Cominicia oggi all'Hotel Maritim di Bonn la nuova sessione di negoziati sul clima delle Nazioni Unite. Si andrà avanti per due settimane, fino a venerdì 17, con una agenda molto fitta e grandi incertezze. Secondo il calendario UNFCCC questo di Bonn dovrebbe essere l'ultimo appuntamento formale prima della COP 17 di Durban del prossimo dicembre, ma non è difficile immaginare che un altro appuntamento sia inserito in calendario per l'autunno, come accaduto negli anni precedenti.
I climate talks di Bonn cominciano una settimana dopo che l'Agenzia Internazionale per l'Energia (IEA) ha annunciato che il 2010 è stato l'anno record per le emissioni di gas serra dovute alla generazione di energia, con 30.6 miliardi di tonnellate di CO2 e una crescita del 5.9%. Tre quarti di questo incremento viene dai paesi emergenti come Cina e India, anche perché le economie occidentali sono ancora in stagnazione. Secondo le stime della IEA l'ottanta per cento delle emissioni prodotte oggi è intoccabile fino al 2020, quindi il margine di manovra è il restante 20%.
Lo scenario sembra abbastanza fosco, ma secondo il Guardian si può avvicinare una svolta positiva. Le ragioni dell'ottimismo risiedono nel fatto che molte nazioni sembrano avere capito che intervenire per la riduzione delle emissioni è nel loro proprio interesse. Uno studio di GLOBE dimostra come in molti paesi la legislazione nazionale preveda già norme contro il riscaldamento globale. I governi avrebbero capito che gli "effetti collaterali" della riduzione delle emissioni comprendono il rafforzamento della sicurezza energetica, l'utilizzo efficiente delle risorse, il miglioramento della qualità dell'aria e una maggiore competititvità sul mercati internazionali. E i paesi con la legislazione più avanzata attirano i crescenti investimenti del settore low carbon, perché offrono sicurezza per il futuro.
La scelta operata dal basso dai singoli governi potrebbe rivelarsi risolutiva contro le incertezze e i bizantinismi dei negoziati globali. Ecco perché essere ottimisti.
Intanto la plenaria di apertura di Bonn è stata rinviata di 90 minuti, alla faccia della puntualità teutonica.
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