Domani Mitt Romney vincerà con largo margine le primarie repubblicane in New Hampshire. Gli ultimi sondaggi gli accreditano un 38.5%. Paul è al 19.8% mentre Huntsman e Santorum sono ancora al 11.5%, con il primo in ascesa.
Alcuni eventi recenti hanno fatto risalire le quotazioni di Obama, come la morte di Bin Laden, il ritiro dall'Iraq, il mancato contagio della crisi finanziaria che sta travolgendo l'Europa. L'America è in ripresa, ed è di pochi giorni fa la notizia di 250.000 nuovi posti di lavoro, con un tasso di disoccupazione sceso all'8.5%.
Per vincere a novembre però ad Obama serviranno alcuni annunci forti su questioni che possono fare la differenza tra il presidente uscente e il candidato repubblicano.
Slate prova a proporne due, decisamente dirompenti. La prima è qualcosa di cui si parla da tempo anche dalle nostre parti: la tassazione delle rendite finanziarie. Negli Stati Uniti i proventi finanziari subiscono un prelievo fiscale massimo del 15%. L'idea di vincere le elezioni aumentando le tasse sembra uno scenario surreale per l'America, ma recentemente anche un osservatorio neutrale e molto rispettato come il Bipartisan Policy Center ha soprendentemente aperto ad una ipotesi di parificazione al 28% della tassazione sui capital-gains.
La seconda proposta è centrata sul problema dell'istruzione superiore, e qui i confronti con l'Italia sono difficili. Molti americani si indebitano pesantemente per garantire l'accesso alle migliori università ai propri figli. Questi ultimi ripagavano i genitori con parte dei loro primi stipendi, ma di questi tempi le difficoltà di accesso al mercato del lavoro rendono tutto più difficile. L'idea, lanciata in origine da Milton Friedman e James Tobin, è che sia lo Stato ad anticipare le spese di istruzione, che saranno ripagate alla fine del ciclo di studi in rate mensili commisurate alla retribuzione. Chi guadagnerà di più dovrà restituire di più, ma tutti potranno avere accesso alle migliori scuole senza anticipare cifre consistenti. Non è un altro libro dei sogni, ma una proposta praticabile che scardinerebbe le regole ad excludendum delle università americane. Il dibattito è aperto.
Alcuni eventi recenti hanno fatto risalire le quotazioni di Obama, come la morte di Bin Laden, il ritiro dall'Iraq, il mancato contagio della crisi finanziaria che sta travolgendo l'Europa. L'America è in ripresa, ed è di pochi giorni fa la notizia di 250.000 nuovi posti di lavoro, con un tasso di disoccupazione sceso all'8.5%.
Per vincere a novembre però ad Obama serviranno alcuni annunci forti su questioni che possono fare la differenza tra il presidente uscente e il candidato repubblicano.
Slate prova a proporne due, decisamente dirompenti. La prima è qualcosa di cui si parla da tempo anche dalle nostre parti: la tassazione delle rendite finanziarie. Negli Stati Uniti i proventi finanziari subiscono un prelievo fiscale massimo del 15%. L'idea di vincere le elezioni aumentando le tasse sembra uno scenario surreale per l'America, ma recentemente anche un osservatorio neutrale e molto rispettato come il Bipartisan Policy Center ha soprendentemente aperto ad una ipotesi di parificazione al 28% della tassazione sui capital-gains.
La seconda proposta è centrata sul problema dell'istruzione superiore, e qui i confronti con l'Italia sono difficili. Molti americani si indebitano pesantemente per garantire l'accesso alle migliori università ai propri figli. Questi ultimi ripagavano i genitori con parte dei loro primi stipendi, ma di questi tempi le difficoltà di accesso al mercato del lavoro rendono tutto più difficile. L'idea, lanciata in origine da Milton Friedman e James Tobin, è che sia lo Stato ad anticipare le spese di istruzione, che saranno ripagate alla fine del ciclo di studi in rate mensili commisurate alla retribuzione. Chi guadagnerà di più dovrà restituire di più, ma tutti potranno avere accesso alle migliori scuole senza anticipare cifre consistenti. Non è un altro libro dei sogni, ma una proposta praticabile che scardinerebbe le regole ad excludendum delle università americane. Il dibattito è aperto.
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