Il sindaco di New York Michael Bloomberg è un salutista e le sue campagne antifumo hanno impedito di accendere sigarette anche all'aperto, esclusi i marciapiedi. Un altro tema caro a Bloomberg è la prevenzione dell'obesità e del diabete. Gli americani assumono 300 calorie al giorno in più rispetto a trenta anni fa e la maggior parte proviene dalle bevande gassate iperdolcificate, le sodas.
Lo scorso anno il sindaco Blomberg aveva proposto che le bevande zuccherate fossero escluse dai buoni acquisto alimentari, i food stamps che il governo americano offre ai meno abbienti. Il sindaco aveva anche tentato, invano, di applicare una tassa extra per le sodas.
Il sistema dei food stamps in questi tempi di crisi assiste circa 44 milioni di americani, praticamente uno su sette. Di questi 1.7 milioni vivono a New York City, su un totale di circa otto milioni di residenti. Secondo i calcoli del comune ogni anno in città vengono spesi da 75 a 135 milioni di dollari di buoni spesa per acquistare bevande zuccherate. La richiesta di Bloomberg, che proponeva un periodo di prova di due anni in cui valutare gli effetti del divieto, era stata accolta con cautela e alcuni avevano anche obiettato come fosse eticamente discutibile stigmatizzare i comportamenti dei più poveri. Naturalmente la lobby dei produttori di bevande si era tenacemente opposta. La American Beverage Association, di cui fanno parte tra gli altri Coca Cola e PepsiCo aveva replicato: "Quando si comincia a rovistare nel carrello della spesa della gente dove si rischia di andare a finire?"
Ieri il governo federale ha formalmente rigettato la richiesta, giudicando l'esperimento "troppo vasto e complesso" per essere gestito e valutato. Bloomberg non l'ha presa bene e in un feroce comunicato stampa ribadisce come il suo programma "avrebbe contribuito a prevenire malattie come l'obesità e il diabete più di qualunque altra iniziativa intrapresa nel paese e a costo praticamente zero per i cittadini".
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