Non lasciamo che il G20 di Cannes del 3 e 4 novembre resti nella memoria solo per essere stato l'ultimo di Silvio Berlusconi. I summit del leader modiali si concludono con un documento politico che sintetizza lo state of the art della politica globale.
La dichiarazione finale di Cannes si sviluppa in 19 pagine e comprende 95 punti, cinque in meno di quelli presentati da Renzi alla Leopolda. C'è un po' di tutto e la parte iniziale è ovviamente deidicata all'economia e alle politiche sociali. Sui temi della sostenibilità si entra più nello specifico al punto 57, quando si fa cenno a "l'impegno a razionalizzare e nel medio termine eliminare gradualmente i contributi economici per i combustibili fossili". L'affermazione è piuttosto sbiadita, ma non dimentichiamo che nel G20 c'è anche l'Arabia Saudita, oltre ad altri paesi produttori di petrolio come Indonesia e Messico.
I punti successivi si occupano della prevenzione dei rischi delle trivellazioni petrolifere offshore (58), e della promozione di una politica energetica a basso tenore di carbonio (59). Politicamente importante il punto 60, dove si esprime pieno sostegno politico a Rio+20, definita "una opportunità per mobilitare la volontà politica necessaria per ricollocare lo sviluppo sostenibile al centro dell'agenda indernazionale". I punti dal 61 al 64 si rivolgono invece alla prossima COP17 di Durban, di cui si auspica "il successo" e alle politiche finanziarie sui cambiamenti climatici, in particolare alla implementazione del Green Climate Fund deciso a copenhagen nel 2009: 100 miliardi di dollari l'anno entro il 2020 per favorire le politiche di adattamento al clima nei paesi in via di sviluppo. Seguono molti altri punti sulla crescita globale, la cooperazione, la lotta alla corruzione e altro ancora.
Il prossimo G20 sara a Los Cabos, nella penisola messicana di Baja California, nel giugno 2012. Senza Berlù, ovvio.
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