mercoledì 10 giugno 2015

Grecia, la metafora delle farmacie

Le 9.800 farmacie greche oggi sono in sciopero. Protestano contro la legge che prevede la vendita dei farmaci da banco (o OTC, over the counter) anche nei supermercati. La legge era stata approvata nel 2014 dal governo Samaras e rientrava tra i suggerimenti della Troika per stimolare la competitività interna. Sempre nel settore della sanità il governo Samaras era intervenuto per portare al 60% l'uso di farmaci generici nelle strutture pubbliche.
I farmacisti greci si erano subito opposti all'apertura del mercato proclamando due giorni di sciopero nel marzo 2014. L'opposizione dei farmacisti alla liberalizzazione della vendita dei farmaci da banco, già disponibili in molti paesi, è stata molto forte anche in Italia, così come quella ai progetti di apertura di nuove farmacie. Una categoria corporativa e protetta come quella dei farmacisti naturalmente non ha alcuno interesse a "dividere la torta" e la sua posizione è comprensibile. Altrettanto vero è che, nei paesi dove la vendita dei farmaci è stata liberalizzata, l'aumento della concorrenza ha avuto come conseguenza una decisa riduzione dei prezzi, a beneficio dei consumatori.
La posizione incomprensibile è quella del governo Tsipras, che si schiera apertamente con i farmacisti. Ieri il ministro della salute Panagiotis Kouroumblis ha dichiarato: "Le istituzioni (UE e FMI, ndr.) hanno ossessioni che purtroppo non trovano spiegazioni...visto che non esiste un problema di concorrenza. Stiamo lottando perché queste ossessioni non si realizzino, e lo faremo fino alla fine".

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