L'analisi dei flussi elettorali è roba da pedanti iniziati, e non vorrei perderci troppo tempo. Comunque lo straordinario successo del PD di Matteo Renzi si riassume, al di là della percentuale del 40.8%, in due milioni e mezzo di voti in più rispetto alle politiche 2013, malgrado alle europee abbiano votato quasi sette milioni di persone in meno dello scorso anno. Per essere ancora più chiari, gli elettori sono calati del 20%, tuttavia il PD ha aumentato i suoi voti assoluti del 30% e la sua percentuale del 62%. Una progressione così importante può accadere solo attraverso due fattori: il recupero dell'astensione e l'acquisizione di voti dagli altri partiti. Lo schema qui sopra, elaborato da SWG per SkyTG24, cerca di individuare i percorsi del voto al PD, in entrata e in uscita. Secondo SWG il bilancio dell'astensione è più o meno in pareggio, probabilmente perché le elezioni europee non sono molto sexy e la motivazione collettiva è scarsa, come confermano i sette milioni di votanti in meno. Malgrado questo, il PD ha guadagnato due milioni e mezzo di voti. Dove li ha presi? Prosciugando i "centristi illuminati" di Monti, che scendono dal nove per cento allo zero punto. Ma raccogliendo anche un milone di grillisti pentiti. E quattrocentomila voti dalla sinistra e altrettanti da Forza Italia. Forza Italia rispetto al 2013 ha perso oltre cinque milioni di voti, quindi che un 8% di questi vada al PD è fisiologico. La sinistra (Sel + Ingroia) rispetto alla scorso anno ha perso 850mila voti (quasi la metà) e di questi il 50% sarebbe passato al PD. Percentuale notevole. Quindi il PD di Renzi è risultato molto più attraente per la sinstra che per la destra. Solo che il bacino elettorale della sinistra era molto modesto, e certo non poteva bastare per un incremento quale quello conseguito domenica scorsa.
Oggi leggo il post di un dirigente PD, già candidato segretario, che scrive che quello di domenica: "È un risultato che sposta il Pd verso il centro e verso destra, in linea con l'esito delle primarie." In realtà il risultato è l'opposto: riporta elettori "distratti" dal centro e dalla destra verso il PD. Ma in percentuale li riporta al PD soprattutto dalla sinistra, che alle Europee ha superato con grande affanno lo sbarramento il 4 per cento con un affatto lusinghiero 4.03, molto sotto i voti di un anno fa.
Secondo SWG metà dei voti persi dalla sinistra sono adesso in casa PD, mentre il contributo dei voti di Berlusconi è solo l'otto per cento. In ogni caso la grande quantità di voti arrivati al PD da sinistra, vista la modestia del bacino, non avrebbe mai potuto permettere un'affermazione come quella di domenica. Perché per arrivare oltre il quaranta per cento, partendo dal venticinque, è ovvio che i voti devi recuperarli ovunque. Altrimenti resti dove sei. Questa è la sintesi dell'incredibile affermazione del PD. Il resto è correntismo, rancore e cattiva informazione.
Oggi leggo il post di un dirigente PD, già candidato segretario, che scrive che quello di domenica: "È un risultato che sposta il Pd verso il centro e verso destra, in linea con l'esito delle primarie." In realtà il risultato è l'opposto: riporta elettori "distratti" dal centro e dalla destra verso il PD. Ma in percentuale li riporta al PD soprattutto dalla sinistra, che alle Europee ha superato con grande affanno lo sbarramento il 4 per cento con un affatto lusinghiero 4.03, molto sotto i voti di un anno fa.
Secondo SWG metà dei voti persi dalla sinistra sono adesso in casa PD, mentre il contributo dei voti di Berlusconi è solo l'otto per cento. In ogni caso la grande quantità di voti arrivati al PD da sinistra, vista la modestia del bacino, non avrebbe mai potuto permettere un'affermazione come quella di domenica. Perché per arrivare oltre il quaranta per cento, partendo dal venticinque, è ovvio che i voti devi recuperarli ovunque. Altrimenti resti dove sei. Questa è la sintesi dell'incredibile affermazione del PD. Il resto è correntismo, rancore e cattiva informazione.
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