano enormemente da nazione a nazione, con gli estremi dell'Afghanistan (97%) e della Cina (solo l'uno per cento). Sono i risultati di una indagine di Pew Research Center effettuata in 102 paesi.
La percentuale si abbassa con l'aumento del PIL pro capite (vedi grafico sotto) ma con una vistosa eccezione: gli Stati Uniti, dove il 55 per cento degli abitanti dichiara di pregare quotidianamente. Gli USA sono l'unico paese al mondo con il PIL pro capite e l'abitudine alla preghiera ambedue sopra la media globale.
In Europa i dati sono molto più bassi con il primato del Portogallo (38%) seguito da Polonia (31%) e Grecia (30%). L'Italia è al venti per cento. Poche preghiere in Gran Bretagna (6%), Germania (9%) e Francia (10%).