domenica 19 ottobre 2008

Lettera aperta a Titti

Cara Titti,
non ci conosciamo, ma provo a rivolgermi a lei perché il ministro Renato Brunetta ha pubblicamente dichiarato che lei è la sua "fidanzata", e non è stato smentito.
Il ministro Brunetta sta vivendo una stagione di grande visibilità che temo gli abbia procurato una ebbrezza da prima pagina. L'ho visto fotografato davanti ai tornelli installati a Palazzo Chigi, con un sorriso trionfante. Mi hanno detto di averlo ascoltato a
Porta a porta ostentare dati mirabolanti sulla lotta contro i cosiddetti "fannulloni".
Il suo fidanzato ormai è un battitore libero. Interviene sulla scuola, definendo gli insegnanti "dipendenti part-time". Dice la sua anche sulla questione del rispetto delle regole europee sulla lotta contro i cambiamenti climatici. Queste regole, sottoscritte dall'Italia e pienamente condivise da tutti i paesi dell'Unione, sono definite dal suo fidanzato "una follia".
Il ministro Brunetta dovrebbe sapere che tutti i maggiori paesi dell'Unione Europea (Francia, Germania, Regno Unito e Spagna) considerano il pacchetto di provvedimenti europei sul clima più un'opportunità di sviluppo che un obbligo.
Il principale del suo fidanzato, il nostro presidente del consiglio, ha dichiarato stasera che l'Italia non è sola nella sua posizione scettica, visto che "nove paesi" europei la condividono. Le nazioni in questione dovrebbero essere Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Slovakia e Ungheria. In realtà sono otto, ma potrebbe essere che Berlù abbia aggiunto nel suo conteggio la repubblica Ceca. Tutti paesi dell'ex blocco sovietico, tutti paesi ex-comunisti che hanno ridotto di molto le loro emissioni di CO2 rispetto al 1990, mentre l'Italia le ha aumentate senza provare a rispettare i parametri del protocollo di Kyoto (anche questo formamente sottoscritto, proprio dal precedente governo della destra). Gli otto paesi dell'Est in realtà chiedono che i conteggi delle emissioni partano dal 1990 invece che dal 2005, niente in comune con le riserve italiane.
Vedere l'Italia che proclama solidarietà e unità di intenti con Bulgaria e Romania è uno dei paradossi del governo della destra, visto che in altri scenari Berlù ama autodefinirsi uno dei "grandi" del mondo. In realtà i "grandi" sono tutti dall'altra parte: Germania, Gran Bretagna, Francia, Spagna e anche Stati Uniti. Sia Obama che McCain infatti hanno promesso misure rigorose nella lotta contro il cambiamento climatico. Questione di pochi mesi.
Cara Titti, le confesso che a me il suo fidanzato è anche simpatico. Ho letto che lei fa l'arredatrice, io sono un architetto. Da quasi collega le chiedo di farlo ragionare, di spingerlo ad evitare per una volta i proclami roboanti e le prese di posizione a priori. Gli consigli di confrontarsi con qualche analista economico internazionale, di non seguire la logica conservatrice e di retroguardia del governo della destra.
Altro che fannulloni e tornelli, su questa partita stiamo giocando il nostro futuro. E la nostra reputazione.

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