sabato 11 agosto 2012

Braccia rubate alla pastorizia

L'Italia è davvero un paese bizzarro. Nel pieno della recessione, con milioni di persone che hanno perso il lavoro, altri milioni di autonomi che vedono ridotte le loro entrate di numeri a due cifre, altri milioni di dipendenti che vedono scendere il loro potere di acquisto, siamo tutti qui affranti e solidali di fronte a un atleta che piange dopo essere stato beccato positivo ad un controllo antidoping.
L'atleta è un campione olimpico. Di mestiere faceva il carabiniere, per meriti sportivi. Aveva anche molti sponsor, tra cui spicca una azienda di merendine, che evidentemente lo aveva scelto perché sarebbe dovuto essere un esempio per i nostri bambini.
L'atleta dopato, dopo avere subito il controllo antidoping, si pente (ma va?). Un classico italiota. Come quelli che non fanno gli scontrini: fino a che non arriva la finanza tutto bene, poi subito cenere sul capo. L'atleta dopato e subitamente pentito però racconta un sacco di bugie. Che ha comprato la droga (EPO) in Turchia, suscitando la rivolta dei farmacisti turchi che chiedono riscontri, che lui non sa dare (e del resto non risultano suoi viaggi in Turchia). Che ha incontrato spesso un famigerato dottore alchimista e bannato dai campi di gara, ma solo per ricevere tabelle di allenamento. Che ha tenuto in frigo per tutto l'inverno le fiale di doping, dicendo alla sua compagna campionessa mondiale che erano vitamine (e lei ci avrebbe creduto, sì ciao). Che avrebbe fatto tutto da solo. Che comunque alle olimpiadi non sarebbe andato (e allora perché doparsi?).
La faccio breve: per me Alex Schwazer fa schifo. Ed è ancora più repellente vedendo i tanti bravi ragazzi e ragazze che a Londra si stanno facendo onore per l'Italia e che certo non spunteranno un ricco contratto con una fabbrica di merendine.
Il più indignato sembra essere il suo allenatore Michele Didoni che in una intervista video usa toni durissimi. Ma l'Italia è un paese cattolico, confessionale. Tre padre nostro, tre ave maria e arriva l'assoluzione. Se poi c'è anche la lacrima in diretta televisiva si diventa quasi un eroe. Così vedere il giovane campione bugiardo piangere e pentirsi basta per assolverlo. Ha ammesso le sue colpe, tanto basta per molti. E poi le immagini di suo padre contrito, di sua madre affranta. Della fidanzata campionessa che "non lo perdona ma non lo lascia" e che naturalmente era all'oscuro di tutto. Ma per favore.

Nessun commento:

Posta un commento