domenica 1 giugno 2008

Rialzata l'asticella vince sempre lui

La Commissione del Partito Democratico insediata per risolvere la spinosa questione delle primarie in Michigan e Florida ha preso la sua decisione, decretando il reintegro dei delegati ma dimezzando il loro valore.
Il caso era molto complesso e cerco di riassumerlo perché credo meriti di essere analizzato bene e magari paragonato a quanto accade da noi. Florida e Michigan avevano deciso di anticipare le primarie senza concordare la data con la direzione del Partito Democratico, che di conseguenza le aveva dichiarate nulle. I candidati avevano accettato la decisione ma con comportamenti diversi: Billary ha comunque partecipato attivamente, mentre Obama non ha fatto campagna elettorale in Florida e non ha nemmeno fatto scrivere il suo nome sulle schede in Michigan. La Clinton ha vinto largamente ambedue gli stati (ma in Michigan, senza il nome di Obama, si è contato il 40% di schede bianche).
Quando le cose hanno preso una brutta piega Billary ha cominciato ad agitare la questione, contando sui delegati esclusi per ridurre le distanze da Obama. La mossa era palesemente scorretta perché, come hanno ripetuto a lungo Obama e suoi, non si cambiano le regole a metà gara. Tuttavia il Partito Democratico stava già riconsiderando la questione, temendo che l'esclusione di Florida e Michigan avrebbe portato i due grandi stati nelle braccia di McCain e dei Repubblicani. I delegati non potevano essere contati come avrebbe voluto Billary, per ovvie ragioni. Così la scelta fatta ieri è stata quella di dimezzare il loro peso e di assegnare a Obama un "congruo" numero di eletti in Michigan (59 contro i 69 della Clinton).
Alla fine anche questa ultima carta non ha portato benefici concreti a Billary, che guadagna in tutto 24 delegati ma resta dietro di 176 rispetto a Barack. Con i nuovi conteggi i delegati eletti sono diventati 3409,5 e Obama ne ha già la maggioranza assoluta, avendone conquistati 1723,5. Contando i superdelegati Obama ha bisogno di 65 voti per raggiungere la nomination a quota 2117. Alla Clinton ne servono addirittura 240,5, ma in totale i delegati rimasti in palio sono solo 291. Quindi, sempre di più, Obama ha vinto.
Con la mossa di ieri il Partito Democratico si riconcilia con l'elettorato di Florida e Michigan e rende giustizia ai delegati espressi dai due stati, che potranno tutti partecipare alla convention di Denver del 25 agosto, anche se con solo mezzo voto a testa. Hillary Rodham Clinton a questo punto non ha più storie e rivendicazioni da accampare, il partito ha fatto per lei tutto quello che poteva (la commissione che ha deciso ieri era composta in maggioranza da suoi sostenitori).
Lo staff di Obama conta di guadagnare 38-40 delegati degli 88 in palio nelle ultime tre primarie di Porto Rico (oggi) Montana e South Dakota (martedì). Ed è convinto che per martedì sera almeno una trentina dei 190 superdelegati che sono ancora neutrali avranno dichiarato il loro appoggio a Barack.
Tutto è pronto per il discorso di investitura a candidato presidente, che Barack Obama presenterà martedì notte in un luogo simbolico: il centro congressi di St. Paul, Minnesota, dove il 1 settembre si aprirà la convention del Partito Repubblicano.

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