martedì 21 febbraio 2012

Quelli che "il canone speciale RAI"

L'Italia delle imprese, dei professionisti e degli artigiani insorge contro la assurda pretesa della RAI di far pagare l'abbonamento "speciale" a chiunque utilizza un utensile con uno schermo per la propria attività. Il concetto non è solo illegittimo, arcaico e ingiusto, ma applicarlo vorrebbe dire inguaiare anche chi, come mio figlio, usa una playstation portable wifi. Il riferimento normativo è un regio decreto del 1938, quando la televisione neanche esisteva. Only in Italy.
Si stanno muovendo in parecchi per cercare di rimediare a questa esosa gaffe. Un governo tecnico e professorale non dovrebbe permettere ad un'azienda di stato di sprecare risorse pubbliche per spedire milioni di lettere illegittime.
Dopo i primi segnali di rivolta apparsi ieri in rete è arrivata una precisazione dalla RAI. Almeno questo intendeva essere, anche se non precisa un bel niente. "È stato infatti scritto che stiamo spedendo inviti al versamento del cosiddetto “canone speciale” a tutti coloro che hanno una partita Iva e che possiedono anche un personale computer - spiega Roberto Tortorici, responsabile della Rai per gli abbonamenti in Toscana a Il Tirreno -, ma non è certamente così perché i destinatari della richiesta non sono gli idraulici, gli architetti o gli ingegneri che usano il pc per la loro attività. La richiesta di versamento del canone Rai è rivolta specificatamente a chi utilizza questo strumento collegato ad un server da cui arrivano immagini televisive, fotografie, spot pubblicitari. E voglio spiegarmi meglio facendo un esempio, quello delle farmacie: in molte di queste strutture sono infatti in funzione dei monitor collegati ad un network che trasmette programmi, informazioni di varia natura, magari sul meteo, e spot pubblicitari: si tratta quindi di vere e proprie emissioni per le quali la legge prevede il pagamento della tassa di possesso, cioè di quello che conoscono tutti come canone Rai".
Cercando di interpretare le parole del funzionario non dovrebbero pagare tutti coloro che usano un computer o uno smartphone, ma solo quelli che divulgano al pubblico i contenuti trasmessi in rete. E allora perché spedire lettere a valanga?
Comunque io sono sempre all'avanguardia. A quanto pare milioni di artigiani, professionisti e commercianti stanno ricevendo l'ingiunzione di pagamento in questi giorni. Io invece avevo già avuto un "ultimo sollecito" a settembre dello scorso anno, scritto con toni inaccettabili e privo di qualunque riscontro oggettivo. Sollecito di pagamento che io ho ignorato, ovvio. Altrettanto ovvio che io non abbia monitor sparsi per le sale di attesa del mio studio, eppure già cinque mesi fa lo Stato simpaticamente mi minacciava di procedura di esecuzione forzata.
E' già stata presentata una interrogazione parlamentare da Vinicio Peluffo e Stefano Esposito. Vediamo se Monti ci mette una pezza.

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