L'Unione Europea e il governo canadese hanno annunciato di avere raggiunto un accordo che permetterà la commercializzazione negli stati europei delle pelli di foca provenienti dalla caccia delle popolazioni indigene Inuit. L'accordo permette la lavorazione e la commercializzazione dei prodotti di foca anche ad aziende esterne, ma gli animali potranno essere cacciati solo dalle popolazioni Inuit, per le quali l'uccisione delle foche è una fonte storica di sostentamento.
L'Europa aveva bandito l'importazione dei prodotti derivati dalle foche nel 2009 con il regolamento attuativo 1007/2009. Il regolamento prevedeva una generica esenzione per le foche cacciate "secondo le tradizioni delle popolazioni indigene", ma fino ad oggi non erano stati specificati i termini di questa eccezione. Nel frattempo i governi di Canada e Norvegia avevano presentato due ricorsi all'Organizzazione Mondiale per i Commercio WTO, ambedue bocciati. Il bando europeo aveva provocato una drastica riduzione nelle uccisione delle foche e nel valore delle pellicce, sceso da novanta a nove dollari l'una. Il leader di Inuit Tapiriit Kanatami (ITK), l'organizzazione che unisce i circa 60.000 Inuit del Canada, si è detto "incoraggiato" dall'accordo.
L'Europa aveva bandito l'importazione dei prodotti derivati dalle foche nel 2009 con il regolamento attuativo 1007/2009. Il regolamento prevedeva una generica esenzione per le foche cacciate "secondo le tradizioni delle popolazioni indigene", ma fino ad oggi non erano stati specificati i termini di questa eccezione. Nel frattempo i governi di Canada e Norvegia avevano presentato due ricorsi all'Organizzazione Mondiale per i Commercio WTO, ambedue bocciati. Il bando europeo aveva provocato una drastica riduzione nelle uccisione delle foche e nel valore delle pellicce, sceso da novanta a nove dollari l'una. Il leader di Inuit Tapiriit Kanatami (ITK), l'organizzazione che unisce i circa 60.000 Inuit del Canada, si è detto "incoraggiato" dall'accordo.
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