lunedì 7 marzo 2016

Michael Bloomberg dice no

Michael Bloomberg ha ufficializzato poco fa che non prenderà parte alla corsa per la presidenza degli Stati Uniti. Lo ha fatto con un articolo sul suo sito opinionista Bloomberg View dal titolo "Il rischio che non mi prenderò".
Il ragionamento di Bloomberg è matematico e si basa sui dati: in una corsa a tre è estremamente probabile che nessun candidato raggiungerebbe i 270 delegati necessari per avere la presidenza. In quel caso la decisione passerebbe al Congresso, dove gli eletti sono tutti o quasi affiliati ai partiti. E dove la maggioranza è repubblicana. Troppo rischioso.
Michael Bloomberg (74) in termini politici è tecnicamente un conservatore: Tuttavia è attivo da tempo sui temi dello sviluppo sostenibile e della lotta ai cambiamenti climatici, nei quali ha investito risorse personali ingenti. Ha sempre sostenuto la necessità di un controllo sul possesso di armi. E' stato sindaco di New York per tre mandati consecutivi, dal 2001 al 2013. Come sindaco ha promosso leggi come il divieto di fumo nei luoghi pubblici e anche all'aperto nei parchi, la riduzione del traffico privato.
Secondo un commento flash del New York Times la sua scelta è ponderata, interrompe un sogno e un progetto già avviato ma deriva dalla ferma volontà di non favorire un candidato reazionario. Non solo Donald Trump, ma anche Ted Cruz, che secondo Bloomberg non è certo migliore. "Con i repubblicani in maggioranza in ambedue le camere la mia candidatura potrebbe portare all'elezione di Donald Trump o Ted Cruz - scrive Bloomberg - e non è un rischio che mi sento di prendere".

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