Domani a Bruxelles le delegazioni di Serbia e Kosovo si siederanno di nuovo al tavolo alla ricerca di una soluzione della vertenza tra i due stati. Il Kosovo ha dichiarato unilateralmente l'indipendenza nel 2008, ma la Serbia non ha mai riconosciuto lo stato. La scorsa settimana nelle zone del Kosovo a maggioranza serba è stato indetto un referendum, con l'esito scontato che quasi tutti i votanti hanno rifiutato l'ipotesi di uno stato indipendente. Secondo l'OCSE e l'Unione Europea il referendum non aveva valore legale, ma certo non è servito a distendere gli animi. E mercoledì scorso il parlamento del Kosovo ha approvato con 64 voti a favore, nove astenuti e nessun contrario una risoluzione che definisce il referendum un attacco alla sovranità del paese.
La Serbia deve necessariamente aprire all'indipendenza di Pristina, una condizione necessaria in vista del voto del Consiglio Europeo del prossimo marzo che dovrà valutare la richiesta serba di annessione alla UE. Il primo passo sembra essere l'accettazione del Kosovo ai tavoli regionali balcanici, seppure non con la denominazione di stato indipendente. Robert Cooper, il diplomatico che l'Europa ha incaricato della questione, ha dichiarato oggi che l'accettazione e l'attuazione degli accordi sono una "condizione chiave" per Bruxelles.
La Serbia deve necessariamente aprire all'indipendenza di Pristina, una condizione necessaria in vista del voto del Consiglio Europeo del prossimo marzo che dovrà valutare la richiesta serba di annessione alla UE. Il primo passo sembra essere l'accettazione del Kosovo ai tavoli regionali balcanici, seppure non con la denominazione di stato indipendente. Robert Cooper, il diplomatico che l'Europa ha incaricato della questione, ha dichiarato oggi che l'accettazione e l'attuazione degli accordi sono una "condizione chiave" per Bruxelles.
Nessun commento:
Posta un commento