Oggi alla COP 19 di Varsavia i delegati di molte associazioni ambientaliste hanno deciso di lasciare la sede dei negoziati, protestando per la mancanza di progressi verso un accordo per la riduzione delle emissioni di gas serra in atmosfera. Circa 800 delegati di ONG come Greenpeace, WWF, Oxfam, 350.org, Friends of the Earth, e ActionAid hanno restituito i loro badge di accredito e sono usciti dallo Stadio Nazionale, sede della conferenza. Alla protesta si sono uniti alcuni dei major groups accreditati dalle Nazioni Unite: sindacati, popolazioni indigene e agricoltori.
Gli scarsi progressi nella condivisione di un testo di accordo che dovrà essere siglato nella COP 21 di Parigi sono causati, secondo gli ambientalisti, dalla connivenza degli stati con le associazioni di produttori di combustibili fossili, come petrolio e carbone. Forse non è un caso che la Polonia, che ospita il summit, ha una produzione energetica basata al 90% sul carbone.
Per aggiungere un tassello al quadro già piuttosto traballante, oggi il governo polacco ha subito un rimpasto che riguarda proprio il ministro dell'ambiente Martin Korolec, colpevole secondo alcune fonti di ostacolare i processi di produzione di shale gas, il gas ottenuto con esplosioni sotterranee. Korolec è anche il presidente della COP 19, seguendo la regola che vuole il ministro locale dell'ambiente rivestire il ruolo.
La situazione generale non è entisiasmante. Alcuni vedono Parigi 2015 sempre più simile a Copenhagen 2009, grandi aspettative deluse. In queste ore si sta svolgendo la plenaria finale della ADP (Ad Hoc Working Group on the Durban Platform for Enhanced Action, che dovrebbe comprendere le basi per l'accordo del 2015.
Gli scarsi progressi nella condivisione di un testo di accordo che dovrà essere siglato nella COP 21 di Parigi sono causati, secondo gli ambientalisti, dalla connivenza degli stati con le associazioni di produttori di combustibili fossili, come petrolio e carbone. Forse non è un caso che la Polonia, che ospita il summit, ha una produzione energetica basata al 90% sul carbone.
Per aggiungere un tassello al quadro già piuttosto traballante, oggi il governo polacco ha subito un rimpasto che riguarda proprio il ministro dell'ambiente Martin Korolec, colpevole secondo alcune fonti di ostacolare i processi di produzione di shale gas, il gas ottenuto con esplosioni sotterranee. Korolec è anche il presidente della COP 19, seguendo la regola che vuole il ministro locale dell'ambiente rivestire il ruolo.
La situazione generale non è entisiasmante. Alcuni vedono Parigi 2015 sempre più simile a Copenhagen 2009, grandi aspettative deluse. In queste ore si sta svolgendo la plenaria finale della ADP (Ad Hoc Working Group on the Durban Platform for Enhanced Action, che dovrebbe comprendere le basi per l'accordo del 2015.
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