Mercoledi scorso il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione dal titolo "Lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali" che indica in trenta giorni il termine massimo di pagamento per beni e servizi, nel settore pubblico come in quello privato. La proposta è stata approvata a grandissima maggioranza con 612 voti a favore, 12 contrari e 21 astenuti. Il testo della risoluzione in italiano è qui.
L'idea di porre un limite alla dilazione dei pagamenti era in discussione a Strasburgo da oltre un anno, con larga parte del Parlamento che spingeva verso una norma stringente che prevedesse pochissime eccezioni, da motivare con circostanze veramente speciali. La risoluzione per trasformarsi in una direttiva dovrà essere approvata formalmente dal Consiglio Europeo. Il dispositivo entrerà ufficialmente in vigore venti giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e da quel momento gli stati membri avranno due anni di tempo per recepirla nei loro ordinamenti nazionali.
Il testo finale è molto rigido e prevede l'immediata applicazione degli interessi di mora, anche senza l'invio di un sollecito di pagamento. Nel caso di forniture di beni e servizi ad enti pubblici il pagamento può essere ritardato fino ad un massimo di 60 giorni, ma solo sulla base di un accordo preventivo tra le parti. Fa fede la data di ricezione delle fatture, che dovrà essere quindi certificata. In caso di ritardato pagamento oltre agli interessi dovrà essere anche liquidata una indennità per il recupero del credito, calcolata in percentuale e comunque mai inferiore a 40 Euro. Nelle tesorerie degli enti e negli uffici di ragioneria ed economato sta già dilagando il panico.
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