martedì 3 aprile 2012

Figuraccia dell'Europa

Il Green Climate Fund è una delle cose più concrete delle ultime conferenze ONU sul Clima. Concepito ed approvato nel 2010 alla COP16 di Cancun, è stato poi regolato alla COP17 di Durban lo scorso dicembre. A regime, nel 2020 il fondo dovrà erogare ai paesi in via di sviluppo 100 miliardi di dollari l'anno per le misure di adattamento ai cambiamenti climatici. Il consiglio direttivo del Fondo deve essere composto da 24 nazioni, dodici paesi in via di sviluppo e dodici OCSE. Il primo incontro del consiglio direttivo è in programma per il 25-27 aprile.
Da accordi non scritti l'Unione Europea e la Svizzera avrebbero diritto a sette dei dodici posti dei paesi sviluppati. Tredici paesi europei hanno chiesto di avere un seggio permanente. La presidenza di turno della Danimarca ha proposto tre seggi permanenti per Germania, Francia e Gran Bretagna, che avrebbero diritto ad altri tre seggi a rotazione con le nazioni minori. L'Italia si sarebbe opposta. Secondo indiscrezioni anche la Polonia, con il sostegno di Ungheria e Cekia, avrebbe chiesto a sua volta un seggio permanente, minacciando in alternativa di proporsi come singola nazione.
Insomma, un pasticcio. Le candidature UE dovevano essere definite entro il 31 marzo, ma la scadenza è stata superata senza raggiungere un accordo. Adesso le singole nazioni si faranno avanti da sole, sla una soluzione concertata.
Entro dicembre dovrà essere decisa anche la sede permanente del Green Climate Fund. Si sono candidate Germania, Svizzera, Corea del Sud e Messico.

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