La conferenza sul clima di Copenhagen resterà nella memoria per il record di presenze: oltre 40000 delegati, di cui 5000 giornalisti e almeno quindicimila rappresentanti della "società civile", quelli che la diplomazia ONU classifica come "osservatori". Tra questi i delegati delle ONG ambientali, delle imprese, ricerca, donne, popolazioni indigene, agricoltori, giovani, sindacati. E i rappresentanti degli enti locali, oltre mille compreso chi scrive.
Che la conferenza fosse affollata e di difficile gestione lo si è capito bene lunedì scorso, quando all'inizio della seconda settimana sono arrivati migliaia di nuovi delegati che hanno messo l'organizzazione in grave crisi. La conseguenza sono state code di ore per accreditarsi, proteste e i primi incidenti. L'organizzazione ha quindi deciso di limitare l'accesso ai delegati della società civile, che da martedì sono stati ridotti a 7000. Sono state distribuite altre tessere da accoppiare all'accredito per poter avere accesso a Bella Center.
Mercoledì, giorno di inizio del cosiddetto High Level Segment con i capi di stato, c'è stata una manifestazione fuori dei cancelli che ha provocato una risposta piuttosto isterica della polizia danese e 250 arresti. La situazione è precipitata. La procedura di accredito è stata sospesa indefinitivamente e i nuovi arrivati hanno visto negata la possibilità di accedere al summit. Dopo la manifestazione l'accesso è stato vietato anche a coloro che erano già accreditati e in possesso di uno dei 7000 secondi pass.
Mercoledì sera l'organizzazione ha convocato i gruppi della società civile per annunciare la volonta di bloccare completamente l'accesso a Bella Center. Dopo una lunga trattativa sono stati concessi trecento ingressi rispetto agli oltre 15000 accrediti, uno ogni 50 delegati. Ogni gruppo si è visto assegnare un numero di pass in relazione alla propria consistenza e al numero di organizzazioni rappresentate. Alle autorità locali ne sono stati concessi solo 18, uno dei quali a me.
Stamattina entrare a Bella Center era surreale. Il grande padiglione di ingresso, di solito affollato di persone e degli stand delle ONG, era quasi deserto. Tutte le sessioni parallele erano state annullate o spostate altrove, visto che l'accesso era stato reso quasi impossibile.
La comunicazione ufficiale diceva che l'accesso era stato limitato a 300 delegati "per mantenere un ambiente pacifico per i negoziati e garantire il necessario livello di sicurezza in occasione della presenza di oltre 110 capi di stato". Qualcuno, come i ragazzi della foto sopra, aveva tentato un sit in di protesta rifiutandosi di lasciare Bella Center. Sono stati cacciati con la forza a notte fonda.
Nessun commento:
Posta un commento