Il comandante Gregorio De Falco, quello che guidò da terra le operazioni di salvataggio nel naufragio della Costa Concordia, sarà trasferito ad altro incarico. Non sembrerebbe una notiziona: i militari sono abituati a trasferimenti e cambi di mansioni. Ai tempi del naufragio De Falco, che ha 50 anni ed è napoletano, era era a capo della sezione operativa, poi dal 2013 aveva
l’incarico di caposervizio operazioni della Direzione Marittima di
Livorno. Ora è stato destinato al ruolo di capo dell'Ufficio Studi, sempre nella stessa Direzione Marittima.
Evidentemente De Falco aveva altri programmi, perché non l'ha presa bene per niente. Ha rilasciato dichiarazioni stizzite e piuttosato irrituali per un ufficiale con una lunga carriera militare alle spalle, adombrando anche nel suo nuovo incarico una sorta di punizione. Il Corriere della Sera lo virgoletta anche in un "Eseguirò gli ordini, ma sono convinto di essere vittima del mobbing. Dunque valuterò azioni legali". Nel titolo dell'articolo di Repubblica viene virgolettata una dichiarazione molto pesante: "Schettino in cattedra e io spedito in ufficio, questo Paese storto punisce i suoi servitori", ma in realtà nell'intervista che segue De Falco non pronuncia quelle parole. Su Il Fatto De Falco aggiunge che questo trasferimento "è l’ultimo tassello di un percorso che parte da lontano". La Stampa informa che un deputato PD ha già pronta una interrogazione parlamentare per il ministro Lupi. La notizia rimbalza anche all'estero, ad esempio sul Guardian.
Il quotidiano livornese Il Tirreno riporta i gelidi comunicati con cui gli alti gradi della Capitaneria rispondono a De Falco. L'ammiraglio Faraone, comandante della Capitaneria di Porto di Livorno chiarisce: "Si tratta di un normale avvicendamento come ce ne sono decine nei diversi comandi e non certo di una deminutio. Ecco perché non si deve parlare né di punizione né tantomeno di strumentalizzazione. De Falco ha fatto molto bene durante la sua permanenza alla sala operativa e nella notte della tragedia della Concordia ha reso onore alla Capitaneria". Interviene anche il Comando Generale delle Capitanerie di Porto: "Va chiarito, in primis che si tratta di un normale avvicendamento, comune a tutti coloro i quali, come il Comandante De Falco, hanno assolto ai propri obblighi di comando ed aspirano, poi, all'avanzamento al grado superiore. Ciò significa, in estrema sintesi - e senza avventurarsi in complicate argomentazioni sulla disciplina dell'impiego degli Ufficiali delle Capitanerie - che far permanere 'sine die' il Comandante De Falco nell'attuale posizione impedirebbe ai suoi stessi colleghi di maturare le stesse esperienze e, soprattutto, le stesse condizioni giuridiche, per poter essere promossi". Quindi il trasferimento di De Falco serve a lui per fare carriera, ma anche ai suoi colleghi per salire di grado con nuove mansioni. Il Comando tiene anche a precisare che De Falco è stato scelto per il nuovo incarico "anche per il contributo che egli saprà senz'altro fornire a supporto dell'attività giudiziaria ed amministrativa relativa alla sciagura della Nave Concordia". E il Comando delle Capitanerie conclude con una nota tombale: "Si ritiene che l'elementare e trasparente rappresentazione dei fatti, scevra delle dietrologie e dei complottismi da più parti sollevati possa servire a fare chiarezza su questa vicenda che, dispiace dirlo, sembra rientrare a pieno titolo nel 'molto rumore per nulla."
Insomma De Falco, esegua gli ordini e vada in ufficio, cazzo.
Evidentemente De Falco aveva altri programmi, perché non l'ha presa bene per niente. Ha rilasciato dichiarazioni stizzite e piuttosato irrituali per un ufficiale con una lunga carriera militare alle spalle, adombrando anche nel suo nuovo incarico una sorta di punizione. Il Corriere della Sera lo virgoletta anche in un "Eseguirò gli ordini, ma sono convinto di essere vittima del mobbing. Dunque valuterò azioni legali". Nel titolo dell'articolo di Repubblica viene virgolettata una dichiarazione molto pesante: "Schettino in cattedra e io spedito in ufficio, questo Paese storto punisce i suoi servitori", ma in realtà nell'intervista che segue De Falco non pronuncia quelle parole. Su Il Fatto De Falco aggiunge che questo trasferimento "è l’ultimo tassello di un percorso che parte da lontano". La Stampa informa che un deputato PD ha già pronta una interrogazione parlamentare per il ministro Lupi. La notizia rimbalza anche all'estero, ad esempio sul Guardian.
Il quotidiano livornese Il Tirreno riporta i gelidi comunicati con cui gli alti gradi della Capitaneria rispondono a De Falco. L'ammiraglio Faraone, comandante della Capitaneria di Porto di Livorno chiarisce: "Si tratta di un normale avvicendamento come ce ne sono decine nei diversi comandi e non certo di una deminutio. Ecco perché non si deve parlare né di punizione né tantomeno di strumentalizzazione. De Falco ha fatto molto bene durante la sua permanenza alla sala operativa e nella notte della tragedia della Concordia ha reso onore alla Capitaneria". Interviene anche il Comando Generale delle Capitanerie di Porto: "Va chiarito, in primis che si tratta di un normale avvicendamento, comune a tutti coloro i quali, come il Comandante De Falco, hanno assolto ai propri obblighi di comando ed aspirano, poi, all'avanzamento al grado superiore. Ciò significa, in estrema sintesi - e senza avventurarsi in complicate argomentazioni sulla disciplina dell'impiego degli Ufficiali delle Capitanerie - che far permanere 'sine die' il Comandante De Falco nell'attuale posizione impedirebbe ai suoi stessi colleghi di maturare le stesse esperienze e, soprattutto, le stesse condizioni giuridiche, per poter essere promossi". Quindi il trasferimento di De Falco serve a lui per fare carriera, ma anche ai suoi colleghi per salire di grado con nuove mansioni. Il Comando tiene anche a precisare che De Falco è stato scelto per il nuovo incarico "anche per il contributo che egli saprà senz'altro fornire a supporto dell'attività giudiziaria ed amministrativa relativa alla sciagura della Nave Concordia". E il Comando delle Capitanerie conclude con una nota tombale: "Si ritiene che l'elementare e trasparente rappresentazione dei fatti, scevra delle dietrologie e dei complottismi da più parti sollevati possa servire a fare chiarezza su questa vicenda che, dispiace dirlo, sembra rientrare a pieno titolo nel 'molto rumore per nulla."
Insomma De Falco, esegua gli ordini e vada in ufficio, cazzo.
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