venerdì 10 ottobre 2014

Giancarlo Galan, una storia da Libro Cuore

La storia sarebbe che Giancarlo Galan avrebbe scelto, da innocente, di autoaccusarsi e patteggiare due anni e dieci mesi, oltre a 2.6 milioni di Euro, per "riabbracciare la figlia". Una cosa che non sarebbe venuta in mente nemmeno ad Edmondo De Amicis. Invece è venuta in mente a Niccolò Ghedini, legale dell'ex ministro e presidente della Regione Veneto. "Giancarlo Galan ha accettato l’inaccettabile perché non ce la faceva più a rimanere imprigionato" scrive Ghedini in una nota. E pensate che in prigione il povero Galan è dimagrito 22 chili in due mesi. Ma cosa mangiava a casa, tazze di strutto fuso?
Secondo il Procuratore Luigi Delpino e il procuratore aggiunto Carlo Nordio della Procura di Venezia “La sanzione complessiva risponde al fondamentale criterio di rieducazione contenuto nell'Art. 27 della Costituzione, e ai criteri di ragionevolezza ed economia processuale che hanno ispirato il legislatore a introdurre l'istituto del patteggiamento”.
Casualmente lunedì scorso il commercialista di Galan, anche lui imputato, era stato scarcerato dopo quattro mesi di galera a Genova. Secondo indiscrezioni avrebbe ammesso di avere fatto il prestanome per società di comodo riconducibili a Galan. Il quale Galan ovviamente è innocente e "ha accettato l'inaccettabile", sia chiaro. Però due giorni dopo che il suo commercialista è stato scarcerato ha chiesto il patteggiamento. Per "abbracciare la figlia", certo. Ma per favore.

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