martedì 4 ottobre 2011

Vecchio, antico, monumentale

Su New York Magazine c'è una deliziosa rubrica che è tra le prime cose che leggo. Si chiama The Neighborhood News e ogni settimana segnala in poche righe sei o sette storie curiose dai quartieri della città. Una delle ultime viene dall'East Village e rilancia il post di un blogger di buona reputazione, già vincitore del premio per il miglior blog di quartiere del Village Voice.
Il blogger riportava sdegnato la demolizione di una townhouse, una casa a schiera al 331 E. di 6th Street a Manhattan, nell'East Village (foto). La casa, 630 metri quadri su quattro piani, era stata venduta lo scorso anno per 3.950.000 dollari, quasi tre milioni di Euro. Le ricerche hanno individuato il proprietario demolitore in David Schwimmer, un attore TV piuttosto popolare in America. Ma non è questo il punto. Il punto è che l'edificio demolito risaliva al 1852, una data con un valore storico molto alto per una nazione giovane come gli Stati Uniti, dove gli edifici monumentali più antichi risalgono al '700. Eppure la demolizione di un edificio di circa 160 anni rientra nelle norme.
In Italia la "soglia di attenzione" delle soprintendenze scatta dopo 50 anni dalla costruzione. E dire che la nostra memoria urbana e il nostro patrimonio edilizio si contano in millenni, quantità impossibili nel nuovo mondo americano. Una palazzina come quella al 331 della sesta strada di Manhattan in Italia non avrebbe mai potuto essere demolita. Ma non sono proprio sicuro che abbiamo ragione noi.
Preservare tutto serve davvero? Le trasformazioni urbane possono avere luogo solo sostituendo elementi, non costruendo in lotti liberi. Tutto quello che è vecchio merita davvero di essere conservato? Qual è il solco che distingue ciò che è vecchio da ciò che merita di essere classificato come monumentale? Fino a 70 anni fa le città mutavano costruendo i nuovi edifici al posto dei vecchi, seguendo un criterio di sostituzione e stratificazione. Poi tutto è cambiato e dagli anni '50 il nuovo si edifica nei campi di periferia, consumando territorio e allargando a dismisura le nostre città. Siamo sicuri che sia la scelta giusta?

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