giovedì 29 novembre 2012

La sindrome da Fort Apache


Non ho mai avuto una passione per regolamenti, norme attuative e interpretazioni autentiche. Ma quello che sta accadendo in questa concitata settimana tra primo e secondo turno delle primarie del centrosinistra è davvero surreale. Nella giornata di martedì il comitato nazionale diffonde una circolare che "interpreta" quanto scritto nel regolamento, a sua volta scritto dopo una delega affidata dall'assemblea del PD ai suoi estensori. Quindi il regolamento non è stato mai discusso, né tantomeno approvato, dall'assemblea del PD e degli altri partiti coinvolti.
La circolare è vergognosa. Per poter votare al ballottaggio occorre dimostrare di non poter avere votato al primo turno. Bisogna esibire documenti, avere alibi di ferro. Sono esclusi i futili motivi. Non sembra plausibile che a qualcuno sia venuta voglia di votare solo dopo avere visto i risultati del primo turno. Non è contemplata l'ipotesi che qualcuno possa magari essersi convinto a sostenere Bersani o Renzi dopo avere visto il duello TV di ieri, per dire.
Occorre giustificarsi e l'unica motivazione teoricamente accettabile sarebbero le cause di forza maggiore: Malattia, lutti in famiglia, viaggi, eventi eccezionali. Non basta: la giustificazione deve essere valutata da un occhiuto tribunale del popolo, che sarebbe il coordinamento insediato in ogni provincia per le primarie. Che deve esprimersi all'unanimità. Ne fanno parte un rappresentante del PD (in genere lo stesso segretario provinciale o un suo fidato collaboratore, nel 99% dei casi sostenitore di Bersani), un socialista (il PS ha ufficialmente appoggiato Bersani fin dal primo turno) e uno di SEL (Vendola ha detto di votare Bersani). Pensate costoro che voglia hanno di aggiungere elettori che potrebbero cambiare i rapporti del primo turno.
Ne hanno già scritto in molti, ma il commento migliore è quello di Luca Sofri su Wittgenstein.
Non basta: i tanti sostenitori di Bersani che non sopportano intrusioni e hanno vissuto la candidatura di Matteo Renzi come un atto di lesa maestà continuano a ripetere "che non si cambiano le regole in corsa". In realtà le regole sono state FATTE in corsa. Se le assurde specifiche sulla registrazione al ballottaggio fossero state rese note PRIMA di domenica scorsa ci sarebbe stata una vera sollevazione, da Tabacci a Vendola. Invece la circolare interpretativa è astutamente stata diffusa solo due giorni fa, così si può ribattere alle critiche dicendo che non si possono cambiare adesso.
Tutto questo è molto deprimente e la sindrome da Fort Apache che ha ammorbato la dirigenza nazionale del PD si ritorcerà pesantemente contro il povero Bersani, che se vincerà le primarie avrà davvero poco da gioire.

Nessun commento:

Posta un commento