Una delle prime indicazioni fornite dal presidente UE Barroso dopo il suo insediamento del 9 febbraio è stata quella di pronunciarsi nuovamente in favore dell'introduzione di coltivazioni da semi geneticamente modificati. Il business è enorme e in Europa parte da due prodotti di larghissima diffusione: il mais, dove spinge la famigerata Monsanto, e le patate, dove la mutazione Amflora è stata prodotta in casa BASF.
Pochi giorni fa in Italia il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di un agricoltore friulano: la sentenza sembra imporre al ministero dell'agricoltura di rilasciare entro 90 giorni l'autorizzazione all'impianto. Il ministro leghista all'agricoltura Zaia non ne vuole sapere e replica che la sentenza si limita a imporre un regolamento.
A livello europeo Barroso sostiene da tempo l'introduzione degli OGM, spalleggiato da USA e Germania. Nella passata Commissione Europea la sua posizione era in netta minoranza, soprattutto per la netta opposizione del commissario greco all'ambiente Stavros Dimas. Lo scorso anno l'Europa ha votato contro l'introduzione degli OGM con solo 5 favorevoli e 22 contrari.
Il nuovo commissario europeo all'ambiente, lo sloveno Janez Potočnik, potrebbe essere meno intransigente di Dimas e meno influente.
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