Ieri i ministri degli esteri dei 27 paesi UE hanno formalmente invitato il governo della Croazia a desistere dalla applicazione del nuovo confine delle acque territoriali, che il governo di Zagabria ha unilateralmente allargato alla linea di mezzeria dell'Adriatico. Quella che i Croati chiamano "Zona di protezione ecologica e ittica" (ZERP) è un'area marina di circa 30.000 Kmq che comprende zone abitualmente frequentate dai pescherecci italiani. In particolare i mitici scampi vengono pescati quasi tutti nelle profonde acque croate del nord Adriatico.
La ZERP, approvata dal parlamento nel dicembre 2006, è entrata formalmente in vigore lo scorso 1 gennaio. Le proteste italiane sono state raccolte e rilanciate dalla Slovenia, presidente di turno della UE e anch'essa vittima della decisione croata. Dimitrij Rupel, ministro degli esteri della Slovenia, ha dichiarato che "la questione è vitale per l'ingresso della Croazia nell'Unione."
I Croati sostengono che il provvedimento vuole evitare che l'Adriatico diventi terreno di pesca per i Giapponesi o altri armatori e che saranno stipulati accordi con l'Italia e la Slovenia. Ma il paese è diviso, visto che lo stesso presidente Stjepan Mesic, in aperta polemica con il premier Ivo Sanader, ha dichiarato "possiamo decidere di attuare la zona di protezione e rinunciare all'ingresso in Europa, ma qualcuno deve dirlo apertamente".
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