lunedì 11 febbraio 2013

Al centro del cerchio

E' il momento di iniziare una analisi critica sulle rotatorie, nuovo mantra della mobilità carrabile italiana, e su quello che le riempie, a parte le automobili. Ci si trova di tutto, in una sorta di horror vacui che sembra permettere ogni licenza. Anche in Catalogna hanno avviato una riflessione.
Le rotatorie, in tempi di crisi come questi, sono tra i più importanti elementi di trasformazione urbana. Non ci saranno i soldi per risistemare un parco o una piazza, ma delle rotatorie non si può fare a meno. Fortemente ostili ai pedoni, costretti a circumnavigazioni degli incroci, le rotatorie vengono in genere arredate (termine intollerabile) con composizioni botaniche, come ipotesi di minima. Lo step successivo è un oggetto, possibilmente in posizione centrale. Se il centro è occupato da un palo della luce, come nel caso sopra, si seguono distanze radiali e circonferenze, con un generico effetto da torta di matrimonio.
A volte ardite amministrazioni vi collocano "opere d'arte", fruite per qualche secondo dai distratti al volante (i pedoni, come detto, sono altrove). Anche l'uso commerciale è diffuso, secondo la prassi ormai frequente in cui alle aziende viene chiesto di "adottare" una rotatoria. Con risultati prevedibili.
Ogni contributo sarà gradito.


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