Confesso che stamattina ho fatto una cosa diversa dal solito: ho comprato Il Giornale del presidente del consiglio. Giorgio, il mio edicolante, mi ha guardato con una faccia strana e mi ha chiesto se avessi dormito bene. Ero stato attirato da una finestra in prima pagina che richiamava una intervista con il ministro dell'ambiente Prestigiacomo. Visto il bassissimo profilo tenuto finora dal ministro ero curioso di leggere le sue parole, così ho devoluto un euro alla causa della propaganda berlusconiana e sono andato a pag. 15, tutta dedicata alla bella ministra siciliana.
L'intervista è imbarazzante (ecco il testo completo). Comincia con un attacco diretto al pacchetto di norme sul clima proposte dall'Europa, che secondo Prestigiacomo porterà "risultati deboli a fronte di un impegno per l'economia pesantissimo". E siccome sul giornale di famiglia niente è scritto per caso, Prestigiacomo annuncia che da parte italiana "sarà possibile valutare un veto".
Il ministro dichiara che il pacchetto energia già sottoscritto anche dall'Italia avrà un costo del 1,14% del PIL dal 2013. Secondo i portavoce del Presidente della Commissione Europea Barroso il costo delle misure sarà nell'ordine dello 0.5-06% del PIL, ovvero circa 150€ per ogni europeo. Sempre secondo la Commissione la mancata applicazione delle norme provocherebbe conseguenze economiche pesantissime, tra il 5 e il 20% del PIL.
In compenso nell'intervista Prestigiacono elogia il nucleare ("iniziare la costruzione entro la legislatura"), non fa cenno alle fonti rinnovabili e dedica il finale all'apologia delle norme anti-graffiti, confondendo decoro e ambiente.
Per conoscere altri risvolti della marginalizzazione dei temi ambientali operata dal governo consiglio di leggere il commento di Alessandro Bratti ai tagli al ministero e l'articolo "Stefania l'atomica" scritto da Chiara Valentini per L'Espresso. Oppure leggere una sua dichiarazione rilasciata venerdì scorso all'AGI in cui dice basta ai "maestrini dalla penna verde".
Nel frattempo oggi pomeriggio il ministro Frattini ha dichiarato da Lussemburgo che al Consiglio Europeo in programma dopodomani l'Italia chiederà una "valutazione d'impatto" del pacchetto sul clima approvato dalla Commissione Europea lo scorso gennaio.
La scorsa settimana la Commissione Ambiente del Parlamento Europeo aveva approvato con larga maggioranza, inclusi nove voti del PPE, l'obiettivo della riduzione del 20% delle emissioni nocive entro il 2020, aumentabile al 30% in caso di accordo globale. Il provvedimento era stato apertamente osteggiato dal ministro alle politiche comunitarie Ronchi.
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