Va bene che il "giornalismo" motoristico è asservito alle pubblicità e
ai redazionali con cui l'industria del settore foraggia la carta
stampata.
Va bene che nei vari supplementi e pagine auto si parla solo bene delle macchine, che ogni nuovo modello è incensato come innovativo e sensazionale (persino la riciclata, imbarazzante Fiat Freemont).
Va bene che le prove e le presentazioni si svolgono in genere in luoghi da paradiso, con i giornalisti invitati dalle case per lussuosi soggiorni. Ma che su Repubblica il giornalista motorista se la prenda pure con Frate Indovino mi sembra davvero troppo.
"Dietro il calendario di Frate Indovino si nasconde tutta la tragedia moderna del mondo dell'auto, abbandonato a se stesso, senza associazioni di categoria che abbiano peso, senza nessuna rappresentanza in parlamento, senza case automobilistiche che prendano posizione. Nulla di nulla". Questo scrive Vincenzo Borgomeo nel suo imbarazzante (per Repubblica) articolo.
Va bene che nei vari supplementi e pagine auto si parla solo bene delle macchine, che ogni nuovo modello è incensato come innovativo e sensazionale (persino la riciclata, imbarazzante Fiat Freemont).
Va bene che le prove e le presentazioni si svolgono in genere in luoghi da paradiso, con i giornalisti invitati dalle case per lussuosi soggiorni. Ma che su Repubblica il giornalista motorista se la prenda pure con Frate Indovino mi sembra davvero troppo.
"Dietro il calendario di Frate Indovino si nasconde tutta la tragedia moderna del mondo dell'auto, abbandonato a se stesso, senza associazioni di categoria che abbiano peso, senza nessuna rappresentanza in parlamento, senza case automobilistiche che prendano posizione. Nulla di nulla". Questo scrive Vincenzo Borgomeo nel suo imbarazzante (per Repubblica) articolo.
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