giovedì 20 agosto 2015

Il nuovo primo ministro greco sarà una donna

Tra due ore Alexis Tsipras annuncerà le sue dimissioni da primo ministro e convocherà elezioni anticipate, quelle che gli inglesi chiamano Snap Elections, per il 20 settembre, esattamente tra un mese. A Tsipras piacciono i tempi brevi, come per il referendum convocato lo scorso giugno.
L'interim al governo sarà ricoperto da Vassiliki Thanou (65), presidente della Corte Suprema di Grecia e già presidente della Associazione Nazionale Magistrati. Thanou (foto sopra) sarà la prima donna premier del paese. Vale la pena ricordare che Thanou, malgrado il suo ruolo apicale nelle istituzioni, si era espressa duramente contro il terzo programma di aiuti europei proposto pochi giorni fa da Tsipras.
Ora la Grecia affronterà una campagna elettorale lampo in piena estate, con il paese ancora brulicante di turisti (in larga parte tedeschi) e con la contemporanea emergenza immigrazione a Kos, Lesbos e le altre isole dell'Egeo. Tsipras confida evidentemente nella sua popolarità, che supera i confini di Syriza e dovrebbe metterlo al riparo da Piattaforma di Sinistra, la fronda del partito che stasera stessa dovrebbe annunciare la nascita di una nuova forza politica di sinistra.
Le cose però per la Grecia potrebbero complicarsi parecchio. Il protocollo di intesa sottoscritto con l'Eurogruppo e approvato dal parlamento di Atene prevede infatti che per ottobre il governo greco debba redigere una revisione del bilancio per il 2015, un nuovo bilancio preventivo 2016 e un piano fiscale triennale 2016-2019. Il piano triennale dovrebbe comprendere ipotesi dettagliate di riforme strutturali come il taglio delle pensioni minime, la graduale riduzione dei prepensionamenti, la riforma delle tasse sul reddito. Operazioni che certo non possono essere svolte da un governo balneare di un mese e con la campagna elettorale in corso. Ma, se Atene non presenterà questi documenti nei tempi previsti dall'accordo, la concessione degli aiuti europei potrebbe essere messa in discussione.
Inoltre, appena saranno indette le elezioni, l'apparato statale si bloccherà. Non saranno più emesse cartelle esattoriali (la scadenza delle tasse sugli immobili è prossima) e le altre forme di recupero dei crediti statali saranno interrotte. La quantità di mancati introiti ad Atene è enorme. Nell'incertezza politica, complice anche la chiusura delle banche per oltre un mese, molti non hanno rispettato le scadenze di tasse, iva, bollette. Questo in un paese dove, secondo alcune fonti, quattro su cinque transazioni economiche non sono fiscalmente tracciabili. Sono, insomma, in nero. Con inevitabili conseguenze per le casse dello stato.

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