In tarda mattinata alla conferenza di Copenhagen si è sparsa la voce che i paesi in via di sviluppo avevano abbandonato i tavoli dei negoziati giudicando inaccettabile la bozza di accordo proposta dalla presidenza. La protesta, guidata dai paesi africani, è stata giudicata "spiacevole" dal ministro per l'energia dell'Australia Penny Wong, perché "basata sulle procedure e sulla forma, non sulla sostanza".
Il motivo centrale della protesta sarebbe il timore che i paesi industrializzati vogliano cancellare i principi del protocollo di Kyoto prima della scadenza programmata nel 2012 e passare ad un accordo di altro livello. Il gruppo G77+China, che comprende circa 130 paesi, vorrebbe invece estendere Kyoto, che per i paesi in via di sviluppo non prevede obblighi vincolanti di riduzione delle emissioni.
Alle 13:30 il ministro invisibile dell'ambiente Stefania Prestigiacomo ha convocato la stampa italiana per riferire che il nostro paese è allineato con la posizione europea e che tutto è nelle mani della delegazione USA, il vero ago della bilancia.
Prestigiacomo ha anche detto di non sapere se Berlusconi dopo l'aggressione di ieri sera sarà presente a Copenhagen. Il programma del vertice prevede l'intervento del premier italiano per giovedì pomeriggio attorno alle 17.
Fonti inglesi invece confermano che Gordon Brown arriverà domani a Copenhagen, due giorni prima di quanto originariamente previsto.
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