sabato 4 agosto 2012

Renato Nicolini, 1942 - 2012

Visto dal 2012 sembra tutto facile e scontato, ma bisogna ricordare il clima di quegli anni. I tardi '70 e primi '80 del secolo scorso, con i posti di blocco in città e le sirene delle scorte, con il rumore delle vetrine spaccate, l'odore acre dei lacrimogeni e il sordo scoppio delle molotov.
Nella stagione più cupa Renato Nicolini, assieme a Gianni Borgna, inventò l'Estate Romana, aprendo al pubblico spazi dimenticati della città, sdoganando la cultura pop, rilanciando la voglia di condividere e - finalmente - divertirsi. Il contagio romano provocò nuove Estati in tutta Italia, con le amministrazioni che si trasformavano in organizzatori culturali aprendo una lunga stagione in cui le città offrivano spettacoli, mostre e dibattiti alla gente.
Visto dal 2012 sembra tutto facile e scontato, ma fino ad allora la sinistra, e particolarmente il PCI, erano rinchiusi in una immagine tetra e noiosissima, diffidenti alle novità culturali e ideologicamente avversi al divertimento fine a se stesso. L'effimero ha ben poco a che fare con il materialismo storico. Con le Estati Romane Renato Nicolini aprì una porta che nessuno ha più potuto chiudere. Il teatro, la musica, il cinema, la danza, le arti figurative avevano trovato nuovi spazi e nuovi spettatori. La sinistra era diventata la fabbrica della cultura nazionale, primato che conserva ancora oggi.
Visto dal 2012 sembra tutto facile e scontato ma a Renato Nicolini, che è morto oggi a Roma, dobbiamo tutti moltissimo.

3 commenti:

  1. ‎...caro Emilio, evitiamo di stiracchiare il "visto dal 2012 "....dato che Niccolini e il suo messaggio culturale e amminitrativo erano espressione di un PCI aperto, attento e dialogante, tutt'altro che rinchiuso in "una immagine tetra e
    noiosissima, diffidente alle novità culturali e ideologicamente avverso al divertimento fine a se stesso". E' utile, con gli anni, fare la tara alla propria memoria, soprtattutto se si intende metterla in rete con i fatti e con la storia....

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  2. Cara Tamara, confermo che il PCI degli anni '70 era rinchiuso in una immagine tetra e noiosissima, chiusa tra i tormenti del compromesso storico e il rifiuto del dialogo con qualunque soggetto alla sua sinistra. L'Unità era un bollettino illeggibile, alle feste di partito c'erano gli stand dell'URRS e della DDR che inneggiavano al socialismo reale e distribuivano materiale di propaganda che conservo ancora gelosamente.
    Questa è la mia memoria, senza tara.

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  3. Caro Emilio, oh quanta amletica attualità...che non mi risulta abbia a che vedere con la stagione delle estati romane...anconetane o fiorentine..."L'Unità era un bollettino così illeggibile" che veniva acquistato e diffuso, non solo la domenica
    , da tanta di quella gente da portare il PCI, tra il 1975 e il 1976 non solo a governare le maggiori città italiane ma a superare i voti della DC..."alle feste di partito c'erano gli stands dell'URRS e della DDR" e quelli di Cuba e dell'Angola...perchè l'idea internazionalista era un po' più ampia della dimensione europea...Certo, "a sinistra sinistra" c'era chi non apprezzava,... non solo con materiali di propaganda, ma già eravamo nel 1977...

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