Il 3 gennaio scorso su Repubblica Vincenzo Borgomeo scriveva un articolo dal titolo "Flop auto elettriche, dagli USA primo allarme". Nel pezzo l'evidenza è sul fatto che i due modelli in commercio, la Nissal Leaf e la Chevrolet Volt, hanno consegnato rispettivamente solo 10 e 300 vetture nel mese di dicembre. Secondo il redattore, che riferisce di dati (non riportati nell'articolo) raccolti da Associated Press tra i concessionari, le previsioni per il futuro delle vendite delle auto elettriche in USA sarebbero tragiche. Borgomeo si lancia poi in disquisizioni sul prezzo dei modelli, che sarebbe troppo alto. E conclude con un epitaffio solenne: "Ma è chiaro che a fronte di bassi numeri di vendita, almeno per ora, i costruttori possano nascondere la verità sostenendo di non avere disponibilità di prodotto. Un alibi che fra qualche mese non reggerà più. E allora - a fronte di vendite inesistenti - le varie marche si troveranno davanti ad bivio. Delle due l'una: o ammettere di non essere in grado di costruire le macchine a prezzi concorrenziali o ammettere la disfatta commerciale." Ammappa, sembra quasi contento.
La realtà è che le consegne di Leaf e Volt sono molto a rilento, con un gran numero di ordini da smaltire. Sia Nissan che Chevrolet avevano da anni annunciato la consegna delle prime auto elettriche entro il 2011 e hanno fatto di tutto per mantenere l'impegno, anche se la produzione di ambedue i modelli sconta dei ritardi pesanti. Già a metà dello scorso novembre in rete si leggeva che solo cinque Nissan Leaf sarebbero arrivate in America entro il 2010. La prima è stata consegnata l'11 dicembre a San Francisco a un certo Olivier Chalouhi. Le auto però erano da tempo a disposizione degli addetti ai lavori per le prove su strada e venivano offerte ad eventi di rilievo: una piccola flotta di Leaf circolava in Messico alla COP16 di Cancun.
Ma la falsa notizia in Italia si la largo e persino un sito di buona reputazione come Ecoblog, in un pezzo firmato da tale Marina, titola "Stati Uniti e auto elettriche: flop di vendite per Nissan Leaf e Chevrolet Volt?" Poi però nel testo linka un lancio di Associated Press che parla solo di ritardo nelle consegne. Redattori che non sanno l'inglese o malafede? Perché nel comunicato AP si parla esplicitamente di 50.000 persone che aspettano le nuove auto e che hanno versato un anticipo da mesi. E basta girare un poco nel web per scoprire che il vero problema sono le mancate consegne, che fanno imbestialire chi aveva prenotato la Nissan Leaf nove mesi fa convinto di averla entro l'anno e oggi si vede costretto ad aspettare dai 4 ai 7 mesi in più. E pensare che Nissan aveva bloccato gli ordini della Leaf dopo averne raccolti quasi ventimila in un mese, tredicimila solo in USA.
Tanto per smentire le cornacchie giornalistiche, vale la pena ricordare che la Nissan Leaf è stata nominata auto dell'anno 2011 in Europa lo scorso novembre, mentre la Chevrolet Volt (foto sopra) ha vinto ieri il titolo di auto dell'anno in America del Nord, superando proprio la Nissan Leaf. Nell'occasione la General Motors ha annunciato che aumenterà la produzione della Volt da 30.000 a 45.000 auto per soddisfare la domanda crescente.
Non basta. Su La Repubblica di ieri, nella pagina Automotori, Valerio Berruti scrive un altro pezzo (sorry, sul web non lo trovo) dal titolo "Auto elettrica scetticismo USA" in cui si citano gli stessi dati delle immatricolazioni di dicembre (300 Volt e 10 Leaf) e dove il giornalista scrive "Numeri decisamente molto lontani da quanto si aspettavano i costruttori. O meglio, una vera tragedia se si considera che queste auto, oltre all'enorme investimento in pubblicità fatto in questi mesi, dovrebbero beneficiare dell'effetto novità che quasi sempre porta al tutto esaurito".
Berruti, Borgomeo, Marina & company: approssimativi, superficiali, ignoranti o qualcosa di peggio?
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