domenica 5 gennaio 2014

In Germania l'energia costa sempre meno

In Germania, primo mercato elettrico d'Europa, nel 2014 il prezzo di produzione dell'energia scenderà per il quarto anno consecutivo. Lo scrive Bloomberg, analizzando i report sul mercato energetico tedesco. Questo malgrado la chiusura di tutte le centrali nucleari imposta dal governo dopo l'incidente di Fukushima. Ricordate quando il governo Berlusconi e le lobby nucleariste di C. Testa e sodali volevano convincerci che con il nucleare il costo dell'energia sarebbe calato? Ebbene, in Germania è calato DOPO che sono state chiuse le centrali atomiche.
Secondo gli analisti in Germania i contratti di produzione di energia elettrica nel 2014 avranno un valore inferiore del 6% rispetto all'anno appena concluso. Questo perché la produzione, anche senza 19 centrali atomiche e 23 reattori già chiusi, eccede del 17% la domanda di picco del paese. La Germania ha ancora otto centrali nucleari e nove reattori in attività. Il piano di decommissioning prevede la chiusura totale entro il 2022.
Il quadro italiano non è molto diverso, anzi. L'espansione delle rinnovabili, particolarmente del fotovoltaico, ha reso decisamente antieconomica l'offerta di energia delle centrali a combustibili fossili nelle ore diurne, che sono quelle di picco della domanda. E così in Germania le centrali a carbone devono adeguarsi, con un offerta a prezzi bassi come non si registravano dal 2009.
Nel frattempo si abbassano anche i consumi. Malgrado l'economia tedesca abbia un PIL in crescita dell'1.7% la crescente efficienza energetica permette di non aumentare la domanda. E il prezzo del carbone si è abbassato quasi del 20%, perché la domanda è in calo. Si conferma la tendenza che vuole lo stesso mercato, con l'innovazione e la diffusione delle energie rinnovabili, come motore dell'efficienza e della sostenibilità.

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