venerdì 10 giugno 2016

Senza le città non si ferma il cambiamento climatico

Oggi assieme al Corriere della Sera viene distribuito un volumetto di 160 pagine a cura del Ministero dell'Ambiente. Si parla di cambiamenti climatici e dell'accordo siglato a Parigi lo scorso dicembre. Ci sono gli interventi introduttivi del ministro Galletti, dell'ex segretario UNFCCC Figueres, del presidente della Banca Mondiale Kim, del direttore UNEP Steiner. Seguono una analisi dettagliata del Paris Accord, alcuni contributi scientifici e la traduzione in Italiano dei documenti essenziali, tra i quali appunto l'Accordo di Parigi.
L'iniziativa è interessante. Sarà stata certamente costosa, perché il venerdì il Corriere tira oltre 450.000 copie. Non so quanti si avventureranno nella lettura del volume, che è molto austero: tutto in bianco e nero, solo testo e nessuna illustrazione, a parte qualche tabella. Importante comunque diffondere informazioni su un argomento che ancora fatica a trovare spazio, anche se negli ultimi anni la sensibilità comune sul tema del clima e del riscaldamento globale è molto cresciuta.
Quello che trovo sbagliato e molto deludente è che nessuno degli interventi si occupi del ruolo delle città nella lotta ai cambiamenti climatici. C'è uno scritto dell'ex presidente di Confindustria e uno del presidente di Rete Imprese Italia, ma nessun sindaco o amministratore locale è stato interpellato.
Le città, che in Europa consumano oltre il 70% dell'energia e producono il 60% delle emissioni, sono i luoghi in cui si combatte davvero la sfida dei cambiamenti climatici. I progetti innovativi per limitare i consumi e ridurre le emissioni sono stati avviati in grandissima parte proprio dalle municipalità e gestiti a livello locale.
Pochi giorni fa l'Agenzia Internazionale per l'Energia ha pubblicato il suo rapporto annuale in cui rimarca come le città siano in prima linea nella lotta ai cambiamenti climatici. La Commissione Europea ha appena varato l'Agenda Urbana, dover uno degli obiettivi primari è la questione climatica. La stessa Unione Europea destina una larga fetta dei fondi strutturali 2014-2020 ai progetti urbani di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici.
Il Ministero dell'Ambiente sa bene che senza il contributo dei sindaci e della popolazione urbana l'Italia non potrà mai raggiungere gli obiettivi dell'Accordo di Parigi. Avere escluso il ruolo delle città da questa pubblicazione non è solo una disdetta, è un grave errore.

Nessun commento:

Posta un commento