martedì 12 aprile 2011

Il livello 7 rianima la stampa italiana

La gravissima crisi nucleare di Fukushima stava scivolando nelle notiziole internazionali dei giornali e dei TG italiani. Dietro a prescrizione breve, processi milanesi, migranti, campionato di calcio, prezzo della benzina, formula 1, Libia e varie altre cose.
Poi stamattina in Giappone, quando in Italia era appena passata la mezzanotte, l'annuncio dell'upgrade del livello di rischio. Troppo tardi per i giornali italiani ma non per Sostenibilitalia, che ha postato alle 01:30. Stamattina sui siti dei maggiori quotidiani  Fukushima torna nei titoli, come se nelle ultime ore fosse successo qualcosa di imprevisto, come se la situazione si fosse improvvisamente aggravata. Non è così, purtroppo. La decisione dell'agenzia nucleare giapponese è basata sull'analisi dell'evoluzione della crisi alla centrale, o meglio sulla sua permanenza. Certo, Fukushima non è Chernobyl. In Ucraina 29 persone morirono per avere assorbito una quantita estrema di acute radiazioni, in Giappone invece l'inquinamento atomico non ha avuto un picco così virulento, o forse le immediate misure di evacuazione sono state provvidenziali. Ma la certificazione del raggiunto livello 7 significa "diffusi effetti sulla salute e sull'ambiente".
Secondo le analisi la centrale di Fukushima continua a rilasciare iodio e cesio. I calcoli dicono che la quantità già fuoriuscita è di 630mila terabecquerel. Un terabecquerel vale mille miliardi di becquerel. Sono numeri enormi, quantità che renderanno impraticabili per decenni centinaia di Km quadrati di territorio.
Le polemiche sono già scatenate. L'agenzia nucleare è sotto accusa per avere sottovalutato la gravità dell'incidente e per avere ritardato l'annuncio del raggiunto livello 7. Ambedue le accuse vengono rigettate. La Cina, da preoccupato vicino di casa, chiede formalmente al Giappone di comunicare le informazioni sulla crisi nucleare con "tempestività, precisione e completezza". Scommetto che presto la Corea del Sud farà altrettanto. La TEPCO, che gestisce la centrale, ha presentato ancora una volta le sue scuse.
E' passato solo un mese. Per i tempi di recupero dalle contaminazioni nucleari è pari a meno di un secondo.

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