Si è aperta oggi a Bangkok in Tailandia la penultima fase di negoziati ONU sul clima. La sessione di Bangkok nel linguaggio delle Nazioni Unite è "formale" e durerà due settimane.
In pratica le Nazioni Unite tornano sul luogo del delitto, perché fu proprio Bangkok a ospitare nel marzo 2008 la prima sessione dei negoziati dopo la COP 13 di Bali, che aveva approvato la famosa roadmap destinata a concludersi con la COP 15 di Copenhagen il prossimo dicembre.
Quali sono le speranze per le due settimane di negoziati di Bangkok e quali le aspettative realistiche? Per non entrare nel mondo degli iniziati si può dire in parole povere che sulla necessità di agire rapidamente contro i cambiamenti climatici il pianeta è unanime (spero che Berlù accetti questa approssimazione). Mancano, purtroppo, i numeri. Ovvero gli impegni per ridurre le emissioni di gas serra del XX entro il XXXX. Sotto questo profilo anche il recente vertice delle Nazioni Unite non ha portato progressi evidenti, come il G-8 o G-20 di Pittsburgh, a seconda della declinazione preferita.
In apertura dei lavori il segretario dell'UNFCCC Yvo de Boer ha dichiarato che i negoziati di Bangkok sono importanti per produrre delle risposte concrete su quelli che dovrebbero essere i cardini degli accordi di Copenhagen (qui il testo dell'intervento).
Sostenibilitalia seguirà con attenzione i negoziati di Bangkok. Personalmente devo confessare che le mie sensazioni non sono positive.
Intanto stasera a Bangkok, che ha sei fusi orari di vantaggio, c'è stata la cena di gala (ecco il programma).
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