La scorsa settimana la Turchia ha aderito al Protocollo di Kyoto. La ratifica è stata votata in un parlamento non esattamente al gran completo: presenti 252 deputati su 550, 243 voti favorevoli, tre contrari e sei astenuti.
Il ministro dell'ambiente Veysel Eroğlu ha ringraziato i deputati aggiungendo che "tutti dovrebbero sottoscrivere il protocollo". La Turchia aveva annunciato l'intenzione di aderire a Kyoto nel giugno 2007, anche dietro le pressioni dell'Unione Europea con cui Ankara sta negoziando da anni l'adesione.
L'adesione non comporta impegni per la Turchia, almeno fino al 2012. Il paese infatti non aveva partecipato alla convenzione del 1992, quando fu approvato il protocollo di Kyoto, e quindi non è tra le 39 nazioni elencate nel cosiddetto Allegato B, che hanno sottoscritto l'impegno di ridurre le emissioni di CO2 entro il 2012 ai livelli del 1990.
La Turchia è tra i fondatori dell'OCSE e in questo gruppo è il paese con il più alto tasso di crescita di emissioni rispetto al 1990 (82%) e il 23imo in assoluto per volume di CO2 prodotto. L'economia turca ha avuto negli ultimi anni una forte crescita e la domanda di energia continua a salire. Attualmente nel paese sono previste o in costruzione 47 nuove centrali a carbone, che aumenterebbero di un ulteriore 50% le emissioni.
Il ministro Eroğlu tuttavia è ottimista e sostiene la capacità della Turchia di entrare a pieno titolo nel nuovo protocollo che nel 2012 sostituirà Kyoto. Fino a quella data Ankara investirà nella lotta ai cambiamenti climatici 58 miliardi di Euro, di cui 15 provenienti dal settore privato. Eroğlu intende fare della Turchia il primo paese al mondo per la riforestazione, con un programma che prevede il rimboschimento di 2.3 miliardi di ettari entro il 2012.
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