Presente quella storia orribile della ragazza fermata per furto e violentata in caserma a Roma da tre carabiniri e un vigile urbano? Ecco cosa dichiara Angelo Giuliani, comandante della polizia municipale di Roma:
«Il Comando generale della Polizia Municipale non intraprende azioni sulla base di un giustizialismo sommario ma attenderà l’esito dell’inchiesta della Procura volta ad accertare fatti che, allo stato attuale delle indagini, non sono chiari. Per onor di cronaca, l’agente rimasto coinvolto nella vicenda del Quadraro era fuori servizio e, quindi, un privato cittadino, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 55 del Codice di Procedura penale, tra l’altro all’interno di una struttura piena di agenti di polizia giudiziaria».
Uno dei tre carabinieri indagati ha scelto l'assistenza legale di Carlo Taormina, che per non farci mancare niente ha dichiarato: "Non va dimenticato che la denuncia è stata fatta per iniziativa del compagno della donna. I militari erano tutti un pò su di giri, avevano passato fuori la serata consumando anche alcolici, ma la donna era consenziente. E gli indagati parlano di pesanti provocazioni della ragazza".
"Dal punto di vista tecnico - ha aggiunto Taormina - premetto che la persona che assisto ha reso piene ammissioni, ha ammesso di avere avuto un rapporto sessuale con la donna, ma consenziente e ha ricostruito l'accaduto a me e al procuratore aggiunto Maria Monteleone. In base a questa ricostruzione, sempre che l'accertamento penale confermi quanto dichiarato dalla persona che assisto, dal punto di vista della diagnosi giuridica non ha rilievo il fatto che la donna fosse ristretta, che è un'aggravante ma non configura da sola il reato di violenza sessuale".
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