domenica 10 agosto 2014

Di Maio, il prescelto




Che la classe dirigente grillista non sia granché lo sappiamo da esempi illustri, tipo Taverna e Crimi. Gente arrivata per caso in ruoli importanti, in molti casi assolutamente inadeguata. Ma Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera, è la figura apicale dei parlamentari M5S e secondo voci accreditate sarebbe il prescelto da Beppe, tanto da suscitare gelosie tra molti degli altri eletti grillisti, che lamentano l'investitura "dall'alto". Perché si sa, nell'universo grillista dovrebbe decidere la rete, che su Di Maio non si è mai espressa. Lui invece si esprime, eccome. Oggi su facebook ha pubblicato questo post, che rappresenta bene la sua modesta statura politica. Nel post Di Maio lamenta l'incremento di imprese cinesi in Italia, che crescono più di quelle italiane.
In tempi di recessione uno statista dovrebbe comunque lodare chi ha il coraggio di avviare un impresa, sia un cinese, un cipriota o un napoletano, come Di Maio. Dovrebbe inoltre ricordare che chi fonda un'impresa si iscrive alla locale Camera di Commercio, quindi deve avere un regolare permesso di soggiorno e adempiere a tutti gli obblighi fiscali. Inoltre dovrebbe capire che i dazi non hanno niente a che vedere con le imprese e gli imprenditori italiani, che operano ovviamente nel regime fiscale e doganale dell'Italia e dell'Europa (tra l'altro la maggioranza dei nuovi imprenditori cinesi in italia sono artigiani). Nel post c'è poi questa xenofobia serpeggiante, che strizza l'occhio al populismo della Lega e della ggente: meglio una bottega chiusa che una bottega di cinesi. Infine Di Maio dovrebbe sapere che il verbo sterminare non è riflessivo, quindi la locuzione "ci stiamo sterminando" è talmente sbagliata che non la scriverebbe neanche un cinese.


Nessun commento:

Posta un commento