venerdì 10 giugno 2016

A capo, senza punto

Nella scrittura contemporanea il punto è sempre meno utilizzato e forse è destinato all'estinzione. Lo sostiene il linguista britannico David Crystal (75), autore di oltre cento testi sull'evoluzione del linguaggio. La messaggistica veloce degli sms e delle app come Telegram e Whatsapp rende il punto superfluo, perché se la frase composta è una sola è ovvio che non c'è bisogno di segnalarne la fine. Il punto diventa anche una zavorra nei 140 caratteri concessi da Twitter. Insomma, del punto c'è sempre meno bisogno.
Non basta: nel web l'uso del punto sta perdendo neutralità e diventando invece una accentuazione ironica o anche segnale di insincerità e aggressività. Se qualcuno ti scrive "Mi perdoni se stasera non vengo con te alla festa?" rispondere "Certo" o "Certo!" è un segno di accettazione e comprensione, mentre "Certo." può sembrare una manifestazione di disappunto. Allo stesso modo rispondere a un messaggio che chiede se una certa cosa ti interessa con "No." viene letto come un infastidito "E non ho altro da dire".
Se l'uso ordinario del punto sta declinando, al contrario la iperpunteggiatura sul web dilaga: ad esempio con l'uso massiccio di puntini di sospensione.........tra le frasi.........., pratica che io personalmente non sopporto. O con l'enfasi dei "Fantastico!!!!!!" o dei "Perché??????".
Il libro di David Crystal si intitola Making a Point: The Pernickety Story of English Punctuation e ne parla Dan Bilefsky sul New York Times.

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