La destra, nel consiglio dei ministri di ieri capitanato da Berlù, ha ufficialmente candidato Renato Brunetta a sindaco di Venezia e successore di Massimo Cacciari.
Il fustigatore dei fannulloni ha precisato che la candidatura e la eventuale elezione non mettono in discussione la sua permanenza al governo.
Brunetta (nella foto a Venezia con la fidanzata Titti) sarebbe sindaco e ministro nel dicastero dove lui stesso ha dichiarato guerra ha chi fa il doppio lavoro, come ricorda oggi il Corriere della Sera.
La nota ufficiale di Palazzo Chigi sottolinea che "Renato Brunetta, ministro dell'Innovazione e Funzione Pubblica, è una personalità politica di primo piano del popolo delle libertà. Per questa ragione, il presidente Silvio Berlusconi, a nome dell'intera coalizione, gli ha chiesto di accettare la candidatura a sindaco di Venezia. Il valore di questa candidatura è dato dal lavoro che il ministro Brunetta ha fin qui svolto nel governo e dal fatto di essere un veneziano autentico e appassionato verso la sua città. Venezia subisce da anni un grave declino e merita finalmente una guida capace di valorizzare le enormi potenzialità. Siamo sicuri che il sindaco Brunetta sarà la persona più adatta a questo difficile compito".
Con la sua consueta modestia Brunetta ha dichiarato "Se mi candido io si vince, ma io non lascio a metà il mio lavoro. O accettano il doppio incarico, o non se ne fa nulla. In Francia i ministri più bravi sono quelli che fanno anche i sindaci. Le mie riforme saranno a regime non prima di un anno. E voglio essere io a seguirle fino alla fine. La considero una questione di rispetto per gli italiani che mi hanno votato e che mi danno il loro gradimento nei sondaggi. Sarà una gran faticaccia, - ha sottolineato - ma non ho dubbi che ce la farò. Io sono convinto che per una città di respiro mondiale come è Venezia avere un sindaco ministro sarà una forza, non una debolezza".
Brunetta ha buone possibilità di vincere in una città con grandi tradizioni di sinistra ma reduce da un Cacciari 2 affatto memorabile. I sondaggi danno il ministro vincente.
Cinque anni fa Cacciari ridicolizzò la coalizione di sinistra che candidava Felice Casson, ma la sua amministrazione non ha lasciato il segno. Il filosofo ha deciso da tempo di non ricandidarsi per quello che sarebbe stato il suo quarto mandato, forse fiutando l'aria. Il centrosinistra domenica prossima sceglierà il suo candidato alle primarie tra l'eterno Gianfranco Bettin, la postsocialista Laura Fincato e Giorgio Orsoni, il più diretto successore di Cacciari.
Un sindaco di destra in Laguna? Potrebbe chiudere una filiera con la regione, che il leghista Zaia dovrebbe vincere a mani basse, e la provincia di Venezia passata lo scorso anno al PdL. Per farcire ancora di più il piatto sembra in arrivo anche l'ubiquo Vittorio Sgarbi, che il ministro James Bondi vorrebbe direttore del padiglione Italia alla prossima Biennale del 2011. Sgarbi e l'arte contemporanea si detestano, ma fa lo stesso.
Update delle 19:00
Il ministro James Bondi ha confermato di avere nominato Vittorio Sgarbi curatore del padiglione Italia della Biennale 2011 di arte contemporanea di Venezia. La Biennale, peraltro, non ha ancora un direttore.
Non basta. A Sgarbi - ha precisato Bondi - è stato deciso di affidare anche la vigilanza per l’acquisto di nuove opere d’arte contemporanea per il nuovo museo delle arti del XXI secolo, Maxxi, progettato da Zaha Hadid, che si aprirà a Roma in primavera. «Sgarbi - ha fatto notare Bondi - credo conosca le ricchezze e le varietà del patrimonio italiano, anche di quello diffuso, come pochi», a lui, ha proseguito, «dobbiamo gratitudine per il suo impegno per l’arte e l’impegno profuso anche qui al ministero. Dobbiamo avvalerci di più e meglio della sua esperienza».
Direi due incarichi che vanno a pennello a un cultore del Settecento.
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