La crisi finanziaria globale avrà naturalmente una lunga serie di effetti collaterali. Alcuni analisti aspettavano ripercussioni anche nella riunione di oggi della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo. L'ordine del giorno della commissione prevedeva il voto su un corposo pacchetto di misure centrate sulla lotta ai cambiamenti climatici, giudicato dai conservatori un obiettivo secondario rispetto all'emergenza dei mercati finanziari.
Invece la commissione ha approvato il pacchetto a larga maggioranza (44 a favore, 20 contrari e un astenuto) con la delegazione del PPE spaccata, 9 a favore (Inglesi e Olandesi) e 15 contro (Francesi, Tedeschi, Polacchi e temo Italiani).
Il provvedimento votato, che ora seguirà l'iter per la presentazione in aula, conferma la riduzione del 20% delle emissioni entro il 2020 e rilancia, dichiarando che l'Europa è pronta ad alzare questo limite al 30% se sarà raggiunto un accordo internazionale alla COP 15 di Copenhagen nel dicembre 2009. Vengono anche eliminati gli scambi gratuiti di diritti di emissione per le imprese, gradualmente dal 2013 al 2020. Inserito anche il limite di 500g di CO2 per Kw per le centrali, che obbliga in pratica le centrali a carbone allo stoccaggio sotterraneo del CO2. La Polonia, che ricava il 90% della propria energia dalle centrali a carbone, si era opposta duramente al provvedimento. Sarà interessante vedere cosa succederà alla COP 14 di dicembre, che si svolgera proprio in Polonia a Poznan.
Vengono anche allargati i settori produttivi in cui le emissioni devono essere entro i limiti, fino ad oggi limitati a petrolio, cemento, vetro, laterizi, ceramica e non molto altro. Prevista l'inclusione dell'industria dell'alluminio (la lobby è furiosa), della chimica e del settore dei trasporti (ecco il comunicato stampa del Parlamento Europeo). Inoltre la commissione ha raccomandato l'introduzione di penali per i paesi che non rispetteranno i limiti alle emissioni sottoscritti in sede europea, proponendo una multa di 100€ per ogni tonnellata di CO2 in eccedenza. Per l'Italia si annunciano giorni molto difficili, a meno che il capoclasse Tremonti, il fustigatore di fannulloni Brunetta e la desaparecida Prestigiacono non decidano di affrontare seriamente la questione. Il prossimo anno l'Italia avrà la guida del G8 e la lotta ai cambiamenti climatici sarà uno dei temi centrali dell'agenda.
Delusi dalle scelte europee tutti i gruppi di pressione del mondo industriale, che speravano che il crollo finanziario avrebbe spinto a maggiore prudenza i legislatori europei. "Queste misure possono essere messe in atto solo con una economia in buona salute" aveva dichiarato giorni fa Heimo Scuch della Wienerbeger, il primo produttore di laterizi del mondo. Non è stato così.
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