Ban Ki-moon ha presentato ieri alla 66a assemblea generale delle Nazioni Unite le linee guida del suo secondo mandato da segretario generale. Il piano di azione 2012-2017 prevede un'agenda di cinque punti:
1. Sviluppo sostenibile
2. Prevenzione
3. Costruzione di un mondo più stabile e sicuro
4. Sostegno alle nazioni in transizione
5. Lavorare con e per le donne e i giovani
Sul fronte dello sviluppo sostenibile si punta al raggiungimento degli obiettivi del millennio e a contrastare efficacemente i cambiamenti climatici. Il programma di prevenzione riguarda le catastrofi, i conflitti e i diritti umani ma anche la resilienza alle crisi economiche e finanziarie. Costruire un mondo più stabile e sicuro significa puntare sull'innovazione, su un sistema globale di aiuti umanitari, sul disarmo globale, sulla lotta al terrorismo e alla criminalità. Il sostegno ai paesi in transizione si attua introducendo sistemi legislativi, garantendo i diritti umani, formando la classe dirigente e garantendo fondi attraverso le strutture finanziarie e bancarie internazionali. Donne e giovani devono avere adeguati spazi di inserimento nella vita civile, le donne devono partecipare di più alla vita politica e le Nazioni Unite istituiranno una nuova figura di consigliere speciale per i giovani.
Un programma ambizioso e un po' annacquato dai riti diplomatici ONU, che ad esempio non permettono di citare la parola democrazia che nel capitolo sui paesi in transizione è in realtà il punto centrale. Nel suo discorso all'assemblea generale (trascrizione) Ban ha anche ricordato che lunedì prossimo i presidenti Halonen (Finlandia) e Zuma (Sud Africa) presenteranno il primo rapporto del Global Sustainability Panel che dovrà definire le priorità delle Nazioni Unite per la conferenza di Rio+20 del prossimo giugno.
1. Sviluppo sostenibile
2. Prevenzione
3. Costruzione di un mondo più stabile e sicuro
4. Sostegno alle nazioni in transizione
5. Lavorare con e per le donne e i giovani
Sul fronte dello sviluppo sostenibile si punta al raggiungimento degli obiettivi del millennio e a contrastare efficacemente i cambiamenti climatici. Il programma di prevenzione riguarda le catastrofi, i conflitti e i diritti umani ma anche la resilienza alle crisi economiche e finanziarie. Costruire un mondo più stabile e sicuro significa puntare sull'innovazione, su un sistema globale di aiuti umanitari, sul disarmo globale, sulla lotta al terrorismo e alla criminalità. Il sostegno ai paesi in transizione si attua introducendo sistemi legislativi, garantendo i diritti umani, formando la classe dirigente e garantendo fondi attraverso le strutture finanziarie e bancarie internazionali. Donne e giovani devono avere adeguati spazi di inserimento nella vita civile, le donne devono partecipare di più alla vita politica e le Nazioni Unite istituiranno una nuova figura di consigliere speciale per i giovani.
Un programma ambizioso e un po' annacquato dai riti diplomatici ONU, che ad esempio non permettono di citare la parola democrazia che nel capitolo sui paesi in transizione è in realtà il punto centrale. Nel suo discorso all'assemblea generale (trascrizione) Ban ha anche ricordato che lunedì prossimo i presidenti Halonen (Finlandia) e Zuma (Sud Africa) presenteranno il primo rapporto del Global Sustainability Panel che dovrà definire le priorità delle Nazioni Unite per la conferenza di Rio+20 del prossimo giugno.
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