Anno nuovo, PD nuovo. Magari. Questo sarà un mese cruciale per il Partito Democratico, a partire dalla direzione nazionale il 13 (non si riunisce da settembre) per finire con l'assemblea nazionale a Napoli in programma il 28-29. Nel mezzo ci sono il "Lingotto 2 - la vendetta" di Veltrone e le primarie per i sindaci di Bologna (il 22), Napoli e Cagliari. Inoltre il segretario partirà per un tour di 14 città d'Italia con inizio sabato prossimo 15 gennaio proprio nella mia Ancona.
Al di fuori del recinto democratico sempre entro il mese Berlù giura che dimostrerà di avere i numeri per goverrnare, mentre Bossi intima che il federalismo deve essere approvato in parlamento entro il 23. Infine il 12 e 13 della prossima settimana la corte costituzionale deve dare il suo parere sul legittimo impedimento ma anche esprimersi sulla legittimità del referendum che lo vuole abolire, per il quale Di Pietro ha gia depositato una valanga di firme.
A fine mese sapremo. Intanto la questione che più fa discutere sono le primarie per il sindaco di Torino seppure, essendo in programma solo il 27 febbraio, siano assai oltre la fine di questo gennaio politicamente tempestoso. Il segretario Bersani, che nella ultima foto ufficiale è vede ritratto con un inedito rigatino bluette non esattamente da statista, ha avuto la bella idea di sollevare ancora dubbi sulle primarie, parlando di aggiustamenti e ritoccatine, quasi fossero Marina Berlusconi. Siccome molte persone identificano il PD con le primarie, metterle in discussione è sembrata la cosa meno intelligente da fare in un momento politico così confuso. E la protesta della base del PD si è fatta sentire forte e chiara.
A Torino si candida Piero Fassino, l'uomo che in politica ha fatto tutto meno che il primo ministro ed ha traghettato da segretario i DS dentro il PD. Per qualcuno è una sorta di meritato premio alla carriera, per altri l'ennesimo esempio ndella incapacità di rinnovamento del partito. Il PD a Torino è precipitato a circa tremila iscitti e per candidarsi alle primarie il regolamento prevede 700 firme. Una bazzeccola per Fassino, uno scoglio quasi insormontabile per candidati meno legati alle gerarchie del PD e delle sue componenti.
Ieri si è mosso Ignazio Marino con una bellissima intervista su La Stampa, a cui hanno fatto eco dichiarazioni altrettanto condivisibili di Sandro Gozi e Ivan Scalfarotto. Oggi il giornale della città torna sulla questione con un articolo intitolato eloquentemente "PD: caos primarie" nel quale si racconta proprio delle assurde regole che complicano molto la vita ai candidati outsider, come lo stimato assessore torinese Roberto Tricarico. Sempre oggi su Il Riformista Stefano Ceccanti propone tre ipotesi di modifica delle primarie.
Insomma, l'anno è nuovo di sicuro, il PD invece sembra sempre lo stesso, almeno in questa prima settimana. Un partito che ha reso difficile anche per i più smaliziati politologi seguire tutti i sussulti e le tendenze interne, come riepiloga oggi Pippo Civati con un bell'articolo su Europa. Se serve una conferma, segnalo che oggi sul Corriere Beppe Fioroni dichiara che non voterebbe mai una legge sul testamento biologico, rivendicando la "libertà di coscienza". Se poi la propria "libertà di coscienza" limita o impedisce la libertà di scelta altrui questo non sembra essere un problema di Fioroni. Ma dovrebbe essere un problema del Partito Democratico.Buon anno a tutti.
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