mercoledì 13 ottobre 2010

Google e i mulini a vento di Tremonti


I ragazzi di Google dispongono di almeno 30 miliardi di dollari di liquidità e, da bravi capitalisti attenti alle opportunità di profitto, cercano di investirli nel modo migliore. La scelta è caduta su Atlantic Wind Connection, una rete elettrica sottomarina per trasportare l'energia prodotta dagli impianti eolici offshore della costa atlantica USA. L'annuncio è stato fatto con un lungo post sul blog ufficiale di Google intitolato "Il vento chiede trasmissione", corredato da cifre e grafici.
Il progetto prevede la realizzazione di un mega cavo sottomarino lungo oltre 560 Km nell'Oceano Atlantico dal New Jersey alla Virginia, posato tra 24 e 32 chilometri dalla costa. Il cavo sarà dimensionato per trasportare 6000 Mw (6 GW) di energia dai generatori alla rete continentale attraverso quattro derivazioni sul territorio americano. 6GW sono sufficienti per il fabbisogno di quasi due milioni di abitazioni. E, per fare un paragone utile, 6GW sono più di quanto riuscirebbero a produrre quattro centrali atomiche EPR come quelle che il governo Berlusconi vorrebe costruire in Italia.
Gli Stati Uniti producono già una grande quantità di energia eolica (35.6 GW secondo i dati della American Wind Energy Association). In pratica negli USA si produce già oggi energia dal vento pari quasi alla domanda media italiana , che è di 38.5 GW. I paragoni con l'Italia sono utili e opportuni, di fronte a un governo che parla solo di opzione nucleare, anche se per fortuna combinando assai poco. Invece i "mulini a vento", come ama definirli con tono sprezzante il capoclasse ministro Tremonti, già oggi in America producono l'energia che non riuscirebbero a mettere assieme 25 centrali nucleari.
Gli impianti eolici offshore per l'America rappresentano una nuova frontiera soprattutto nella costa Est, dove i fondali sono più bassi e i venti più costanti che nel Pacifico. Le stime parlano di almeno 60 GW potenziali. Sostenibilitalia aveva già riferito lo scorso aprile del progetto Cape Wind, realizzato nel Nord Atlantico davanti alle coste del Massachusets.
Il progetto a cui Google ha deciso di partecipare non prevede la costruzione dei generatori eolici, ma solo la realizzazione della smart grid necessaria per trasportare l'energia a terra. Insomma, una infrastruttura sostenibile.

1 commento:

  1. Caro D'Alessio,
    suo merito riportare e commentare la notizia sull'Atlantic Wind Connection di Google,vera rivoluzione in USA.
    Dal punto di vista tecnico ci sono due inesattezze: 1) la produzione elettrica da 6000 MW Eolico Offshore equivale a circa a 18 TWH/ann,mentre 6000 MW Nucleare a circa il doppio 36 TWH/anno(minore ore/anno di produzione da vento circa 3000 contro 6000 da nucleare)
    2)Per discontinuità e imprevedibiltà del vento 36500 MW potenza eolica in terraferma USA non sono confrontabili con 38500 MW in Italia da energie fossili ed idroelettriche tradizionali disponibili su domanda.
    Apprezzo la sua difesa del Rinnovabile a mare, ma occorre non prestarsi a critiche tecniche degli oppositori.
    Grazie attenzione
    Gaetano Gaudiosi
    Ass. OWEMES ( www.owemes.org)
    ( Attività sull'Eolico Offshore dal 1994 )

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